La battaglia per il riconoscimento delle malattie professionali causate dall’esposizione all’amianto ha segnato una nuova vittoria, questa volta a favore di un autotrasportatore di Gubbio di 61 anni, affetto da mesotelioma pleurico. L’uomo, che per anni ha inalato fibre di amianto durante il lavoro, ha finalmente ottenuto il riconoscimento della malattia professionale da parte dell’INAIL, nonostante un iniziale rifiuto. La malattia, rara ma estremamente aggressiva, è stata causata dall’inalazione di fibre di amianto presenti nell’abitacolo del camion, provenienti dal vano motore e dal sistema frenante, una situazione che ha esposto il lavoratore al rischio per decenni.
Per molti anni, l’amianto è stato utilizzato in vari settori per la sua resistenza al calore e alle alte temperature. Nei camion prodotti fino agli anni ’90, l’amianto era spesso impiegato nei freni, nelle guarnizioni del motore e in altre componenti esposte a temperature elevate. Questo comportava un rischio per gli autotrasportatori, che erano continuamente esposti alle fibre di amianto, in particolare durante i lavori di manutenzione e nel corso della guida stessa. L’inalazione prolungata di queste fibre ha un effetto devastante sulla salute: una volta penetrata nei polmoni, l’amianto può causare gravi malattie respiratorie, come l’asbestosi e, nei casi più gravi, il mesotelioma pleurico.
Nel caso dell’autotrasportatore di Gubbio, l’amianto si accumulava all’interno della cabina di guida, rendendo l’ambiente di lavoro un luogo pericoloso senza che l’uomo ne fosse consapevole. Solo anni dopo ha scoperto le conseguenze di questa esposizione, e la diagnosi di mesotelioma pleurico ha segnato l’inizio di una battaglia legale per ottenere giustizia e assistenza.
Riconosciuta connessione causale diretta per mesotelioma pleurico
Inizialmente, l’INAIL aveva negato il riconoscimento della malattia professionale, sostenendo che non ci fosse una connessione causale diretta tra la professione di autotrasportatore e il mesotelioma. Tuttavia, grazie all’assistenza dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, il lavoratore ha presentato un’ampia documentazione medica e tecnica per dimostrare il rapporto tra esposizione all’amianto e la malattia.
La documentazione includeva studi sull’uso dell’amianto nei veicoli prodotti fino al 20 aprile 1993, dimostrando che i conducenti di mezzi pesanti erano esposti a rischi significativi a causa delle fibre di amianto rilasciate dai componenti del veicolo. La perizia ha convinto l’INAIL a riconoscere la malattia come professionale, attribuendo al lavoratore la rendita diretta per i danni subiti e, tramite l’INPS, l’adeguamento dei contributi per un periodo di 40 anni, anticipando così la pensione.
La decisione rappresenta un punto di svolta per molti lavoratori del settore, poiché stabilisce un precedente importante. È infatti uno dei primi casi in Italia in cui viene riconosciuto un legame diretto tra la professione di autotrasportatore e il mesotelioma pleurico, una patologia che, ogni anno, causa oltre 6000 decessi nel Paese. Questo riconoscimento apre la strada ad altri lavoratori che si trovano nella stessa situazione, permettendo loro di ottenere giustizia e risarcimenti per le malattie sviluppate a causa dell’esposizione all’amianto.
Una vittoria per l’avvocato Bonanni responsabile dell’Osservatorio Nazionale Amianto
L’avvocato Bonanni ha sottolineato come questa sentenza dia finalmente voce a un’intera categoria di lavoratori, molti dei quali sono già deceduti per malattie respiratorie correlate all’amianto. Il riconoscimento della malattia professionale non è solo una vittoria legale, ma anche un importante risultato sociale, che permette di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi dell’amianto e sui diritti dei lavoratori esposti.
Il mesotelioma pleurico è una forma di tumore che colpisce la pleura, la membrana che riveste i polmoni. Si tratta di una malattia rara, ma altamente aggressiva e dolorosa, con un decorso che porta spesso a esiti fatali. Questa patologia è direttamente associata all’esposizione all’amianto, e il periodo di latenza può essere molto lungo, variando tra i 20 e i 50 anni. Questo significa che le persone esposte alle fibre di amianto possono sviluppare il mesotelioma anche decenni dopo il contatto iniziale con il materiale tossico.
Le persone affette da mesotelioma pleurico affrontano trattamenti estremamente invasivi e dolorosi, come la chemioterapia e, in alcuni casi, interventi chirurgici complessi. La qualità della vita dei pazienti affetti da mesotelioma è gravemente compromessa, e la malattia porta spesso a un elevato livello di sofferenza. In questo contesto, il riconoscimento della malattia professionale rappresenta un risarcimento morale ed economico per il lavoratore e la sua famiglia, offrendo almeno un sostegno finanziario per affrontare le spese mediche e la perdita della capacità lavorativa.
L’Osservatorio garantisce assistenza medica e legale gratuita per le vittime dell’amianto e i familiari
L’Osservatorio Nazionale Amianto, guidato dall’avvocato Ezio Bonanni, si occupa da anni di supportare le vittime dell’amianto e i loro familiari, fornendo assistenza medica e legale gratuita. In seguito a questo riconoscimento, l’Osservatorio ha intensificato il proprio impegno, istituendo uno sportello online dedicato alle vittime dell’asbesto, al quale possono rivolgersi tutti coloro che necessitano di supporto.
Lo sportello offre informazioni e assistenza per il riconoscimento delle malattie professionali causate dall’esposizione all’amianto e mira a garantire che le vittime ricevano giustizia e risarcimenti adeguati. Questa iniziativa rappresenta un sostegno concreto per chi affronta malattie gravi come il mesotelioma e si scontra con le difficoltà burocratiche legate al riconoscimento delle patologie correlate al lavoro.
In Italia, l’amianto bandito ufficialmente nel 1992,continua a costituire un pericolo per migliaia di lavoratori esposti ai rischi derivanti dall’asbesto presente in edifici e veicoli costruiti prima del divieto. La normativa italiana prevede il riconoscimento delle malattie professionali per chi ha subito l’esposizione all’amianto, ma ottenere il riconoscimento non è sempre facile. È necessaria una rigorosa documentazione medica e tecnica, che dimostri il nesso causale tra esposizione e malattia, e molti lavoratori si trovano a dover affrontare lunghe battaglie legali per ottenere giustizia.