Il “mercato comune è morto, viva il nuovo mercato coperto di Terni a km zero“. È arrivato a Palazzo Spada via PEC, protocollato e consegnato agli uffici, il progetto del raggruppamento di imprese di Coldiretti che vuole far rinascere il mercato di largo Manni.

E l’assessore al commercio Stefania Renzi gongola: “Non svelerò nulla di quello che i promotori hanno chiesto di tenere riservato – attacca – ma il progetto è di livello europeo. Un concept che supera la tradizione del mercato alimentare all’italiana, quello con cui siamo cresciuti. per diventare luogo attrattivo e iconico. Non voglio fare paragoni azzardati o eccessivi, ma chi ha visto il Mercato Centrale di Firenze, il Borough Market di Londra o il Marché Raspail di Parigi, può capire la tendenzache è stata seguita dal gruppo di imprenditori agricoli guidato da Federico Leonardi e Albano Agabiti, con Enrica Cotarella come vicepresidente“.

L’idea centrale, da quello che trapela da Palazzo Spada, è che il filo conduttore sarà quello dell’esperienza. Non una semplice sfilata di bancarelle e ristorantini o bar scollegati tra loro, ma un vero e proprio percorso nella qualità, nei segreti della filiera corta, nelle produzioni tipiche con qualche sconfinamento nell’artigianato.

Mercato coperto di Terni, ora parte l’iter per l’affidamento per nove anni ai privati. Valore circa 4 milioni di euro

Adesso parte l’iter per l’affidamento definitivo – spiega l’assessore Renzi -. I privati proponenti, legati a Campagna Amica Country e Coldiretti hanno presentato un progetto definitivo e un piano economico finanziario, dopo essersi aggiudicati la gara. I nostri tecnici dovranno valutarne i contenuti, verificare la rispondenza ai paletti posti in sede di procedura di affidamento e poi si arriverà alla delibera di giunta comunale per il via libera alla gestione“.

L’obiettivo dei proponenti, lo avevamo anticipato, è partire prima possibile con i lavori. Per regalare alla città una struttura rinnovata ed efficiente, con un chiaro imprinting di hub agrolimentare di qualità. Obiettivo: attrarre i ternani e anche i clienti di un bacino che abbraccia il reatino e il viterbese in una nuova location pronta prima del Natale 2024. D’altronde il gruppo di imprenditori che ha messo in piedi la cordata è di standing elevatissimo. Ci sono, tra gli altri, Albano Agabiti, presidente di Coldiretti, Enrica Cotarella, lady del vino umbro ed erede della grande capacità comunicativa del papà Riccardo. E poi Domenico Proietti di Spoleto, la famiglia Trappetti che guida la società Fattore Umbro e tanti altri operatori localizzati nel Ternano. Da Montecastrilli ad Alviano, dalla Valnerina fino a Orvieto.

Da quanto ho potuto vedere – afferma ancora l’assessore Renzi il progetto si qualifica per essere innovativo, pur affondando le sue radici nella grande tradizione delle produzioni umbre. Ci sarà spazio per la vendita al dettaglio, ma anche per l’enogastronomia. Per eventi didattici e degustazioni. Per iniziative socio-culturali e per digressioni nell’artigianato e nelle produzioni tipiche“.

Spazio alla comunicazione, i promotori legati a Coldiretti promettono un lancio in grande stile

Il segreto intorno al progetto deve contribuire a far salire l’attesa. È quanto devono essersi detti i promotori che, c’è da giurarci, percorreranno la strada di successo già intrapresa da alcune iniziative commerciali ternani che sono sbarcate con successo sui social. Venendo prese d’assalto da turisti e curiosi. Ci sarà una conferenza stampa, dopo l’aggiudicazione, nella quale verrà tolto il velo dal progetto. E saranno svelati dall’ATI di Coldiretti tutti dettagli sul layout dell’insediamento e sugli esercizi commerciali presenti.

Chi ci sarà ancora, è sicuro, sono gli operatori rimasti nella struttura. Si tratta di cinque gestori che saranno completamente integrati nel nuovo progetto.

L’ATI che è aggiudicataria della concessione – conclude Stefania Renzisi occuperà anche dell’area prospiciente il mercato, riqualificandola e adattandola ai bisogni del nuovo progetto. Ho visto polemiche sullo stato dell’area, ma sarebbe bastato informarsi per sapere che i lavori sono a carico del concessionario come previsto dalla gara“.

La storia di un flop: ci sono voluti più di 30 anni per arrivare a realizzare un progetto integrato

Quando era stato pensato, negli anni Novanta, il mercato coperto di Terni avrebbe dovuto rappresentare un caso di rigenerazione urbana all’avanguardia. Parcheggio interrato di attestamento al centro, struttura innovativa dedicata ad artigianato, alimentari e produzioni tipiche, un piccolo gioiello in un quartiere, il Clai, completamente riqualificato. Quel progetto, spazzato via da Tangentopoli e dai ritardi nella realizzazione della nuova struttura commerciale, potrebbe finalmente arrivare a compimento in breve tempo. Dopo più di 30 anni dall’idea originaria.

Inaugurato nel 2011 durante l’amministrazione Di Girolamo, quella struttura arancione in acciaio costruita nell’ambito del PUC (programma Urbano Complesso), non solo non ha mai funzionato come era negli auspici. Ma ha subito un costante e progressivo declino, vedendo ridursi il numero degli operatori e un calo di interesse da parte della collettività. Non era bastato il naming giocato sul doppio senso, mercato comune, come mercato municipale e mercato di tutti. Perché dietro non c’era un progetto coordinato, integrato, un piano di investimenti e uno di marketing. Come è successo troppe volte in passato a Terni, si è fatto il contenitore sperando poi di riempirlo con qualcosa.

Quindi, con la giunta Latini e Stefano Fatale assessore al commercio, quell’idea originaria è stata tirata fuori dal cassetto. Forse perché lo stesso Fatale era memore del lavoro che venne pensato quando il padre, ex assessore regionale, guidava il PSI ternano. Bandita la gara, però, il centrodestra ha perso il Comune e il cerino del mercato è rimasto in mano alla nuova amministrazione Bandecchi. Che ora si prepara a voltare pagina.