Il mercato agricolo dell’Arco etrusco promosso da Cia Umbria festeggia domani, venerdì 19 aprile, il suo primo compleanno con un evento speciale, tra musica ed enogastronomia.
Per l’occasione, i prodotti agroalimentari verranno proposti con piatti creati al momento dallo chef Kran Mahey del ristorante “Il Giardino”. L’esperto d’arte culinaria fornirà ai cittadini suggerimenti originali sulla preparazione dei cibi e svelerà i cosiddetti trucchi del mestiere per valorizzare al meglio la frutta, la verdura, farine, cereali, conserve e salse, uova e formaggi che ogni venerdì si ritrovano nei banchi del mercato a seconda della stagionalità.
Il mercato non convenzionale di Cia – Agricoltori italiani dell’Umbria è stato, infatti, inaugurato lo scorso anno in Piazza Puletti, ex Piazza Grimana, nel centro storico del capoluogo umbro, all’interno del progetto Farm@Cia con il patrocinio del Comune di Perugia e dell’Università per Stranieri e con la stretta collaborazione delle associazioni Vivi il Borgo, Assogaribaldi e Borgo Sant’Antonio – Porta Pesa.
Da allora, tiene compagnia agli abitanti del quartiere e ai numerosi turisti della città con un appuntamento fisso settimanale, che ricade sempre di venerdì.
A tirare le somme di questo primo anno di attività, in esclusiva a Tag24 Umbria, è Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vicepresidente nazionale di Cia – Agricoltori italiani.
Presidente, come descrive il mercato di Cia Umbria?
È un mercato agricolo non convenzionale perché non riguarda solo lo scambio commerciale ma riguarda anche i valori e i comportamenti, e quindi l’educazione, per un convivio sostenibile in senso principalmente sociale, pedagogico e culturale. Quello che serve per ridare centralità al ruolo dell’agricoltura che oltre a produrre cibo offre anche servizi, ecosistemi utili ad altri settori economici e ai cittadini fruitori dell’ambiente.
A proposito di cittadini, partner del mercato sono le associazioni di quartiere.
Esatto, perché il mercato di Cia Umbria è concepito come centro di aggregazione in primis. E’ un punto di ritrovo, un luogo di socialità in cui si incontrano e confrontano associazioni, cittadini, produttori, commercianti, università e istituzioni. È inoltre uno spazio utile allo sviluppo territoriale, visto che l’iniziativa ha favorito, tra l’altro, la riqualificazione di una zona problematica del centro storico di Perugia, una piazza spesso protagonista di episodi di vandalismo e criminalità. Il nostro obiettivo è stato, sin da subito, quello di creare e rafforzare le relazioni tra i diversi soggetti che frequentano la città, per provare a ripopolarne le vie e, allo stesso tempo, ridare pregio e dignità ai monumenti simbolo, come l’Arco etrusco.
Cos’altro caratterizza il mercato?
Il mercato agricolo di Cia Umbria non è solo un mercato dove acquistare prodotti di stagione dalle aziende agricole del territorio per promuovere filiere sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Il nostro mercato incentiva un percorso che va oltre l’esperienza d’acquisto, che si fonda sui valori del rispetto della stagionalità delle produzioni e della qualità della materia prima, prestando unitamente attenzione ai concetti di filiera corta e alternativa, di rigenerazione urbana e di educazione alimentare. Senza dimenticare il tema dell’”AgriCultura“, intesa come la diffusione di una cultura sostenibile del cibo, nell’ottica di spezzare quella catena malata che vede redditi bassi per i produttori e i prezzi del consumo alle stelle, restituendo valore all’alimento.
Cosa bolle in pentola per il futuro?
Partendo dall’assunto che molti perugini di ogni età nel corso del tempo sono stati attratti da questa realtà innovativa, fino a diventarne fidelizzati – basti pensare al fatto che puntualmente vengono a trovarci ogni venerdì e si dirigono a colpo sicuro ai vari stand per acquistare prodotti che oramai conoscono e apprezzano, intendiamo adesso allargare la clientela, intercettare nuovi consumatori. Per far questo, non escludiamo l’idea di ampliare la gamma di prodotti da vendere, spaziando dal settore agroalimentare all’artigianato locale, così da rendere il mercato attrattivo anche per i turisti, i cittadini di passaggio, gli umbri in generale, al di là degli abitanti del quartiere. La valorizzazione del Made in Umbria, in tutte le sue declinazioni, vuole essere il nostro punto forza. Con molta probabilità, inoltre, lanceremo dei progetti sportivi e culturali.
Qual’è lo stato di salute del comparto primario?
Lo abbiamo visto in questi mesi con la protesta dei trattori. L’agricoltura, a livello sovranazionale, sta attraversando una fase particolarmente delicata nella quale agli abituali problemi di equa distribuzione del valore lungo la filiera, si vanno a sommare anche l’estrema volatilità dei prezzi e dei costi, delle rese e delle qualità dei prodotti ottenuti. Le questioni sono tante e su più fronti. Servono risposte immediate da dare alle aziende agricole che sono allo stremo, ma servono altresì strategie di lungo periodo per superare i problemi strutturali.
Ci faccia qualche esempio, presidente.
Il 96 per cento delle aziende agricole europee sono a carattere familiare, persone che devono essere aiutare in funzione di un ricambio generazionale sempre più necessario. Gli interessi degli agricoltori non sono fondamentalmente contrari al Green Deal, alla strategia Farm To Fork o a una futura PAC che sostenga una transizione verde. Questo equivoco è spesso diffuso da grandi lobby agroalimentari e partiti politici che cercano di sfruttare le attuali tensioni. Tuttavia, occorrono degli aggiustamenti politici, gli strumenti finanziari e un budget europeo adeguato per vincere le sfide di transizione digitale ed ecologica.