Il rapporto dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno ha riacceso il dibattito sull’economiadell’Umbria. Tommaso Bori, consigliere regionale del Partito Democratico, ha definito i dati emersi da una “prima preoccupante lettura” del documento come un segnale negativo per la regione. In particolare, il consigliere ha puntato il dito contro il presunto calo del Pil regionale nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023. A queste osservazioni ha risposto con fermezza Enrico Melasecche, capogruppo della Lega Umbria, che ha accusato Bori di sciacallaggio politico e di una lettura parziale della situazione.

“Dallo sciacallaggio sulla sanità allo sciacallaggio sui dati economici il passo è breve”, ha dichiarato Melasecche, evidenziando come le affermazioni di Bori trascurino elementi fondamentali per comprendere l’andamento dell’economiadella regione.

Melasecche il contesto del 2019 e gli anni della pandemia

Secondo Melasecche, il riferimento al 2019 come punto di inizio per l’analisi del calo del Pil regionale omette un fatto chiave: “Nel 2019, anno di Concorsopoli, al governo della Regione Umbria non c’era il centrodestra, ma c’era la sua matrigna politica Catiuscia Marini”. Questo passaggio è centrale nella sua argomentazione, poiché associa le difficoltà economiche di quell’anno alla precedente amministrazione di centrosinistra.

Gli anni successivi, il 2020 e il 2021, hanno poi coinciso con la pandemia da Covid-19, un evento che ha avuto ripercussioni su scala globale, influendo su ogni settore produttivo. “Sono stati gli anni delle attività economiche chiuse, della sofferenza non solo sociale e sanitaria, ma anche economica”, ha affermato Melasecche, ribadendo che le difficoltà economiche di quel periodo non possono essere attribuite esclusivamente al contesto regionale. “Dire che il Pil dell’Umbria è calato negli anni della pandemia, quando tutta l’economia nazionale e mondiale hanno subito una fase di decrescita, è dire un’ovvietà”, ha aggiunto, accusando Bori di strumentalizzare questi dati per fini politici.

La svolta economica con il centrodestra

Melasecche ha poi difeso l’operato del governo regionale guidato da Donatella Tesei, sottolineando i risultati positivi raggiunti nel biennio 2022-2023. “Con il centrodestra l’economia umbra si è attestata su livelli di crescita accompagnati dall’aumento dell’occupazione, dell’export, della produzione, delle imprese che hanno scelto la nostra regione per creare nuove opportunità di lavoro”, ha affermato il capogruppo leghista. Ha attribuito questa ripresa a politiche mirate, come il miglioramento delle infrastrutture e l’introduzione di bandi per il rilancio delle imprese, con un particolare focus sui processi di digitalizzazione e innovazione tecnologica.

I dati storici e il declino sotto la sinistra

Nella sua analisi, Melasecche ha ampliato il discorso storico, confrontando i risultati ottenuti dal centrodestra con quelli delle precedenti amministrazioni. “Altro dato che l’economista improvvisato Bori non prende in considerazione riguarda quello pregresso, fondamentale per delineare un quadro reale della situazione economica umbra”, ha dichiarato. Richiamando un’analisi del Sole 24 Ore, ha evidenziato che tra il 2000 e il 2019 l’Umbria ha perso “ben 70 posizioni in classifica, risultando la peggiore realtà non solo in Italia, ma anche in Europa”.

Melasecche ha descritto il periodo compreso tra il 2016 e il 2019 come uno dei peggiori per l’economia umbra: “L’Umbria con il Pd ha mostrato il peggior andamento del Pil tra tutte le regioni italiane, unico a scendere mentre tutte le altre erano in positivo”. Questo declino, secondo il capogruppo della Lega, ha avuto conseguenze significative anche sul riconoscimento internazionale della regione, che per l’Unione Europea è passata da “regione sviluppata” a “regione in transizione”.

La contestazione dei dati Svimez

Infine, Melasecche ha contestato l’interpretazione del rapporto Svimez proposta da Bori, definendo le sue dichiarazioni infondate. “Quello Svimez sul Pil Umbria 2023 non è un dato, come lui sostiene, ma una mera previsione, visto che il dato del consuntivo Istat arriverà solo a gennaio 2025”. Ha poi invitato il consigliere a una maggiore attenzione nell’utilizzo dei numeri, aggiungendo: “L’improvvisato economista Bori studi di più o si occupi di cose che gli vengono meglio, come lo sciacallaggio sulla sanità”.