Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, è intervenuto domenica 4 maggio 2025 a Perugia, al Parco Bellini di Ponte San Giovanni, durante l’assemblea regionale della CGIL Umbria dal titolo "In questo silenzio – 5 Sì". L’iniziativa ha rappresentato una tappa centrale della campagna referendaria nazionale in vista del voto dell’8 e 9 giugno, volto a modificare leggi che il sindacato ritiene penalizzanti per i lavoratori.
Nel suo intervento, Landini ha lanciato un messaggio forte e chiaro: "Dire Sì al referendum vuol dire basta morire sul lavoro". Le sue parole hanno acceso l’assemblea, richiamando l’urgenza di azioni concrete contro la precarietà e l’insicurezza nei luoghi di lavoro.
Davanti a centinaia di lavoratori e delegati, Landini ha ribadito che il pacchetto di quesiti referendari promosso dalla CGIL punta a ristabilire diritti fondamentali: "Votare Sì vuol dire cambiare leggi balorde e ingiuste, basta con i contratti a termine infiniti, basta con i licenziamenti facili, basta morire sul lavoro. È una rivolta democratica, pacifica e costituzionale".
Landini ha denunciato una situazione insostenibile sul fronte della sicurezza: "Ancora oggi ci sono persone che muoiono come cinquant'anni fa. Questo accade perché la cultura del profitto ha preso il sopravvento sulla cultura della vita. Il lavoro non può essere un rischio quotidiano".
Secondo il segretario CGIL, il referendum è uno strumento per rimettere al centro la persona, non il profitto. "Il nostro Paese ha bisogno di un altro modello di impresa: oggi chi lavora è trattato come un numero, e le condizioni di vita peggiorano", ha detto Landini, aggiungendo che "la precarietà non è libertà, è ricatto. Non possiamo continuare a vivere così".
Il leader sindacale ha anche spiegato che la campagna è costruita "dal basso", partendo proprio dai territori, come l’Umbria: "Qui, come in tutta Italia, stiamo ascoltando la voce di chi lavora. Ed è una voce che chiede dignità, sicurezza e stabilità".
Durante l’assemblea, Landini ha richiamato con forza le parole di Papa Francesco, ribadendo la sintonia tra il messaggio del Pontefice e la missione del sindacato. "Papa Francesco ci ha detto: 'Fate rumore, date voce a chi non ha voce'. E noi, come CGIL, lo facciamo ogni giorno nei luoghi di lavoro, nei cantieri, negli ospedali, nelle scuole. Ovunque ci sia ingiustizia".
Il segretario ha poi ricordato l’incontro tra la CGIL e il Papa, in cui il Pontefice ha posto domande cruciali: "Perché una donna deve guadagnare meno di un uomo? Perché un giovane deve essere costretto ad emigrare? Perché si deve morire lavorando?". Interrogativi che, secondo Landini, rappresentano il cuore della battaglia sindacale.
L’assemblea del 4 maggio si è svolta in un clima di forte partecipazione e consapevolezza. Delegati di ogni categoria – metalmeccanici, edili, lavoratori del pubblico impiego, agricoltori, giovani precari – si sono alternati sul palco con testimonianze e proposte. L’iniziativa è stata accompagnata anche da momenti musicali, tra cui l’esibizione della Bandabardò, a sostegno simbolico della causa referendaria.
"È stato un momento collettivo di ascolto e di impegno", ha detto un delegato umbro dal palco. "Qui non si tratta solo di votare Sì, ma di riprenderci la dignità che ci è stata tolta in questi anni".
In chiusura, Landini ha rivolto un appello accorato alla cittadinanza umbra: "Il referendum non è solo una questione sindacale. È una battaglia di civiltà. Non importa da dove vieni o che lavoro fai: andare a votare significa scegliere che Paese vogliamo essere".
E ha concluso con un monito chiaro: "Ogni astensione è una rinuncia alla democrazia. Noi chiediamo a tutti di informarsi, di partecipare, di scegliere. Perché chi lavora ha diritto a vivere, non a morire".