In un’epoca dominata dalla digitalizzazione, l’esame di maturità italiana continua a rappresentare un peso per l’ambiente. Se nella vita di tutti i giorni adulti e ragazzi utilizzano sempre più spesso la tecnologia e le possibilità che offre per ottimizzare il proprio lavoro anche e soprattutto riducendo l’impatto ambientale, così non è a scuola. Specialmente quando si parla della maturità.
Andrea Franceschetti, da oltre vent’anni professore di italiano e latino e commissario d’esame da lungo tempo, ha lanciato una forte critica sulla sostenibilità ecologica di questa tradizione scolastica. Nella sua lettera aperta all’ANSA, infatti, mette in evidenza l’ipocrisia di insegnare il rispetto dell’ambiente in un sistema scolastico che, al contrario, lo boicotta.
Cosa c’entra l’esame di maturità con l’ambiente?
“L’esame di maturità non è amico dell’ambiente, ogni anno per le due prove scritte vengono stampati quasi 11 milioni di fogli di carta e tutto questo è ecologicamente insostenibile“. È con questo incipit che comincia la lettera aperta del prof Andrea Franceschetti all’ANSA. Un monito questo che arriva al termine della settimana delle prove scritte e che mette in luce un problema che molti trascurano. Forte della sua lunga esperienza il docente si sfoga parlando di una situazione che è sotto gli occhi di tutti da sempre: lo spreco della carta nelle scuole italiane durante la maturità.
Insegnante al liceo “Città di Piero” di Sansepolcro, Franceschetti è conosciuto e apprezzato dagli studenti al confine tra Umbria e Toscana anche per la sua attività sui social media, oltre che per la pubblicazione di numerosi libri. Nella sua analisi sottolinea come “le maturande e i maturandi 2024 si assestano su 526.317 unità. Alla prima prova scritta, quella di italiano, le tracce sono distribuite ad ognuno in sette fogli e ciò significa 3 milioni684.219 fotocopie“, spiega. Poi prosegue: “Aggiungiamo un minimo di due fogli protocollo per studente e quindi un milione 52.634 fogli in più e si va a 4.736.853. Ma non è finita qui. Ogni prova di italiano“, aggiunge il docente, “viene corredata con un altro foglio contenente la griglia di valutazione. Quindi si sale a cinque milioni 263.170 fogli e siamo solo alla prima prova scritta“
Il suo, lo ammette, è “uno sfogo fra il matematico, l’ecologico e il civico“. Non si ferma solo alla prima prova, ma prende in esame tutto l’iter della maturità per svelare lo spreco e l’anti-ecologismo che ne emerge. “Sommando anche la seconda si giunge più o meno a 10 milioni 526.170 fogli di carta“, dichiara. Ricorda inoltre che “alcuni indirizzi di studio di prove scritte o pratiche ne hanno tre“, con un conseguente aumento della carta utilizzata dagli studenti.
Una contraddizione educativa
Non sono solamente le prove scritte svolte dagli studenti italiani per l’esame di maturità a impattare sull’ambiente. Ma anche tutta la burocrazia che ruota intorno agli esami stessi. Franceschetti prosegue, infatti, analizzando proprio questo aspetto. “A tutto questo“, scrive, “si devono ulteriormente aggiungere le griglie di valutazione del colloquio orale, una trentina di pletorici verbali redatti, stampati e firmati da ogni commissione. E le commissioni d’esame, quest’anno, ammontano a 14.072. E infine, le stampe dei voti finali, da affiggere ai portoni delle scuole“.
“Insomma, milioni di fogli, nell’era della digitalizzazione e nell’epoca della più stringente emergenza ambientale“. Questa la dura critica del prof, che conclude con un esame di coscienza: “Con che faccia andiamo, poi, noi insegnanti, durante l’anno scolastico, a parlare di educazione ambientale, civica alle nostre studentesse e ai nostri studenti?“.
Andrea Franceschetti invita a ripensare il sistema, a riflettere se sia finalmente il caso di adottare soluzioni digitali e sostenibili per ridurre l’impatto ambientale degli esami di maturità. Il suo appello è un invito a riflettere su come modernizzare uno dei momenti chiave dell’educazione italiana, rendendolo più compatibile con le esigenze del nostro pianeta.