La città di Marsciano ha espresso un deciso rifiuto alla costruzione di un nuovo inceneritore nella Media Valle del Tevere. Michele Moretti, candidato sindaco per la coalizione Alleanza Progressista, ha rafforzato questa posizione durante una conferenza stampa convocata dalla lista Progressisti per Marsciano. Grande la partecipazione da parte della comunità e dei comitati, che stanno preparando una mobilitazione per ribadire il no alla possibilità di un nuovo impianto nella zona.

L’evento è stato organizzato per manifestare il completo e totale disaccordo con il Piano Rifiuti proposto dalla giunta Tesei. Quest’ultimo prevede, in particolare, una legge che prevede l’eliminazione degli standard minimi di raccolta differenziata, creando così le premesse per la creazione di un nuovo impianto di incenerimento capace di trattare 180.000 tonnellate di rifiuti.

Marsciano contro la proposta del nuovo inceneritore

Per la destra che ha fatto della politica nera il proprio marchio di fabbrica“, afferma Michele Moretti. “Marsciano è area idonea per la costruzione del nuovo inceneritore. Ma noi non vogliamo inceneritori nè a Marsciano nè in Umbria, vogliamo ospedali che funzionino“. Per il candidato sindaco il controverso Piano Rifiuti ha al suo interno una proposta di legge che sembra retrocedere sugli obiettivi di raccolta differenziata, anziché puntare su di essi.

La creazione dell’ennesimo inceneritore sarebbe deleterio per l’intera zona della Media Valle del Tevere, è questo che è emerso ieri alla conferenza stampa di Progressisti per Marsciano. Inceneritore che, nei fatti, sarebbe in grado di eliminare 180mila tonnellate di rifiuti. Quello della coalizione è un no deciso, netto. Anche il consigliere regionale e coordinatore del M5S Umbria, Thomas De Luca, è intervenuto criticando aspramente l’efficacia economica di tali impianti. “Sappiamo che impianti così piccoli non sono economicamente sostenibili. Immaginate decine di migliaia di tir che arriveranno ogni anno su questo territorio per portare rifiuti da bruciare. Immaginate l’impatto sulla qualità dell’aria e in termini ambientali“.

De Luca critica poi l’atteggiamento degli altri comuni a direzione centrodestra in cui “il filo conduttore è sempre lo stesso, dicono sì al nuovo inceritore ma non a casa loro“. Si tratta, per il consigliere regionale, di un vero e proprio “gioco di specchi continuo quello tra il sindaco di Todi Ruggiano e la sindaca Mele che, in qualità di presidente del CAL, ha votato positivamente al parere del Piano Rifiuti che individua Marsciano come area idonea“.

L’opposizione cresce: il M5S propone un Piano Rifiuti alternativo

La legge recentemente proposta dalla giunta regionale, il “Piano regionale per la gestione integrata dei rifiuti – PRGIR. Procedure per l’affidamento dei servizi ai sensi dell’articolo 16 della legge regionale del 13 maggio 2009 n. 11 (Norme per la gestione integrata dei rifiuti e la bonifica delle aree inquinate)”, rappresenta un notevole passo indietro per l’Umbria. Questa proposta mira infatti a eliminare la soglia minima del 40% per la raccolta differenziata, un cambiamento che segna un regresso di almeno tre decenni nella politica ambientale della regione.

Thomas De Luca era già intervenuto sul tema dell’inceneritore criticando duramente quanto contenuto nel Piano Rifiuti della giunta Tesei, critiche alle quali aveva risposto Roberto Morroni, vice presidente e assessore dell’ambiente della Regione Umbria. Per De Luca è “fondamentale che i sindaci del campo progressista si oppongano a questa follia“, per questo il M5S sta preparando un Piano dei rifiuti alternativo, che verrà presentato il 4 maggio.

Presenteremo un emendamento in commissione per stralciare la proposta e inserire l’innalzamento del limite minimo di raccolta differenziata dal 40% al 70%. Il mondo va verso le politiche virtuose, l’economia circolare, il riciclo e riuso“, ha dichiarato in conferenza stampa. Il candidato sindaco di Marsciano Michele Moretti è più diretto e poco accondiscendente: “Non vogliamo il nuovo inceneritore a Marsciano e non lo vogliamo in Umbria“. Poi spiega che “dalla nostra amministrazione comunale c’è sempre stata ambiguità su questo. Il nostro territorio ha sempre spinto sull’acceleratore per quanto riguarda la raccolta differenziata, anche casa per casa“.

La direzione da intraprendere, quindi, è “alzare il tetto della differenziata, non toglierlo. Dobbiamo andare verso un’economia che chiuda in maniera virtuosa il ciclo dei rifiuti e dia interessanti ricadute anche su artigianato e industria. Salute e gestione dei rifiuti vanno di pari passo“.

Il tema ambientale e sanità: le priorità per Marsciano

Il Piano Rifiuti proposto dalla Regione Umbria ha tutta l’aria di essere un vero e proprio colpo mortale alle politiche ambientali attive, specialmente considerando che alcuni comuni umbri hanno già raggiunto livelli di raccolta differenziata vicini al 90%. L’onorevole Emma Pavanelli ha evidenziato come la proposta di legge sembri contrastare con le direttive europee che spingono verso la riduzione della produzione di rifiuti e l’incremento del riciclo.

Abbiamo il tasso di riciclo più alto d’Europa per vetro  e alluminio, meno per la plastica“, ricorda Pavanelli. “E abbiamo il più alto tasso di imprese che riciclano e creano nuovi prodotti con materie prime seconde. Non parliamo più di rifiuti ma di materiali preziosi“. La Regione deve quindi “mettere in campo un piano industriale che crei un ciclo virtuoso di prossimità e posti di lavoro“.

Infine arriva la stoccata di Michele Capoccia, candidato nella lista Progressisti per Marsciano: “Ecco qual è il piano di rilancio della destra in Umbria: togliere servizi dal pubblico e metterli in mano ai privati, distruggere la sanità, aumentare la produzione di rifiuti destinati all’incenerimento. Un atteggiamento puramente ideologico che porterà la popolazione a decrescere“.

La resistenza crescente contro l’inceneritore dimostra una chiara preferenza per un modello di economia circolare, che non solo protegge l’ambiente ma potenzialmente crea anche nuove opportunità economiche e lavorative per la regione. Quale sarà la risposta del centrodestra?