Quest’anno sono undici le candeline per la rassegna “Archeologia industriale e vernacolo: il teatro delle nostre tradizioni“. Un appuntamento imperdibile dell’estate nel ternano che unisce in una soluzione originale la tradizione teatrale popolare al patrimonio dell’archeologia industriale. Dal primo al 10 agosto al Sentiero N. 5, nell’area del Belvedere Superiore della Cascata delle Marmore, le migliore compagnie di teatro amatoriale a livello nazionale porteranno sul palco una serie di commedie in una location d’eccezione. Il sentiero N.5 che fa parte della rete sentieristica della Cascata, si può infatti facilmente considerare un museo a cielo aperto dove si possono ammirare sei grandi manufatti provenienti dalle centrali idroelettriche di Galleto e Narni. Un palcoscenico d’inestimabile valore in cui le compagnie, che arriveranno a Marmore da tutta Italia, avranno l’occasione di intrattenere il pubblico nella lingua delle proprie origini.
La kermesse anche nel 2024 presenta dieci spettacoli in lingua dialettale selezionati con cura attraverso un’apposita call in cui sono state privilegiate le compagnie composte da giovani under 35. Il cartellone è da sempre pensato per essere il più inclusivo possibile, valorizzando al contempo la creatività, il vernacolo e le eccellenze del territorio.
Teatro e archeologia industriale: l’intervista a Manola Conti, presidente della Pro Loco di Marmore
Dietro a questa consolidata rassegna c’è l’attivissima Pro Loco di Marmore guidata dall’infaticabile presidente Manola Conti. La raggiungiamo al telefono per farci raccontare in esclusiva qualcosa in più su quello che si va preparando.
Come è nata l’idea di una rassegna teatrale all’interno di un sentiero dedicato all’archeologia industriale?
“Abbiamo iniziato nel 2013 con soltanto due serate. Fu un esperimento per capire se le persone potevano essere attratte nel nostro territorio anche grazie allo strumento del teatro, realizzando un evento di promozione turistica e culturale. Ha funzionato, la risposta è stata più che positiva. Così dai due giorni iniziali siamo passati a quattro e al terzo anno eravamo già un evento nazionale. Annualmente lanciamo un bando e anche per questa edizione sono più di 30 le compagnie che da tutta Italia ci hanno proposto i loro lavori, che sono stati valutati da una commissione. Non è semplice fare la selezione perché il livello delle compagnie è cresciuto costantemente“.
Il connubio fra teatro e archeologia industriale è sicuramente molto interessante. Marmore è un territorio che conserva importanti testimonianze produttive in un contesto naturalistico di estremo pregio. Ce ne parli meglio?
“Noi stiamo lavoriamo da sempre alla valorizzazione di questo patrimonio e lo stiamo facendo anche con altri due progetti che la Fondazione Carit ci ha già finanziato. Puntiamo moltissimo sul territorio. Non ci basta mostrare i reperti di archeologia industriale, vogliamo che tutte le persone che vengono a Marmore entrino dentro a questo evento di promozione turistica. Su questo stiamo anche realizzando un’app dedicata che consente di esplorare tutte le bellezze inserite nel parco naturalistico della Cascata delle Marmore“.
Che cosa vi aspettate dalla rassegna per questa edizione?
“Ci aspettiamo attenzione dagli enti locali che se ci potessero aiutare anche finanziariamente ci consentirebbero di realizzare più eventi, anche di maggiore durata. La nostra macchina organizzativa gestisce numerosi aspetti anche legati all’accoglienza. Noi, da parte nostra, lavoriamo tantissimo sui bandi e stiamo puntando sui giovani. In questo senso, un grazie molto sentito voglio rivolgerlo in particolare alla vice presidente della Pro Loco, Gilda Zagaria che è insostituibile e sta portando innovazione e curiosità. Quest’anno le compagnie verranno quasi tutte da fuori e come sempre ci impegniamo ad offrire un’ospitalità degna, auspicando che si crei una bella rete con gli enti locali preposti“.
La grande ricchezza del dialetto
Quella del dialetto quale lingua al centro della rassegna non è ovviamente casuale ma riflette una precisa scelta stilistica della Pro Loco di Marmore. Una visione che riguarda una delle espressioni più intrinseche e autentiche delle radici e dell’appartenenza. “Il dialetto” ribadiscono “è l’espressione di un popolo, assorbendo e restituendo fatti, episodi, luoghi, persone con identità precise e con un’anima. È un patrimonio culturale da tutelare“.
Valorizzare il dialetto equivale a rendere visibili e condivisibili quelle radici “farne apprezzare il legame intimo con il territorio, le capacità espressive, i contenuti comici, poetici e ironici. Renderlo testo teatrale
significa continuare una tradizione con radici antichissime e un ruolo di rilievo nell’ambito delle arti performative italiane“.
Per la sua vicinanza all’esperienza quotidiana, il dialetto è la lingua che rappresenta fedelmente la vita delle persone, riflettendo l’immediatezza di tante situazioni in cui è impossibile non riconoscersi. “Usare il vernacolo come forma artistica negli scritti, nei testi teatrali, nella poesia, significa portarlo a conoscenza dei nostri figli, rendendoli possessori di una grande eredità: la nostra cultura“.
Teatro e archeologia industriale: il programma
Il programma, come anticipato, prevede dieci spettacoli diversi che si susseguiranno per dieci giorni. Si parte giovedì 1 agosto con “L’altra Cenerentola” della compagnia Il Siparietto proprio di Marmore, padroni di casa. Venerdì 2 agosto sarà la volta di “Il morto sta bene in salute” della Compagnia Teatrale Arca di Trevi (PG), mentre sabato 3 agosto ci sarà “Matrimonio con sorpresa” della Compagnia dei Teatranti di Bisceglie (BT). Domenica 4 agosto appuntamento con L’improvvisata Compagnia di Latina in “Chi non muore si ravvede“.
Lunedì 5 agosto la compagnia Sipario Rosso di Rieti porterà sul palco “Poru leciu!” e martedì 6 agosto ci sarà la Filodrammatica l’Antica Fraschetta da Bucine (AR) con “La bottega del sarto“. Mercoledì 7 agosto arrivano gli amatissimi Pere Cotogne da Spoleto (PG) con il “Laive Tur 2024“. Giovedì 8 agosto sarà la volta del Gruppo Teatrale Gli Amici Cantaliciani da Cantalice (RI) con “Chi piagne e chi rie“. Venerdì 9 ci sarà “La zuppiera” dell’Associazione Artistica Teatrale “30 Allora” da Casagiove (CE) e per la chiusura di sabato 10 agosto l’appuntamento è con “Un matrimonio all’italiana” dell’Associazione Teatrale Ipercaso da Montecorvino Rovella (SA). Per tutti l’appuntamento è alle 21:00.
“Archeologia industriale e vernacolo: il teatro delle nostre tradizioni” è organizzato dalla Pro Loco Marmore in collaborazione con Hydra Museo Multimediale, Cascata delle Marmore, Vivaticket, UILT (Unione Italiana Libero Teatro) e patrocinato dal Ministero del Turismo, Regione Umbria, Assemblea Legislativa Regione Umbria, Comune di Terni, Provincia di Terni, CCIAA Umbria, UNPLI, UILT, Confartigianato Terni, Confesercenti Terni, Confcommercio Terni e CNA Umbria.