La marcia Perugia-Assisi è tornata a essere un campo politico, oltre che ideale. In prima linea, sotto le stesse bandiere della pace, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Maurizio Landini hanno sfilato tra migliaia di persone, rilanciando un messaggio comune: basta armi, servono investimenti sociali. Nella marcia simbolo del pacifismo italiano, la sinistra si è ritrovata a camminare insieme contro il riarmo e le politiche dell'Unione Eiuropea e del governo Meloni, che secondo i leader presenti “stanno militarizzando l’Europa e impoverendo i cittadini”.
Tra gli applausi della folla, Giuseppe Conte ha scelto parole nette. “Siamo alla marcia della pace perché la bandiera blu dell'Europa si è tinta di verde militare”, ha detto il leader del Movimento 5 Stelle, camminando tra i manifestanti diretti verso Assisi. Un messaggio che intreccia idealismo e critica politica: “Il nostro Governo programma nel triennio spese militari per oltre 20 miliardi mentre famiglie e imprese in Italia se la passano malissimo”.
Conte ha poi delineato la sua ricetta alternativa, costruita attorno a un ritorno alla politica sociale: “Abbiamo bisogno di un piano choc di investimenti, di un severo taglio delle tasse e di aumentare la no tax area. Bisogna investire ancora di più a favore delle imprese e nella sanità, perché i cittadini non si curano più, e dobbiamo incrementare l'assegno unico per le famiglie”.
Un intervento che ha segnato l’orientamento del Movimento 5 Stelle verso una posizione chiaramente pacifista, in continuità con la linea assunta negli ultimi mesi in Parlamento contro l’aumento delle spese militari e l’invio di armi in Ucraina.
Accanto a Conte, anche la componente Alleanza Verdi e Sinistra ha voluto marcare la sua presenza. Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha parlato con toni duri ma misurati: “In un mondo incendiato dall'odio, dalla violenza e dall'orrore della guerra, siamo ancora una volta qui a manifestare per la pace. Perché contro guerra, genocidio e riarmo serve una forza di pace. E noi lo siamo”.
Un messaggio di continuità con la tradizione della PerugiAssisi, ma anche un chiaro segnale politico in vista delle prossime sfide parlamentari e amministrative.
Più diretto e polemico il segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha puntato il dito contro l’atteggiamento del governo e le dinamiche internazionali: “La Marcia della Pace è un grido contro l’ipocrisia dei governi, a partire da quello italiano, che offende chi manifesta per la pace. Mentre nel mondo si combattono 56 guerre e le spese militari toccano cifre record, serve dire basta alla corsa agli armamenti e chiedere che Netanyahu sia giudicato per i crimini di guerra”.
Ad aprire la fila delle dichiarazioni era stato ieri il messaggio del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenuto ad Assisi nel convegno “Il lavoro marcia verso la pace”. “La sicurezza e la pace non si costruiscono con le armi, ma con il lavoro, i diritti, la sanità e la scuola”, ha detto il leader sindacale, ribadendo la netta opposizione della Cgil all’aumento delle spese militari previsto nella legge di bilancio.
Landini ha accusato il governo Meloni di avere “scelto di investire solo nel riarmo, mentre la guerra continua a far pagare il prezzo più alto ai lavoratori, alle famiglie e alle persone comuni. È quella che fa aumentare l'inflazione e peggiora le condizioni di vita. Lottare per la pace significa anche lottare per il lavoro, per lo Stato sociale e per la democrazia”.
Il leader della Cgil ha annunciato una nuova mobilitazione nazionale: “Il 25 ottobre saremo a Roma per una grande manifestazione aperta a tutti, per dire no al riarmo e sì a un modello di società fondato sul lavoro e sulla persona, non sul profitto”.