La Procura di Spoleto ha chiesto il rinvio a giudizio di una insegnante di sostegno 45enne, accusata di maltrattamenti aggravati ai danni di una studentessa 12enne affetta da autismo infantile. I fatti contestati risalgono al periodo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 e sarebbero stati documentati anche grazie a telecamere nascoste installate dai carabinieri a scuola.
Secondo quanto emerso dalle indagini, nell’arco di circa quattro mesi e mezzo la docente di sostegno avrebbe tenuto in classe una serie di comportamenti minacciosi, denigratori e violenti nei confronti dell’allieva. In diverse occasioni l’insegnante l’avrebbe insultata e le avrebbe urlato contro.
Gli episodi di violenza fisica contestati alla professoressa sono numerosi e sarebbero stati ripresi dalle telecamere installate dai Carabinieri a scuola. Stando alla richiesta di rinvio a giudizio, la 45enne avrebbe colpito più volte la studentessa con schiaffi – in un caso sul volto, altre volte su mani, cosce e schiena – e l’avrebbe strattonata con forza, facendola sbattere contro i banchi in aula o contro lo stipite di una porta, causandole lividi visibili su diverse parti del corpo. In almeno un’occasione la docente, difesa dall’avvocato Alberto Onori, le avrebbe afferrato i capelli nel corridoio della scuola e, durante una crisi della ragazza, le avrebbe dato un violento pizzicotto alla mano. Per l’accusa le immagini registrate non lasciano spazio a dubbi: “le tirate di capelli sono tirate di capelli e non altro, gli schiaffi sono schiaffi e non ‘buffetti’”.
Oltre alle aggressioni fisiche, l’insegnante di sostegno è accusata anche di aver ripetutamente isolato la 12enne dal resto della classe. La docente l’avrebbe spesso allontanata dai compagni, costringendola a trascorrere gran parte dell’orario scolastico da sola in un’aula a lei dedicata. In questi frangenti, secondo le indagini, la prof si disinteressava della ragazza, passando la maggior parte del tempo a scrollare lo smartphone invece di occuparsi di lei. La ragazzina veniva dunque lasciata abbandonata a se stessa, un comportamento omissivo che – sottolineano gli inquirenti – confermerebbe l’ipotesi dei maltrattamenti.
I Carabinieri di Spoleto hanno condotto l’indagine, installando telecamere nascoste nella scuola per documentare i presunti abusi. L’inchiesta è scattata a seguito di alcune segnalazioni esterne (non provenienti dalla famiglia). Ciò ha permesso di far luce sulla situazione grazie ai filmati raccolti a scuola. I genitori della 12enne avevano notato lividi sul corpo della figlia e un improvviso rifiuto di andare a scuola, ma non immaginavano che dietro vi fossero dei maltrattamenti. La madre e il padre attribuivano quei segni a incidenti accidentali e il malessere della ragazza alle normali difficoltà di adattamento nella nuova scuola. Solo con la notifica di chiusura delle indagini da parte della Procura hanno appreso le presunte violenze emerse dall’inchiesta.
Sul fronte giudiziario, la Procura ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’insegnante, contestandole il reato di maltrattamenti aggravati. L’udienza preliminare si terrà a febbraio 2026 davanti al GUP Maria Silvia Festa, che dovrà decidere se mandare a processo la docente. Sarà un giudice diverso da quello che in fase preliminare aveva respinto la richiesta di sospensione dall’insegnamento per un anno – misura cautelare avanzata dalla pm Federica Filippi – giudicando il suo atteggiamento “inadeguato sì, ma meramente contenitivo”. Ora, alla luce delle prove raccolte, l’insegnante rischia il processo. I genitori, parte offesa nel procedimento e rappresentati dall’avvocato Antonio Francesconi, hanno già manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile, confidando nella giustizia.