Arriva da Assisi una brutta storia di maltrattamenti in famiglia. Ieri il personale della Polizia di Stato del Commissariato locale è intervenuto in un’abitazione dove era in corso una lite furibonda. Giunti sul posto, i poliziotti hanno sorpreso il 26enne figlio della coppia che, in evidente stato di agitazione, tentava di avvicinare il padre con fare minaccioso. Dopo aver contenuto il giovane, i poliziotti hanno sentito i genitori, i quali hanno riferito che, ultimamente, il figlio era solito tenere una condotta provocatoria e vessatoria nei loro confronti, in alcuni casi degenerata in insulti e danneggiamenti delle suppellettili in casa. Il padre ha riferito inoltre che, quel giorno, il figlio, dopo aver insultato sia lui sia la moglie, lo aveva percosso e schiaffeggiato al volto, circostanza che gli aveva procurato delle lesioni personali. I genitori, spaventati dalla reiterata condotta del figlio, hanno quindi chiesto l’intervento della Polizia di Stato.

Il 26enne non è nuovo a comportamenti di questo tipo: già in precedenza, il Questore aveva emesso il provvedimento dell’ammonimento nei suoi confronti. Al termine delle attività di rito, il figlio della coppia è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ed è stato infine allontanato dall’abitazione dei genitori.

Il 26enne di Assisi e i maltrattamenti in famiglia

Quello dei maltrattamenti in famiglia è un reato molto grave e purtroppo le varie cronache locali e nazionali ne riportano spesso notizia, segno che proprio la famiglia che dovrebbe essere il rifugio sicuro per eccellenza, a volte si trasforma nel luogo di maltrattamenti, esattamente come accaduto alla coppia assisana alle prese con il figlio violento. Un fatto simile a quello di Assisi, è accaduto all’inizio dello scorso febbraio a Siziano, in provincia di Padova. Anche qui, il figlio 27enne, dopo un violento litigio, aveva spinto il padre di 79 anni che cadendo, aveva riportato la frattura dell’omero. Il giovane era stato arrestato, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni.

Per quanto riguarda la legislazione, il reato di maltrattamenti in famiglia è regolato dall’articolo 572 del Codice Penale. “Chiunque maltratti una persona della propria famiglia o comunque convivente, o ancora sottoposta alla propria autorità […] rischia da tre a sette anni di carcere. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità o ancora, se il fatto è commesso con armi.”

Qualora dal maltrattamento, derivassero lesioni personali, la pena è inasprita fino a arrivare a un massimo di ventiquattro anni nel caso gravissimo, in cui il maltrattamento fosse causa di morte della persona che lo subisce. Anche il minore che dovesse assistere al maltrattamento, è da considerarsi persona offesa.

Il caso di stalking famigliare a Montecastrilli

Neanche un mese fa, un altro fatto di cronaca nel ternano, a Montecastrilli, aveva fatto emergere quanto, ancora una volta, la dimensione famigliare possa essere vulnerabile e bersaglio della reiterazione di reati. In quel caso si era parlato esplicitamente di stalking famigliare, poiché le vittime appartengono tutte allo stesso nucleo familiare. Un 38enne italiano del luogo, era stato il destinatario di un divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico. La vicenda aveva assunto gli inquietanti contorni dello “stalking famigliare”: oltre all’ex compagna dell’uomo, vittime della condotta persecutoria, sono stati anche i due figli di lei, tutti residenti nel comune di Montecastrilli. I comportamenti persecutori erano iniziati, come spesso accade, al termine della relazione fra i due. L’uomo, come anche nel caso de 26enne di Assisi che ha maltrattato i genitori, era recidivo: già nel 2022 era stato destinatario di analoga misura.