Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha raccolto tantissime adesioni con la raccolta di oltre 2.600 firme in Umbria, in opposizione all’emendamento Puletti. Quest’ultimo, secondo il M5S, avrebbe permesso il transito indiscriminato dei veicoli a motore su sentieri e pascoli di montagna, suscitando preoccupazioni tra i cittadini e provocando una risposta massiccia durante la due giorni di raccolta firme.
La raccolta firme del Movimento 5 stelle
L’iniziativa, organizzata in diverse città umbre tra cui Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Umbertide, Città della Pieve, Amelia, Bastia Umbra e Assisi, ha visto la partecipazione attiva di numerosi cittadini, che hanno espresso il loro netto rifiuto all’emendamento proposto.
Il comunicato diffuso dal M5S ha sottolineato l’ampio supporto ricevuto da parte dei residenti, inclusi candidati sindaci come Vittoria Ferdinandi, Mauro Masciotti ed Erigo Pecci, che hanno sottoscritto la petizione. Questo segnale trasversale di opposizione evidenzia la preoccupazione diffusa riguardo alle potenziali conseguenze di una legge che avrebbe radicalmente modificato il tessuto montano umbro.
Secondo il M5S, il successo della raccolta firme dovrebbe indurre una riflessione profonda nei promotori dell’emendamento, invitandoli a riconsiderare la loro posizione e a modificare la legge in questione. L’emendamento, se attuato, avrebbe infatti non solo impattato sullo stile di vita delle comunità locali, ma avrebbe anche compromesso le attività delle associazioni, degli escursionisti e dei turisti, oltre a mettere a rischio le imprese che operano sul territorio e persino i sindaci dei comuni umbri.
Questa mobilitazione popolare rappresenta un chiaro segnale di dissenso nei confronti di politiche che minacciano la fruizione sostenibile delle risorse naturali e il mantenimento dell’equilibrio ambientale. La voce dei cittadini si è fatta sentire con forza, dimostrando la volontà di proteggere il patrimonio montano umbro e di preservare uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali.
Che cosa stabilisce l’emendamento Puletti
L’emendamento Puletti, approvato nel silenzio dello scorso dicembre, ha sollevato una serie di preoccupazioni per il M5S. Secondo il capogruppo del movimento Thomas De Luca, l’intento di consentire l’accesso indiscriminato dei mezzi a motore nei sentieri e nei pascoli ha creato una situazione confusa e pericolosa. Questo pasticcio normativo, se lasciato invariato, potrebbe portare a multe pesantissime per i cacciatori e mettere in crisi gli organi preposti ai controlli.
La normativa vigente, in vigore dal 1° gennaio 2024, permette il transito di veicoli a motore in sentieri, mulattiere e pascoli senza una tabellazione esplicita. Questa scelta, pensata per agevolare chi vive la montagna con veicoli SUV, ha però creato un caos normativo che lascia ampio spazio a interpretazioni e discrezionalità.
E ora, cosa succede?
Il M5S ha così commentato il grande afflusso di firme: “Il successo della raccolta firme dovrebbe portare a riflettere gli stessi promotori di questo scempio legislativo a tornare sui propri passi per rivedere una legge che ha trasformato radicalmente il modo di vivere la montagna, mettendo in difficoltà le associazioni, escursionisti, turisti, fino alle aziende che operano sul territorio e anche gli stessi sindaci dei comuni umbri”. I pentastellati hanno aggiunto: “Chiediamo con forza che la norma sia rimessa alla sede competente della Seconda commissione consiliare perché l’emendamento Puletti è stato approvato con un blitz alla legge di Bilancio 2024, senza alcun dibattito o approfondimento nella commissione competente, senza aver audito alcun portatore di interesse e senza alcuna valutazione nel merito da parte degli uffici tecnici dell’assemblea legislativa”.
In ogni caso, è una mossa esplicativa, perché per abrogare un emendamento regionale l’iter è diverso. In quel caso, infatti, un membro del consiglio regionale o un’organizzazione della società civile può proporre direttamente un disegno di legge per l’abrogazione. Questo disegno viene poi discusso e votato dall’organo legislativo regionale. Se il disegno di legge ottiene una maggioranza favorevole, viene promulgato dall’autorità competente della regione e diventa effettivo secondo i termini stabiliti dalla normativa regionale.