Bullismo e cyberbullismo rappresentano sfide crescenti nelle scuole di tutto il mondo, minacciando la serenità e la sicurezza di studenti di tutte le età. In un contesto in cui la prevenzione e il contrasto a questi fenomeni sono più urgenti che mai, il Comune di Gubbio ha lanciato un progetto innovativo e profondamente radicato nella storia locale: Lupobullo. Ispirato al celebre episodio di San Francesco e il lupo di Gubbio, il progetto si propone di affrontare il bullismo nelle scuole attraverso un approccio educativo e culturale, che coinvolge studenti, insegnanti, famiglie e la comunità.
La storia di San Francesco e il lupo è nota a molti e costituisce una delle leggende più affascinanti del legame tra il santo di Assisi e la città di Gubbio. Secondo la tradizione, un lupo feroce seminava terrore tra gli abitanti di Gubbio, attaccando animali e persone. Nessuno riusciva a fermarlo, finché San Francesco decise di intervenire. Invece di affrontare la bestia con la violenza, Francesco si avvicinò con coraggio e, con parole di pace, riuscì ad ammansire il lupo, facendolo diventare docile e integrandolo nella comunità.
Questa storia diventa oggi l’ispirazione centrale del progetto Lupobullo, che mira a trasformare i “lupi” del bullismo – quegli individui che attraverso la prepotenza e la violenza cercano di dominare i più deboli – in membri integrati e rispettosi della comunità scolastica. Il progetto si rivolge a 2.063 studenti delle scuole di Gubbio, coinvolgendo il Terzo Circolo Didattico come scuola capofila, il Primo e Secondo Circolo e la Scuola Secondaria di Primo Grado Mastro Giorgio-Nelli.
Lupobullo non è una semplice campagna di sensibilizzazione contro il bullismo e il cyberbullismo
Lupobullo non si limita a una semplice campagna di sensibilizzazione contro il bullismo. Al cuore dell’iniziativa vi è un profondo impegno a creare un cambiamento culturale nelle scuole, promuovendo valori come il rispetto, la comprensione e l’accoglienza delle differenze. La direttrice del Terzo Circolo, Luigina Dongiovanni, ha sottolineato come Gubbio, grazie alla sua tradizione francescana, sia il luogo ideale per lanciare un progetto così ambizioso. La figura di San Francesco, che non solo ha ammansito il lupo, ma ha anche affrontato con serenità e forza episodi di violenza personale, diventa un modello di comportamento per insegnare agli studenti come affrontare il bullismo con assertività e comprensione.
Secondo la dirigente Dongiovanni, oltre all’episodio del lupo, è stato preso in considerazione anche un altro momento meno noto della vita di Francesco: l’assalto da parte dei briganti dopo la spoliazione delle sue vesti. In quell’occasione, Francesco venne schernito e maltrattato, ma la sua reazione pacifica e disarmante lo ha reso una figura in grado di superare la violenza con una straordinaria forza interiore. Questo diventa un esempio potente di come si possa reagire alle prepotenze senza ricorrere alla vendetta o alla violenza, ma con dignità e autocontrollo.
Un altro punto fondamentale del progetto Lupobullo è l’attenzione alla formazione di insegnanti e genitori. Lucia Rughi, assessore ai Servizi Sociali e all’Istruzione, ha spiegato in conferenza stampa che per affrontare il bullismo in modo serio ed efficace è necessario costruire una rete che coinvolga non solo gli studenti, ma tutte le principali istituzioni cittadine. Il progetto, infatti, si propone di formare anche i docenti attraverso corsi e seminari, fornendo loro strumenti pratici per riconoscere, prevenire e intervenire sui fenomeni di bullismo e cyberbullismo.
I docenti devono essere non solo spettatori ma anche attori nella prevenzione del disagio
L’idea di fondo è che i docenti non debbano essere solo spettatori, ma attori protagonisti nella prevenzione del disagio. Attraverso percorsi formativi, saranno in grado di riconoscere i segnali del bullismo nelle sue prime fasi e di agire tempestivamente per prevenirlo. L’assessore Rughi ha inoltre sottolineato l’importanza di coinvolgere le famiglie, creando un dialogo costante tra scuola e casa per costruire un ambiente sicuro e solidale per i ragazzi.
Uno degli elementi più innovativi del progetto Lupobullo è l’integrazione di percorsi di teatro sociale e concorsi creativi nelle attività scolastiche. Il teatro sociale, con la sua capacità di far riflettere i giovani su situazioni di vita reale attraverso la rappresentazione scenica, è uno strumento potente per sviluppare empatia e comprensione reciproca. Gli studenti parteciperanno a workshop teatrali in cui, attraverso la messa in scena di episodi di bullismo, saranno stimolati a esplorare le dinamiche di potere, aggressività e riconciliazione.
In aggiunta, verranno promossi concorsi creativi che permetteranno ai ragazzi di esprimere le loro riflessioni sul tema del bullismo in forma artistica, attraverso la scrittura, il disegno o altre forme espressive. Tra queste attività, spicca il concorso per la creazione del logo ufficiale del progetto, che coinvolgerà tutti gli studenti delle scuole di Gubbio e culminerà in un evento finale previsto per gennaio 2025.
Anche la Diocesi di Gubbio in prima fila per la lotta contro il bullismo
Lupobullo rappresenta un approccio olistico e inclusivo per affrontare il bullismo, coinvolgendo non solo le scuole, ma anche la Diocesi di Gubbio, le istituzioni comunali e altre realtà locali. Don Mirko Nardelli, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile, ha sottolineato come la Chiesa debba giocare un ruolo attivo nel sostegno ai giovani e nel contrasto al bullismo. Citando Papa Francesco, ha ricordato che “l’unico motivo per guardare l’altro dall’alto verso il basso è per tendergli la mano“, un messaggio che rappresenta il fulcro dell’impegno della Diocesi nel progetto.
Il 14 e 15 ottobre segneranno l’inizio delle attività, con oltre quattrocento alunni che parteciperanno a laboratori formativi condotti da Diego Mecenero, giornalista e autore esperto di bullismo e cyberbullismo. Dopo questi primi incontri, le scuole continueranno a lavorare sul tema in classe, culminando in un evento finale che celebrerà i progressi fatti e lancerà un messaggio chiaro: Gubbio, grazie alla sua storia e ai suoi valori francescani, è pronta a diventare la capitale nazionale del contrasto al bullismo.