Lungarotti a Vinitaly 2024 festeggia un doppio anniversario. L’azienda di Torgiano che sarà a Verona dal 14 al 17 aprile, taglia due traguardi importanti. Il primo sono i cinquanta anni del MUVIT, il Museo del Vino di Torgiano e l’altro i sessant’anni del Rubesco Riserva Vigna Montecchio, che Wine Spectator ha inserito tra gli “ambasciatori” del vino italiano nel mondo.

Non solo, sempre per Vinitaly, sarà anche rivelato il restyling della linea Il Pometo, quattro vini monovarietali. Per chi sarà a Verona, Lungarotti si troverà allo stand B2 del padiglione 7.

I 50 anni del MUVIT: “il miglior museo del vino in Italia”

Il MUVIT, ideato e realizzato da Giorgio e Maria Grazia Lungarotti, ha aperto nel 1974 nello storico palazzo Graziani-Baglioni. Gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus, è nato con la volontà di sostenere l’economia vitivinicola internazionale. Per festeggiare questo importante traguardo esporrà al Vinitaly, nello spazio riservato al MASAF, 34 opere che raccontano il vino, nel quotidiano e nell’immaginario.

Le opere esposte copriranno un vastissimo arco temporale, con pezzi che vanno dal III millennio a.C. fino al Novecento. I visitatori potranno ammirare una collezione che include reperti archeologici, ceramiche, incisioni e opere contemporanee. Tra gli artisti anche Jean Cocteau, Renato Guttuso e Gio Ponti. I festeggiamenti per il cinquantennale proseguiranno per il resto del 2024 con numerose iniziative per celebrare l’arte, la cultura del vino e del buon bere. Inoltre, per l’occasione, Lungarotti ha ideato anche un’etichetta celebrativa per un’edizione limitata del suo Brut Millesimato.

L’eccezionale collezione del MUVIT

Il MUVIT si estende per venti sale; per l’eccellente qualità delle collezioni è stato definito dal New York Times come “il migliore museo del vino in Italia”. Museo peculiare, ha la facoltà di far dialogare al suo interno il mondo della vite con quello delle arti decorative. Oltre tremila sono i pezzi che conserva. Vi si possono trovare reperti archeologici come brocche cicladiche e vasi hittiti, ceramiche greche, etrusche e romane, vetri e bronzi. Sono visibili attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea, numerose incisioni e disegni dal XV al XX secolo. Spazio anche alle edizioni colte di testi di viticoltura ed enologia, manufatti di arte orafa, tessuti ed altre testimonianze di arti decorative. Una collezione che restituisce l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale.

Il sessantennale del Rubesco Riserva Vigna Monticchio (Torgiano Rosso Riserva DOCG)

Nel 1964, Giorgio Lungarotti, produsse per la prima volta quello che viene oggi considerato dalla critica tra i migliori vini rossi italiani: il Rubesco Riserva Vigna Monticchio. Coltivato sulle colline torgianesi, nella vigna di Monticchio, era un vino innovativo per l’epoca. Frutto di un’attenta lavorazione e di condizioni eccezionali quali la perfetta esposizione e il suolo prezioso, è ottenuto da raffinate uve Sangiovese. Proprio l’attenzione alla materia prima, ha fatto sì che questo vino venisse prodotto esclusivamente nelle annate in cui l’uva meritava di essere raccolta.

Per il Vinitaly è stata realizzata una apposita confezione commemorativa che, attraverso i riconoscimenti ricevuti negli anni, ne racconta l’affascinante storia.

A Verona anche il restyling de Il Pometo

La linea Il Pometo, che comprende sia vini bianchi che un rosso, per Vinitaly si presenterà in una nuova veste: fresca, dinamica e spensierata come sono i vini che la compongono. Il nome si deve a un casolare della tenuta Lungarotti, chiamato così perché circondato da alberi di mele e pere. La nuova etichetta, con un gatto nero che brinda, è stata realizzata dal designer e illustratore polacco Andrzej Kot appositamente per il MUVIT.