27 Mar, 2025 - 09:30

L'Umbria scende in piazza per la pace: mobilitazione contro il riarmo e il genocidio a Gaza

L'Umbria scende in piazza per la pace: mobilitazione contro il riarmo e il genocidio a Gaza

Sabato 29 marzo, alle ore 16, Perugia sarà teatro di una grande manifestazione per la pace. Con lo slogan "L'Umbria della pace - Contro il riarmo - Stop genocidio a Gaza", circa trenta associazioni hanno già dato la loro adesione all'iniziativa, che si terrà in piazza Birago. L'evento è stato presentato mercoledì 26 marzo al Palazzo della Provincia di Perugia, con l'intervento di esponenti di diverse organizzazioni: Valentino Filippetti dell'Associazione Rose Rosse d'Europa, Vasco Cajarelli, Brunetta Bellucci dell'associazione Umbria per la sanità pubblica e la pace, Carlo Romagnoli del Pci Umbria, Giuliano Santelli dell'associazione Articolo 21 Presidio Orvietano e Safwat Kalohu, giornalista palestinese dell'emittente Al Jazeera.

Un grido contro la militarizzazione e l'economia di guerra

Durante la conferenza stampa di presentazione, i promotori hanno sottolineato l'urgenza di una mobilitazione che contrasti la crescente deriva militarista dell'Europa. "Gli eventi delle ultime settimane segnano un cambio epocale che scuote le coscienze di tutte e tutti", hanno spiegato gli organizzatori. "Di fronte agli stravolgimenti negli equilibri tra le due sponde dell’Atlantico, la classe dirigente europea sceglie di indossare l’elmetto, gettando nuova benzina sul conflitto in Ucraina, sulla pelle delle popolazioni locali".

La denuncia si focalizza sulle politiche dei governi europei, accusati di aver deviato ingenti risorse pubbliche verso il settore militare, sacrificando ambiti essenziali come sanità, istruzione e welfare."Il costo dell’economia di guerra sarà pagato dai popoli con la sottrazione di fondi per la coesione sociale, sanità, scuola, ricerca e welfare", hanno aggiunto i relatori.

Nel mirino delle critiche anche la politica estera dell’Unione Europea, ritenuta corresponsabile delle tragedie in corso. "La retorica democratica e dei diritti umani con cui si giustificano le scelte di guerra è pura propaganda. La realtà mostra la complicità con il genocidio del popolo palestinese, le politiche contro i migranti, l’annullamento di ogni pensiero critico e di opposizione sociale". Un'accusa netta, che dipinge un’Europa sempre più distante dai principi di pace e solidarietà su cui afferma di fondarsi.

Un appello all'unità: "Costruiamo una mobilitazione per la pace"

Gli organizzatori hanno poi lanciato un appello a tutta la cittadinanza: "Costruiamo anche in Umbria una mobilitazione alternativa che indichi la possibilità di lavorare assieme per la pace, contro il riarmo e le politiche imperiali. Convergiamo con tutte le bandiere della pace, con quelle delle nostre lotte, con le bandiere della Palestina e di tutti i popoli oppressi. Teniamo fuori tutti i simboli che oggi vengono usati per spingerci alla guerra. Operiamo per la pace". Un invito alla partecipazione attiva, in una manifestazione che si pone come punto di riferimento per chi si oppone alle logiche belliche e alle politiche di militarizzazione.

Le associazioni aderenti alla manifestazione

Ad oggi, l'iniziativa ha già ottenuto il sostegno di numerose realtà associative e politiche dell’Umbria, tra cui: le sezioni Anpi di Amelia, Orvieto, Trasimeno, Territoriale Perugia e Territoriale Terni; Articolo 21; Donne in Nero; Collettivo femminista 'C’è ancora domani'; Associazione di amicizia Italia-Cuba; Associazione Disarma - Il coraggio della Pace; Bella Ciao Terni; Confederazione Cobas Umbria; Circolo culturale 1° Maggio; Coscienza Verde; La LiberBici; Movimento 5 Stelle Umbria; Alleanza Verdi Sinistra provincia di Perugia; Rifondazione comunista Perugia e Terni; Partito comunista italiano Umbria; Umbria per la sanità pubblica e la pace; Pace Terra Libertà - Coordinamento Italia Centrale; Micropolis; Associazione UmbriaLeft; Associazione Rose Rosse d’Europa; Sinistra Amerina; Un Ponte per; Stop War Trasimeno; Tamat Ong; ArciAtea.

L'ampia adesione alla manifestazione conferma quanto il tema della pace e dell'opposizione al riarmo siano al centro del dibattito regionale. La partecipazione diffusa esprime una volontà chiara e determinata di contrastare le politiche di guerra che stanno ridefinendo gli equilibri internazionali, riaffermando la necessità di percorsi alternativi basati sul dialogo, sulla cooperazione e sulla tutela dei diritti umani.

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Francesco Mastrodicasa
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