Ore di profonda apprensione avvolgono la Chiesa e l’intera comunità cattolica per le condizioni di salute di Papa Francesco. L’incertezza sul suo stato ha generato un’ondata di emozione e vicinanza, con messaggi di solidarietà e preghiera che giungono incessantemente da ogni angolo d’Italia e del mondo. Un segno inequivocabile dell’affetto e della stima che il Pontefice ha saputo ispirare nel corso del suo ministero, diventando punto di riferimento per fedeli e non solo.
In questo delicato frangente, anche l’Umbria, terra dalla spiritualità profonda e storicamente legata alla figura del Santo Padre, esprime il proprio sostegno con gesti di raccoglimento e iniziative di preghiera. Particolarmente toccante e significativa è la mobilitazione di Assisi, culla della tradizione francescana e forse il luogo che più riflette lo spirito e i valori di Papa Bergoglio. Qui, tra veglie, celebrazioni liturgiche e momenti di meditazione, la comunità si unisce in un abbraccio collettivo di speranza, affidando alla preghiera un messaggio di conforto e sostegno per il Pontefice.
Uno degli attestati più concreti della vicinanza dell’Umbria al Pontefice, in questo momento di profonda preghiera e raccoglimento, è stata senza dubbio l’adesione all’invito della presidenza della CEI, che ha esortato le comunità ecclesiali a unirsi in preghiera per Papa Francesco. Un appello che ha trovato immediata e sentita risposta nella diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, dove il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, ha presieduto la recita del Santo Rosario domenica 23 febbraio alle ore 18.00 nel Santuario della Spogliazione di Assisi.
Un gesto di straordinario valore simbolico, compiuto in una delle città più rappresentative della spiritualità umbra, custode di un legame sacro con la fede e la tradizione francescana. Monsignor Sorrentino ha voluto sottolineare il significato profondo di questo momento con parole intrise di spiritualità e devozione: “Dalla città di San Francesco, nelle sue Basiliche, luoghi di culto e in particolare dal Santuario della Spogliazione, dove è sepolto il Beato Carlo Acutis che il Santo Padre canonizzerà il 27 aprile – dice il vescovo – si innalza forte la nostra preghiera per il Papa perché trovi sollievo nella sua sofferenza, sperimentando la solidale vicinanza della comunità cristiana, e perché, ristabilito in salute, continui la sua missione a servizio della Chiesa”.
Non solo un atto di profonda devozione spirituale e religiosa, ma un gesto eminente di umanità. È in questi termini che possiamo sintetizzare la grande preghiera che, in questo delicato frangente, ha visto l’Umbria e l’intero Paese stringersi attorno al Pontefice: un messaggio di speranza che risuona nei cuori e nelle coscienze di tutti gli italiani.
Un simbolo che riflette la profonda connessione tra il Papa e il popolo italiano, un legame che trascende ogni barriera e supera le differenze di fede, cultura e appartenenza. È un rapporto che affonda le sue radici nei valori universali di amore, rispetto e fraternità, principi che non solo uniscono le persone, ma che forniscono la base per una comunità più forte e coesa. Sebbene possa apparire come un semplice atto di fede, questo gesto racchiude in sé un messaggio di grande portata: quello di una speranza che supera ogni avversità, di una solidarietà che si rafforza di fronte alle difficoltà, e di una forza dell’amore fraterno che sa elevarsi al di sopra di ogni ostacolo.
Un messaggio che, partendo da ogni singola comunità, si diffonde come una fiamma che abbraccia l’intera nazione, dimostrando come, anche nei momenti più oscuri, l'Italia sia capace di rispondere con una forza collettiva che unisce, rinnovando la speranza e il coraggio in ogni angolo del Paese.