10 Jul, 2025 - 09:25

L'Umbria degli artisti: luoghi, storie e opere che hanno reso immortale il cuore verde d'Italia

L'Umbria degli artisti: luoghi, storie e opere che hanno reso immortale il cuore verde d'Italia

Lasciatevi trasportare nel cuore di un’Umbria che non è solo terra, ma tela viva, memoria dipinta, ispirazione che attraversa i secoli. Un viaggio tra luoghi che raccontano storie silenziose eppure intensissime, dove l’arte non è confinata nei musei, ma vibra tra pietre antiche, volte affrescate, piazze assolate e sentieri nascosti. Qui, nel cuore verde d’Italia, l’immortalità dell’arte si fonde con la quiete dei paesaggi, e le opere dei grandi maestri — da Giotto a Perugino, da Pinturicchio a Signorelli — non sono semplici capolavori, ma testimonianze profonde di un legame viscerale con la terra che li ha generati, ospitati, ispirati.

Vi guideremo attraverso borghi intrisi di fascino e spiritualità, chiese che si aprono come scrigni e custodiscono meraviglie inaspettate, musei raccolti e preziosi dove il tempo sembra essersi posato con rispetto. Ogni tappa sarà un incontro: con una visione, con una storia, con un’emozione che riaffiora tra luci dorate e silenzi carichi di bellezza.

Perchè l’Umbria degli artisti non è solo da vedere: è da ascoltare, respirare, sentire. È un racconto che vi cammina accanto, che sussurra attraverso i dettagli, che vi invita a riscoprire un patrimonio non solo estetico, ma profondamente umano. E così, passo dopo passo, vi ritroverete immersi in un affresco diffuso, dove arte e paesaggio, fede e materia, genio e semplicità si intrecciano in un’armonia che sa ancora emozionare, stupire, accogliere.

Grand Tour & Plenaristi: paesaggi dell’anima nella Valle del Nera

C'è un’armonia segreta che abita la Valle del Nera. Una bellezza che ha attraversato i secoli intatta, capace di incantare pittori, viaggiatori e spiriti sensibili fin dai tempi del Grand Tour. Qui, tra Terni, Narni, Piediluco e la Cascata delle Marmore, la luce scolpisce i paesaggi come un’opera d’arte, e la natura si fa poesia. Nel cuore di questi luoghi nasce il progetto “I Plenaristi nella Valle del Nera”, un viaggio nella pittura en plein air che ripercorre i passi di celebri artisti europei — tra cui il maestro Camille Corot — che nell’Ottocento giunsero in Umbria per immortalare, pennello alla mano, la forza suggestiva di questi scorci.

Lungo un percorso di circa 20 km, pannelli e totem posizionati nei punti esatti in cui vennero realizzati i dipinti permettono oggi di confrontare la visione artistica di allora con la realtà attuale. È un’esperienza unica: guardate l’orizzonte, poi abbassate lo sguardo sull’opera, e vi accorgete che il tempo, qui, sembra essersi fermato. All'interno del Belvedere inferiore della Cascata delle Marmore, potete vivere un momento ancora più immersivo: un piccolo cinema multisensoriale in 6D vi accompagna in un vero e proprio salto indietro nel tempo, mentre ambienti rievocativi e documentari d’autore raccontano le emozioni e la visione dei pittori che resero immortale questo angolo di Umbria.

Narni, con il suo ponte d’Augusto e le Gole del Nera, era uno dei soggetti preferiti dai pittori del Grand Tour, attratti dal connubio tra rovine e paesaggio selvaggio. Piediluco, con il suo lago sospeso tra luce e silenzio, divenne laboratorio naturale per lo studio dell’atmosfera e dei riflessi. Papigno, il borgo incastonato tra le rocce, ospitò a lungo Corot, che qui dipinse con intensità e dedizione. E infine la Cascata delle Marmore, emblema romantico per eccellenza, che ancora oggi, con il suo fragore e la sua imponenza, lascia senza fiato.

Questo non è solo un itinerario. È un invito a rallentare, ad allenare lo sguardo, a riscoprire la bellezza delle cose essenziali. È un dialogo tra passato e presente, tra arte e paesaggio, tra ciò che è stato e ciò che resta.

Il Rinascimento umbro: sulle orme di Pietro Perugino

Un viaggio tra tra arte, silenzi e luce.
Seguire le tracce di Pietro Perugino in Umbria significa intraprendere un itinerario che è molto più di una semplice visita ai luoghi dell’arte. È una riscoperta intima del volto più umano del Rinascimento, dove la dolcezza dei paesaggi umbri si fonde con quella dei volti che il “Divin Pittore” ha saputo donare alla storia.

Un percorso che si snoda tra borghi raccolti, chiese affrescate e pinacoteche che custodiscono la bellezza come un dono sacro. L’Umbria, in questo viaggio, si rivela come un affresco vivente: sobria, luminosa, profondamente spirituale.

Si parte dove tutto ebbe inizio. Città della Pieve, nella città natale del maestro, dove l’arte si respira ad ogni angolo. L’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi conserva una delle opere più emblematiche del Perugino: l’Adorazione dei Magi. Una composizione monumentale, realizzata in meno di un mese nel 1504, che unisce sapienza prospettica e delicatezza narrativa. Il paesaggio sullo sfondo – riconoscibile nelle sue morbide colline – è un omaggio poetico alla sua terra. Accanto, la Cattedrale e il Museo Diocesano proseguono il racconto con altre preziose testimonianze della sua arte e del suo tempo.

A Deruta, nota per le sue ceramiche, si conserva una straordinaria tavola con il Padre Eterno: un’opera di intensità rara, firmata dal Perugino nel 1477. È un lavoro giovanile, ma già compiuto, dove la sacralità si fa vicina e tangibile. Nel vicino borgo di Cerqueto, la chiesa di Santa Maria Assunta custodisce affreschi che vibrano di un’intimità struggente. Non c’è sfarzo, solo la poesia della fede rurale, resa con grazia assoluta.

A Bettona, il piccolo gioiello della Pinacoteca Civica e le chiese del borgo rivelano opere dove la spiritualità si accompagna alla grazia del gesto pittorico. Assisi, crocevia di fede e arte, accoglie affreschi del Perugino che dialogano con la luce mistica del luogo. Nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, lo stile del maestro si manifesta in tutta la sua purezza: volti calmi, sguardi profondi, e quella leggerezza dell’aria che pare respirarsi anche sulla tela.

Il viaggio si conclude nella Galleria Nazionale dell’Umbria, all’interno del Palazzo dei Priori. Due sale interamente dedicate al Perugino accolgono la più ampia collezione delle sue opere. Qui, tra pale d’altare e composizioni sacre, l’anima dell’artista si rivela in tutta la sua evoluzione: dalla compostezza giottesca alla piena armonia rinascimentale. Un'emozione che va oltre l’arte, diventando un incontro profondo con la bellezza e con l’essenza stessa del gesto creativo.

L’Umbria contemporanea: viaggio tra materia, visione e sperimentazione

Addentrarsi nei luoghi dell’arte contemporanea in Umbria significa percorrere un itinerario che unisce la forza della materia alla profondità del pensiero, tra spazi museali di grande fascino e suggestioni artistiche capaci di dialogare con il territorio. Un percorso che da Spoleto arriva fino a Città di Castello, passando per Perugia, e che racconta una regione viva, dinamica, aperta alla ricerca e all’avanguardia.

Nel cuore barocco di Spoleto, Palazzo Collicola accoglie una delle collezioni d’arte contemporanea più significative della regione. Le sale del Museo Carandente, articolate tra galleria d’arte moderna e biblioteca specializzata, offrono un percorso che attraversa linguaggi visivi diversi, dai grandi protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento – come Leoncillo, Pomodoro e Consagra – fino agli artisti internazionali, su tutti Alexander Calder, che proprio a Spoleto lasciò una delle sue opere pubbliche più celebri. Mostre temporanee, installazioni site-specific e spazi aperti alla sperimentazione rendono questa tappa imprescindibile per chi vuole comprendere come l’Umbria abbia saputo intrecciare storia e contemporaneità.

Proseguendo verso Perugia, il Museo Civico di Palazzo della Penna rappresenta un altro centro vitale dell’arte contemporanea in Umbria. Le due sezioni permanenti sono dedicate a due figure cardine del pensiero artistico del Novecento: Gerardo Dottori, maestro del Futurismo umbro e interprete poetico dell’aeropittura, e Joseph Beuys, presente con l’intensa installazione Opera Unica, capace di evocare riflessioni profonde sul rapporto tra arte, società e natura. A ciò si aggiungono esposizioni temporanee che spaziano tra i linguaggi del presente, mantenendo sempre vivo il dialogo tra arte e attualità.

Il viaggio si conclude a Città di Castello, città natale di Alberto Burri, uno dei massimi protagonisti dell’arte informale del Novecento. La Collezione Burri si articola in due sedi distinte e complementari: il settecentesco Palazzo Albizzini, che ospita una raffinata selezione di circa 130 opere, e gli imponenti Ex Seccatoi del Tabacco, trasformati in uno spazio museale monumentale dove trovano posto i grandi cicli pittorici e le sculture di ferro e plastica che hanno rivoluzionato il concetto stesso di materia artistica. Qui, tra superfici bruciate, cretti e sacchi lacerati, si percepisce l’intensità di un linguaggio che ha fatto della materia il luogo della memoria e della visione.

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Francesco Mastrodicasa
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