21 Mar, 2025 - 16:30

L'Umbria che scrive. A tu per tu con Mario Farneti

L'Umbria che scrive. A tu per tu con Mario Farneti

In questa puntata della nostra rubrica letteraria dedicata a scrittori e scrittrici dell'Umbria, abbiamo avuto il piacere di incontrare Mario Farneti, prolifico e noto autore di narrativa. In Italia il suo nome è legato a doppio filo al genere ucronico, al quale ha dato un contributo fondamentale, aprendo la strada a molti che vi si sono approcciati successivamente.

Legatissimo alla sua Gubbio, raffinato conoscitore di storie e tradizioni del territorio, ci ha fatto dono di una generosa intervista in cui abbiamo ripercorso la sua lunga carriera letteraria. Un incontro speciale perché Mario è anche uno stimato collega della nostra redazione di Tag24 Umbria. Abbiamo condiviso uno scambio ricco di spunti e ispirazioni, partendo dagli esordi e arrivando fino all'ultimo romanzo sulla figura di San Francesco d'Assisi. Un volume che proprio domani, sabato 22 marzo, sarà al centro di un evento in programma per le 17.30 nella sala consiliare di Palazzo Pretorio. 

Un San Francesco fuori dagli stereotipi

Abbiamo una domanda di rito con cui ci piace cominciare le interviste di questa rubrica ed è: che scrittore ti senti?

"Mi sento più un ricercatore che si occupa di argomenti non comuni e con un approccio originale e privo di idee preconcette. Una delle mie passioni è la fisica pur possedendo una formazione classica. E naturalmente la storia dell’alchimia e dell’esoterismo…"

Hai da poco pubblicato il tuo ultimo libro dal titolo ‘Francesco, la spada, il lupo’ che presenterai sabato 22 marzo nella tua città, Gubbio. Quella del Poverello di Assisi è una figura che attraverso i secoli ha ispirato e continua ad ispirare milioni di persone in tutto il mondo grazie ai suoi insegnamenti e al suo stile di vita. Nella tua opera che cosa troveremo di diverso rispetto alla figura dal Santo che conosciamo? E qual è il suo legame con Gubbio?

"Il mio San Francesco, più esattamente Giovanni detto Francesco, a causa della madre che era di origini francesi, è una figura che si stacca completamente dagli stereotipi. È un giovane che è stato prima in guerra, poi prigioniero, ritornato a casa dopo tanti patimenti completamente cambiato a causa di una malattia che abbiamo cominciato a conoscere solo dopo la guerra del Vietnam: il disturbo da stress post-traumatico. Francesco manifestava molti dei sintomi di questa malattia: depressione, agitazione, insonnia, necessità di isolarsi. Dopo che si fu denudato davanti al vescovo di Assisi ed ebbe restituito le proprie vesti al padre, fu costretto a trovare rifugio a Gubbio. In patria sarebbe stato malmenato e forse anche ucciso, a causa della gravità del suo gesto".

"Il legame con Gubbio è fondamentale nella maturazione di Francesco verso la santità. Quando egli giunse a Gubbio era un transfuga qualsiasi, bandito dalla propria città. Solo qui comprese quale fosse la sua missione, dapprima molto confusamente, poi con sempre maggiore chiarezza. A Gubbio infatti celebrò le nozze mistiche con Madonna Povertà. Fu proprio a Gubbio che divenne il Poverello. A Gubbio, esattamente nel luogo dove un tempo si trovava la casa di Federico Spadalonga e dove adesso sorgono la Chiesa e il convento di San Francesco, nacque il francescanesimo. In nessun altro luogo se non lì".

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Francesco fu non solo Santo assisano ma anche eugubino. Fu a Gubbio che divenne il Poverello e qui nacque il francescanesimo.

La pubblicazione di questo volume cade in un momento storico molto speciale, con il Giubileo in corso e con l’ottavo centenario della morte di San Francesco dell’anno prossimo. Secondo te al giorno d’oggi che cosa possiamo fare nostro del Santo assisano? Per quanto ti riguarda, quale messaggio senti più vicino?

"Francesco fu non solo Santo assisano ma anche eugubino, per i motivi che ho appena illustrato. Francesco ha diffuso un messaggio di pace, non becero pacifismo. Lui era infatti un pacifico, non un pacifista come molti vorrebbero far credere. Dovremmo riflettere molto su questo aspetto, proprio di questi tempi nei quali si parla scioccamente di armarsi per fare la guerra. Francesco abbracciò la pace proprio perché aveva patito le sofferenze della guerra, vissuta in prima persona sulla propria carne. Ecco, dovremmo comprendere intimamente questo suo messaggio e ricordarci anche di chi la guerra l’ha fatta ai tempi nostri. Abbracciare Francesco significa abbracciare in modo consapevole la pace come unica medicina contro la guerra e l’ingiustizia che essa porta con sé".

Mario Farneti e il contributo alla letteratura ucronica

Tu hai pubblicato numerosi libri e racconti con cui hai spaziato tra vari argomenti e soprattutto la tua trilogia ucronica sull’Occidente ha avuto successo. L’ucronia, una parola ancora poco diffusa, secondo te quanto è importante per comprendere la realtà in cui viviamo?

"Oggi vengo considerato dalla critica letteraria come il maggior scrittore di ucronia o storia alternativa o allostoria, in Italia. Il mio primo romanzo, 'Occidente', fu recensito a suo tempo da The Times di Londra e da Le Monde Diplomatique. L’ucronia è molto importante per la comprensione della storia, perché attraverso ipotesi alternative può meglio mettere a fuoco determinati scenari politici, economici e bellici. Mio padre, che era un famoso antiquario, mi insegnò che per comprendere se un pittore sapeva dipingere, bisognava capovolgere il quadro. Solo in quel modo sarebbero venute fuori le eventuali magagne, perché il nostro cervello tende a correggere gli errori e nasconderli alla mente. Se si capovolge la prospettiva esso perde questa capacità. Lo stesso può valere nel campo della ricerca storica. La divergenza storica può aiutare a mettere meglio a fuoco i reali accadimenti, prospettandone di alternativi".

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L’ucronia è molto importante per la comprensione della storia, perché attraverso ipotesi alternative può meglio mettere a fuoco determinati scenari politici, economici e bellici. Mio padre, che era un famoso antiquario, mi insegnò che per comprendere se un pittore sapeva dipingere, bisognava capovolgere il quadro.

Guardando alla tua produzione, c’è un libro a cui ti senti più affezionato?

"Certamente 'Occidente', il mio primo romanzo, uscito nel 2001 che fu un “caso” letterario, ma anche il romanzo breve 'Il Fondatore', edito oltre che in italiano, in lingua inglese con la prefazione della professoressa Katarzyna Marciniak, italianista dell’Università di Varsavia".

Da giornalista con una lunga carriera alle spalle, ci racconti di come è avvenuto il tuo esordio nella narrativa? 

"È avvenuto alla fine degli anni Ottanta quando partecipai al 'Premio Tolkien 'e mi classificai tra i finalisti con un racconto. Fu in quell’occasione che conobbi il collega Gianfranco De Turris, il massimo critico in Italia dell’opera di Tolkien, col quale nacque una profonda amicizia che dura tutt’oggi".

Ultima domanda, anche questa di rito: piani per il futuro?

"Sto lavorando a un thriller, che è quasi ultimato, con il collega Euro Grilli, che peraltro è anche mio cugino, sulla Madonna del Melograno, il quadro rubato a Gubbio nel 1979 e recentemente recuperato dai Carabinieri; poi alla riedizione del saggio pubblicato sui Ceri nel 1994 con l’amico fraterno professor Vincenzo Ambrogi; quindi, sempre con Ambrogi, a un lungo articolo sui Ceri di Gubbio che uscirà il mese prossimo, nel quale proponiamo una ipotesi rivoluzionaria circa l’origine dei Ceri stessi. Sullo sfondo c’è anche un altro thriller più complesso al quale sto lavorando da un anno ed è incentrato sulla piramide di Gubbio. Adesso non chiedermi della piramide, perché per quella servirebbe un’intervista a parte.

Sto inoltre allestendo una biblioteca con i circa duemila libri che ho collezionato nella mia vita. Avrà sede nei locali di una palazzina trecentesca a Gubbio e potranno accedervi tutti i miei amici. Si chiamerà 'Biblioteca d’Occidente'".

Nota biografica. Mario Farneti, nato a Gubbio nel 1950, giornalista professionista e scrittore, è l'autore della Trilogia di Occidente: 'Occidente', 'Attacco all'Occidente' e 'Nuovo Impero d'Occidente', una ucronia che ha avuto vasta eco in Italia agli inizi delgi anni Duemila. Altri due romanzi, anch'essi ucronici, 'Imperium Solis' e 'Gladius Imperii', sono ispirati alla figura di Giuliano Imperatore. Ha pubblicato inoltre numerosi racconti di genere fantastico, fantascientifico e, naturalmente, ucronico in varie antologie.

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Sara Costanzi
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