Nella nuova puntata della rubrica letteraria di Tag24Umbria, abbiamo incontrato il nostro primo poeta: Luca Succhiarelli. Originario di Amelia, Succhiarelli si è dedicato alla forma poetica con rigore, da un lato restituendole fisionomie originarie, dall’altro inserendo grandi aperture sulle contaminazioni, in particolare rispetto all’arte visiva.
Ogni sua poesia è espressione di un raffinato e intenso processo creativo che sa spaziare dando vita a una eccezionale capacità combinatoria, in grado di realizzare grandi armonie, coniugate sapientemente attraverso la performance. Poesie, le sue, che meritano non solo di essere lette – possibilmente a alta voce – ma soprattutto di essere sentite e viste nelle preziose occasioni in cui è lui stesso a metterle in atto.
L’intervista a Luca Succhiarelli
Di solito in apertura alle interviste di questa rubrica la domanda che faccio è “Che scrittore ti senti?”. Il tuo caso è diverso perché tu sei un poeta, quindi ti chiedo che poeta ti senti?
“Sono un poeta che si sente, cioè che scrive ascoltando il suono della sua voce, con tutto il suo seguito di suggerimenti. Questo processo mi consente di cestinare a monte i versi che non mi convincono, i quali non arrivano mai alla pagina bianca“.
Come è avvenuto il tuo approccio alla forma poetica?
“Dando alla mia esistenza la forma della poesia, la quale tuttavia cambia continuamente. Nel mio caso, ad esempio, vita e attività poetica in questo momento sono lanciate entrambe verso la rarefazione“.
Chi sono gli autori, i poeti che hanno ispirato maggiormente il tuo lavoro?
“Potrei citare i simbolisti francesi e i grandi sperimentatori novecenteschi. Più spesso, però, traggo ispirazione dalle arti visive, dalla musica e dalle opere letterarie non in versi“.
Negli anni con le tue poesie hai ricevuto riconoscimenti importanti. Partendo dall’inizio,
com’è avvenuto il tuo esordio?
“Nel 2005 ho realizzato due esigue autoedizioni che in breve tempo mi hanno consentito di conoscere e frequentare grandi maestri, testimoni e protagonisti di un’età aurea della cultura non solo italiana. Per me queste personalità erano, per dirla con Dino Campana, dei ponti sull’infinito. Posso quindi affermare di aver esordito nel momento in cui ho preso atto, grazie a loro, delle
distanze“.
La tua poesia è strettamente connessa all’aspetto performativo. Ho la sensazione che le tue poesie raggiungano la loro perfetta dimensione nel momento in cui le metti in atto. Ci trovo, personalmente, un qualcosa di molto vicino allo spirito originario della poesia stessa. Come si può raccontare questa scelta?
“Più che di scelta parlerei di esigenza. Mi infastidiscono infatti le cristallizzazioni semantiche e sintattiche. Per me fare poesia vuol dire creare partendo da quel punto focale che è la parola, la quale è una materia con una sua sostanza fisica che se toccata nei punti giusti può produrre diramazioni di ritmi, di suoni, di immagini e di significati capaci di muoversi nello spazio mentale, visivo e uditivo di chi scrive, osserva o ascolta. Forse per questo molte mie poesie non si leggono ma si eseguono. Direi che perseguo la comunicazione non intenzionale degli elementi naturali. Per quanto concerne l’aspetto performativo, il poeta e critico Marco Palladini, riferendosi alla mia poesia, ha parlato inappuntabilmente di un’«acuta coscienza del gioco materialistico del linguaggio che sfocia in una viva e sorprendente musicalità prosodica che rinvia necessariamente al gesto performativo, all’interpretazione in forma di ‘oratura’ come plusvalore ed esaltazione della scrittura»“.
Nella tua produzione sei approdato al libro d’artista, realizzando edizioni limitate e molto preziose dei tuoi lavori. Hai collaborato con un grande artista, che è Paolo Canevari, con cui ormai hai stabilito un felice sodalizio. Nel 2021 avete dato vita a una antologia tra parole e immagini che è stata pubblicata da Silvana Editoriale. Che cosa ti ha dato questa esperienza? E in che modo l’espressione visiva può coniugarsi con quella poetica?
“La collaborazione con Paolo Canevari è per me molto importante. Nel 2017 abbiamo realizzato due libri d’artista, Bocca mia taccio e Quaderno di Pandora, entrambi stampati in cento esemplari numerati e firmati dagli autori: il primo presenta all’interno un’acquaforte di Canevari, mentre il secondo ha suoi interventi originali in copertina.
Nel 2021 Silvana Editoriale ha pubblicato Bocca mia taccio, volume che contiene, oltre all’omonima plaquette, miei testi poetici scritti tra il 2005 e il 2020 e opere di Paolo Canevari tratte dalla serie Monumenti della Memoria. È un libro senza dispersioni di energia, tutto opera, a proposito del quale il Professor Francesco Muzzioli ha parlato – e qui rispondo alla seconda domanda – di «intreccio interartistico» e di «chiasma che si determina tra una figurazione che tende ad esprimere significati attraverso forme e colori e un discorso che, dal canto suo, sorpassa la comunicazione banale con trasgressioni espressive del codice dato, compreso il codice usualmente considerato come poetico».
Nel 2023 io e Paolo Canevari abbiamo inoltre prodotto il disco d’artista Amnesia di Mnemosine: l’opera si compone di una copertina realizzata con tecnica a smalto e di un vinile a 33 giri contenente la lettura di una mia poesia“.
Concludiamo con una domanda di rito: progetti per il futuro?
“Negli ultimi anni ho riempito i miei spazi interiori ed esteriori con opere d’arte capaci di farmi sentire la loro viva presenza, mentre l’essere umano di tipo sociale spesso non sa andare oltre la parvenza. Ho lavorato molto su me stesso pensando, leggendo e studiando insaziabilmente. Citando Ezra Pound, «da tutta questa bellezza qualcosa deve uscire»“.
Nota biografica. Luca Succhiarelli (Amelia, 1981) si è laureato in Lettere nel 2006 presso l’Università degli Studi di Perugia, dove nel 2011 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Italianistica. Nel corso degli anni ha ricevuto importanti riconoscimenti e dal 2017 ha instaurato una proficua collaborazione con l’artista Paolo Canevari. Nel 2019 è stato invitato, nell’ambito della 58esima Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, all’evento Artists Need to Create on the Same Scale that Society Has the Capacity to Destroy: Mare Nostrum, promosso dalla rivista newyorkese «The Brooklyn Rail». Quest’ultima, nel novembre dello stesso anno, ha pubblicato una selezione di suoi versi. Nel 2021 Silvana Editoriale ha pubblicato il volume Bocca mia taccio. Sue poesie sono apparse in numerose antologie.
La foto di Luca Succhiarelli è per gentile concessione di Franco Falasca.