Nella nuova puntata della nostra rubrica letteraria dedicata agli autori e alle autrici dell’Umbria, abbiamo incontrato Gabriele Giuliani. Originario di Roma ma umbro di adozione, ha consacrato la sua intera carriera alla scrittura, sia come autore che come editor e formatore. Con sei libri pubblicati ha saputo tracciare una brillante carriera dando vita a universi letterari in cui si è lasciato ispirare da alcuni grandi narratori del Novecento italiano. Ma soprattutto Giuliani ha il notevole merito di aver dato voce in maniera positiva, scevra da inutili pietismi, a quelli che lui chiama “gli sconfitti” e che finalmente hanno guadagnato la meritata attenzione. Nella nostra intervista abbiamo toccato molti argomenti. Il suo è stato un contributo estremamente prezioso per tutti coloro che della scrittura vogliono farne un mestiere e appassionarsi al complesso, quanto affascinante, mondo dei libri.
L’intervista a Gabriele Giuliani nel segno di Pirandello, Buzzati e Calvino
Partiamo con la nostra consueta domanda di rito: che scrittore ti senti?
“Mi sento uno scrittore che cerca di alleggerire il lettore ispirandomi ai miei tre grandi maestri, che a loro volta hanno alleggerito la mia vita da lettore: Pirandello, Buzzati e Calvino. Uno scrittore che allieta le giornate facendo ridere, riflettere e piangere anche“.
Tu hai ormai numerose pubblicazioni alle spalle, parliamo meglio di come è avvenuto il tuo esordio letterario.
“Il mio esordio è rimasto nel cassetto per molto tempo, ma non mi decidevo a finirlo. Finché un giorno, complice anche un problema lavorativo che mi ha tenuto a casa, mi sono dato un mese di tempo per terminarlo. E così ho fatto. Come molti che si approcciano al mondo dell’editoria, ero abbastanza impreparato. Feci editare quel libro da un professionista per poi approdare a una piccolissima casa editrice e scontrarmi con una realtà dalla quale ho poi imparato a difendermi negli anni. Un esordio agrodolce, come capita con tutte le opere prime“.
Autore, editor e formatore: alcuni consigli per una buona storia
C’è una cosa che mi incuriosisce del tuo percorso, perché tu oltre ad essere un autore sei anche editor e formatore nell’ambito della scrittura creativa. Visto questo connubio molto interessante, ti chiedo che cosa consiglieresti a un esordiente che si accinge a proporre il suo primo manoscritto a un editore?
“Il mio primo consiglio è anzitutto revisionare il pezzo fino alla nausea. Per evitare ogni possibile refuso e garantire una buona costruzione narrativa. Fare attenzione alla sinossi che in molti confondono ancora con la quarta di copertina. Una sinossi stringata di una o due cartelle al massimo perché è lì che l’autore si gioca tutto con la casa editrice. Poi, magari sembra una banalità, ma è sempre bene inviare email personalizzate perché ci sono tanti autori che scrivono la stessa cosa a tutti gli editori quando si propongono. E soprattutto avere tanta pazienza, perché il mercato editoriale è un mercato saturo e i tempi di attesa sono sempre almeno di svariati mesi. Assillare l’editore è controproducente“.
Tornando al mestiere di scrivere, secondo te che cosa non può mai mancare in una buona storia?
“L’idea, perché a differenza di quanto si pensi non è l’idea il faro della narrazione. Le idee sono limitate e ormai sono state usate un po’ tutte. Non deve mai mancare un’abile costruzione dei personaggi, in cui potersi rispecchiare e con cui creare empatia. Un’ottima ambientazione, riconoscibile e che formi un’immagine mentale nel lettore e poi il giusto equilibrio tra le parti che compongono la struttura del testo. Deve essere tutto armonioso così che la costruzione risulti sempre gradevole per il lettore“.
Tra editing e formazione: uno sguardo a ciò che precede il libro
Suppongo non sia facile essere autore e editor insieme.
“Come tutti gli autori veniamo a nostra volta editati perché è difficile mantenere l’obiettività sul proprio testo. Io non andrei mai in stampa senza un editor“.
Chi è il tuo primo lettore?
“Molti fanno leggere la prima stesura a familiari o amici ma non solo loro che potranno mai dirti se un testo è buono o no. Noi autori dobbiamo cercare l’obiettività per presentarci al meglio e dobbiamo affidarci o a forti lettori, io nel mio caso ho la fortuna di avere molti amici che scrivono. Oppure agli editor, di solito mi fido di quelli della casa editrice che devono essere una garanzia. Ma ci si può affidare, come ho fatto io per il mio esordio, anche a editor freelance, come sono io per gli altri“.
In questo momento stai tenendo un corso di scrittura creativa a Terni. Vorrei capire chi è che partecipa di solito a questi appuntamenti.
“Chi partecipa di solito sono persone curiose che vogliono approfondire i meccanismi della scrittura creativa, ci sono ovviamente molti aspiranti autori che vogliono affinare gli strumenti del mestiere e anche tanti semplici lettori che vengono per capire meglio le dinamiche che ci sono dietro a un testo“.
Ispirazioni, tragicomico e letteratura di consumo
Nominavi tre immensi autori italiani accennando anche all’aspetto tragicomico che hai trattato nei tuoi libri. Parliamone meglio.
“I libri a cui ti riferisci, La vita tragicomica e La vita ancora più tragicomica, sono da una parte il frutto di tante letture delle novelle di Pirandello. L’umorismo pirandelliano è quello che mi ha sicuramente influenzato di più. E poi faccio riferimento alla componente surreale di Buzzati, che aveva una prosa calibrata, agli antipodi di quella che oggi è la letteratura di consumo. In particolare penso a La boutique del mistero che è un testo che consiglio caldamente in tutti i corsi che tengo. Poi c’è la componente personale. Sono libri che nascono per dare voce e in parte anche ragione alla categoria degli sconfitti. Quando guardavo le gare delle olimpiadi c’era e c’è sempre chi arriva ultimo e mi sono chiesto, come si fa ad allenarsi per quattro anni, con grandi sacrifici e poi arrivare ultimo? In quegli atleti ci ho sempre visto grandi fierezza e dignità ma il pubblico difficilmente lo capisce. Con questi libri ho voluto elogiare il secondo arrivato che poi, come diceva Ferrari, è il primo degli sconfitti. Questa è la mia idea del tragicomico che risiede in questi personaggi che tentano di risalire la china ma poi ricadono, inesorabilmente“.
Parlavi di letteratura di consumo, spiegaci meglio.
“È la letteratura figlia della tv commerciale degli anni Novanta che ricalca un po’ gli spot pubblicitari dove tutto deve essere semplice e immediatamente comprensibile. Negli ultimi anni con l’avvento dei social questa tendenza all’immediatezza si è amplificata. E la letteratura ha riflesso questo stato di cose, diventando a sua volta facile, immediata. Gli editori chiaramente devono vendere ma i grandi successi commerciali, quelli che vendono, oggi si basano su uno storytelling elementare“.
Concludiamo l’intervista con un’altra domanda di rito
Arriviamo all’ultima domanda che è di rito anche questa: piani per il futuro?
“Scrivere il prossimo romanzo che è già in fase di elaborazione. Sarà il primo della mia vita che scrivo per me, senza l’ottica fissa della pubblicazione. Poi una volta terminato vedrò cosa farne. Un po’ salingeriano. Poi vorrei estendere i progetti di scrittura creativa con la realizzazione di antologie degli studenti e tenere un corso redazionale sulla nascita di un libro. Per esplorare tutte le varie fasi della filiera editoriale, da cosa accade a un libro da quando arriva in casa editrice fino a quando esce sul mercato“.
Nota biografica. Gabriele Giuliani nasce a Roma nel 1974, ma vive e lavora da molti anni in Umbria. Laureato in Scienze dell’Educazione, ha operato nel settore della formazione e in ambito universitario. Attualmente, oltre che come autore, è impegnato nel settore editoriale in qualità di editor, consulente editoriale e docente di scrittura creativa. Da sempre vorace lettore, il libro ha rappresentato per lui una forma di svago, di apprendimento e un fedele compagno di viaggio.
Ha pubblicato sei libri e tre antologie. Il primo libro Il giorno prima delle nozze risale al 2018 con una piccola casa editrice. Sono seguiti nel 2019 La vita tragicomica pubblicato con Augh! Edizioni; nel 2020 Il palazzo dei sette portoni (Bertoni); La vita sempre più tragicomica Augh edizioni! (2021); La giornata dell’ornitorinco, raccolta di racconti insieme a William Bavone e Giuseppe Grosso Ciponte e nel maggio del 2024 ha visto la luce suo sesto libro e terzo romanzo dal titolo Le tre vie di Les Flâneurs edizioni.