Per il nuovo capitolo della nostra rubrica settimanale dedicata agli autori e alle autrici dell’Umbria, abbiamo incontrato Francesco Franceschini, scrittore che ha pubblicato diversi romanzi e un paio di raccolte di racconti incontrando il favore di pubblico e critica. Nella sua produzione Franceschini ha saputo dare vita a storie dal sapore intimista e personaggi nei quali è impossibile non riconoscersi, almeno in parte. Negli anni si è occupato anche di formazione, pubblicando un manuale di scrittura e realizzando laboratori rivolti agli aspiranti narratori.
L’intervista a Francesco Franceschini
Che scrittore ti senti?
“Uno scrittore che ancora ha molto da imparare, sicuramente attratto da scrittori più bravi di me. Mi piace molto il surreale“.
Perché hai iniziato a scrivere?
“Ho cominciato a scrivere relativamente tardi, una quindicina di anni fa, quando avevo già più di quarant’anni. L’ho fatto in concomitanza di accadimenti nella mia vita abbastanza tristi. Mi sono accorto che inizialmente scrivevo per terapia, scrivevo per me“.
La scrittura può essere anche una terapia.
“Sì, è stata un mezzo per trovare un po’ di conforto, per riuscire a capire cosa c’era dentro di me, per esorcizzare alcune cose che capitano, soprattutto le paure. E continuo a scrivere perché mi fa bene: è una sospensione dalla realtà“.
Per chi scrivi?
“Scrivo per tutti coloro che non vanno troppo di fretta, per chi ama soffermarsi su un’espressione, una parola, un verbo coniugato in un certo modo o su una soluzione lessicale non banale. Scrivo per chi ha il piacere di approfondire, che magari legge di meno ma lo fa con più attenzione, con più tempo, che è un fattore fondamentale“.
Tu nella tua produzione hai dato vita a una serie di personaggi, ce n’è uno o una a cui ti senti particolarmente affezionato?
“Il personaggio che cito più spesso è Mirka, la protagonista de “La quarta persona più importante“, che è una eterna ragazzina di quindici anni. Ho scritto quel romanzo quando mi interessava avere uno sguardo da adolescente sul mondo“.
E come è stato mettersi nei panni di una quindicenne?
“Mirka è un po’ il mio alter ego, mi piaceva raccontare il mondo attraverso il suo modo di vedere le cose che è un modo molto sofferto, una visione che era anche la mia all’epoca. Sono passati molti anni ma mi piace ancora oggi portare quella storia e la cosa bella è che quel libro è ancora in circolazione e continua a vendere. Sono affezionato anche a Gregorio e Corviana, i personaggi de “L’isola greca“, il mio ultimo libro, uscito due anni faUn libro tutto sommato abbastanza leggero, ambientato su un isolotto immaginario della Grecia“.
Tu oltre alla narrativa, hai pubblicato anche a un manuale di scrittura creativa e ti occupi di formazione per gli aspiranti scrittori. In una storia che cos’è che non può mai mancare?
“Il divertimento. Una storia deve essere divertente perché il divertimento è la molla della curiosità, ciò che ti spinge a scoprire nuovi libri e nuovi autori. E’ come a scuola, se i ragazzi si divertono funziona“.
Parliamo un po’ anche di editoria. Anni fa hai pubblicato con Book a Book, questo progetto di crowdfunding per cui i lettori prenotano il libro in prevendita e solo al raggiungimento di un certo numero di adesioni, scatta la stampa del libro stesso. Un po’ un caso nel panorama editoriale. Raccontaci meglio di questa esperienza e di quanto magari, non sia sempre facile riuscire a farsi pubblicare.
“Farsi pubblicare senza pagare, non è facile. Pagando, ovviamente si fa ma l’editoria a pagamento è come non pubblicare affatto perché appiattisce tutto. Ho avuto la fortuna di pubblicare i primi due romanzi con la Verba Volant, casa editrice di Siracusa con cui mi sono trovato veramente molto bene. Poi dopo loro hanno scelto di cambiare linea editoriale e pubblicare esclusivamente libri per bambini. Quindi mi sono rivolto alla Book a Book di Milano, però sono rimasto abbastanza deluso e credo che non ripeterò mai più quell’esperienza, perché di fatto raggiungere il numero di copie in prevendita equivale a una pubblicazione a pagamento camuffata. Ci sono piccole e medie case editrici serie e affidabili, anche in Umbria, ed è assolutamente preferibile rivolgersi a loro“.
L’Umbria come si colloca nella tua produzione?
“E’ molto presente nel mio blog, “Sdraiato sui binari“, che ho da molti anni, il blog della memoria che è legata al territorio dell’Umbria, dove ho sempre vissuto, tra Narni, Terni, Amelia e Stroncone“.
Concludiamo con i progetti per il futuro.
“Attualmente ho in atto una collaborazione con Bertoni per un progetto legato al territorio e vorrei cominciare a scrivere un nuovo romanzo“.
Nota biografica. Francesco Franceschini è nato a Narni nel 1967. Ha pubblicato quattro romanzi, tre libri di racconti e un manuale di scrittura creativa. Insegnante di Lettere e speaker di Radio Tna Terni, dal 2012 ha aperto il blog della memoria, Sdraiato sui binari.