In questa nuova puntata della rubrica letteraria di Tag24 Umbria, abbiamo incontrato Elisabetta Bricca. Originaria di Roma, vive ormai da anni nelle campagne umbre che rappresentano una solida ispirazione per i suoi libri. La sapiente ricerca sui temi del femminile e della famiglia, unita a uno stile di scrittura illuminante e raffinato ne fanno una grande narratrice. Una scrittura la sua che Stefania Auci ha ragionevolmente definito “pura magia” e che consente di esplorare felicemente mondi interiori ed esteriori. L’abbiamo raggiunta telefonicamente per farci raccontare qualcosa in più sul suo lavoro e ci ha fornito anche qualche anticipazione sulla prossima uscita.
L’intervista ad Elisabetta Bricca
Partiamo con la domanda di rito di questa rubrica: che scrittrice ti senti?
“Una scrittrice in continuo divenire, per me la scrittura è una costante scoperta, fatico a definirmi. Amo addentrarmi nella psiche umana, in tutte le sue contraddizioni e sfaccettature, sono affascinata dalle persone, dagli esseri umani“.
Sto leggendo Cercando Virginia, che è il tuo romanzo uscito per Garzanti nel 2020. Quello che ho notato in primis è lo stile della tua scrittura: evocativo e fluido, dove non trovo mai incertezze né sbavature. Come si arriva a scrivere così?
“Con tanto lavoro, anzitutto con la lettura. Prima di essere una scrittrice sono una grande lettrice, ho cominciato a leggere molto presto e non ho più smesso. Gli scrittori che ami ti influenzano, penso che il mio stile di scrittura sia la somma di tutto ciò che ho letto più del tanto lavoro. Rifletto molto sulle parole da usare, cercando di dare musicalità e ritmo perché la scrittura è fatta soprattutto di ritmo. Scremare, scremare per arrivare a un tipo di scrittura che sia il più pulito possibile. È un lavoro lungo che richiede tempo. Per scrivere Cercando Virginia ho impiegato tre anni“.
Chi sono gli autori, le autrici che ti hanno maggiormente influenzata?
“Mi piace moltissimo Agota Kristof, per il suo modo di scrivere essenziale. Per quanto riguarda il romanzo storico sono appassionata di Hilary Mantel. Mi piacciono Hemingway e Steinbeck, la letteratura americana ha uno stile molto pulito, diretto, essenziale. Non amo gli scrittori troppo lirici“.
Rimanendo su Cercando Virginia, quel libro è un manifesto sul potere di riscatto della lettura, una storia di formazione ed emancipazione femminile che fa appunto riferimento a Virgina Woolf. Come possiamo noi donne trovare ognuna dentro di sé la propria Virginia?
“Ogni donna ha sicuramente il proprio percorso. Penso che la cultura e l’istruzione siano alla base perché permettono di avere la consapevolezza anche nel confronto con l’esterno. Oggi come donne abbiamo raggiunto una certa parità di diritti ma se pensiamo ad esempio alla Scandinavia, siamo ancora molto indietro. Credo che ogni donna dovrebbe seguire un proprio percorso di indipendenza, economica e mentale, una libertà che si può acquisire con la lettura, lo studio, la conoscenza“.
Nei tuoi romanzi affronti tematiche inerenti la famiglia, perché è ancora così importante continuare a parlare di famiglia?
“La famiglia è il punto di riferimento da cui si parte, i nostri genitori sono gli archetipi a cui guardiamo durante la crescita. Può essere sia il nido dove rifugiarsi sia un grande sprone a lasciare questo nido e a costruire una propria famiglia. Penso che una famiglia sana debba fornire poche regole ma solide“.
Ci racconti meglio del tuo esordio letterario?
“Il mio esordio è avvenuto diversi anni fa, nel 2009 con quella che è l’attuale HarperCollins. Scrissi, dopo tanti anni di lettura, un romanzo di amore e avventura e lo mandai. Dopo un mese mi rispose l’editor e il romanzo uscì in edicola. Da lì, il vero salto è avvenuto nel 2017 con Il rifugio delle ginestre pubblicato con Garzanti a cui sono arrivata grazie alla mia agente letteraria“.
Mi incuriosisce questo mix fra romanità e Umbria, perché tu sei romana di origine ma da anni vivi sul Trasimeno.
“I miei genitori sono umbri, il mio è stato un ritorno alle radici“.
E l’Umbria come influisce sulla tua scrittura?
“Tanto, il luogo dove vivo è un’ispirazione continua, mi trasmette serenità e spiritualità. Vivo in campagna, vedo il lago dalle mie finestre. Il rifugio delle ginestre è ambientato proprio sul lago Trasimeno“.
Concludiamo con qualche anticipazione sui tuoi piani per il futuro.
“Ho quasi finito il mio nuovo libro, siamo in fase di editing, è stato un lavoro molto lungo anche questo e spero che uscirà a breve. Piccolo spoiler: anche questo è ambientato in Umbria. È un romanzo storico che copre cinquant’anni, dagli inizi del Novecento fino agli anni Cinquanta, una storia vera incentrata sul femminile. Ho impiegato più di quattro anni per le ricerche, spero piacerà a chi lo leggerà“.
Nota biografica. Elisabetta Bricca, nata e cresciuta ner core di Roma, è laureata in Sociologia, comunicazione e mass media; è copywriter, autrice e traduttrice. Vive con il marito e le due figlie al Rifugio del Daino, un antico casolare umbro circondato da ulivi e boschi, che domina il Lago Trasimeno. È appassionata di arte, cucina, vino e natura.