Nella nuova puntata della rubrica letteraria che Tag24 Umbria dedica agli autori e alle autrici della nostra regione, abbiamo incontrato Arjuna Cecchetti. Con tre libri pubblicati – un romanzo e due storie illustrate per l’infanzia – è un autore che ha saputo narrare con coraggio tutta la bellezza e la forza dirompente dell’adolescenza. Ispirandosi alla natura, in particolare ai paesaggi selvaggi dell’Appennino, ha dato vita al suo primo romanzo a cui presto ne seguirà un altro. Nel corso della sua carriera ha ottenuto riconoscimenti importanti e piazzamenti in alcuni dei più prestigiosi premi letterari italiani. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare qualcosa in più sul suo lavoro, sull’avventura e sulla selvaticità che caratterizzano la sua produzione letteraria.

L’intervista a Arjuna Cecchetti

Cominciamo come di consueto con la nostra domanda di rito: che scrittore ti senti?

Mi sento uno scrittore di avventura che predilige l’azione rispetto alla retorica. Tutto ciò che nei libri è concettuale, la tolgo sempre nelle stesure finali“.

Tu, con il romanzo Maggie’s Boy, hai ricevuto la segnalazione da parte del comitato dei lettori alla XXIV edizione del Premio Calvino, il più prestigioso in Italia riservato agli inediti. Parliamo meglio del tuo esordio letterario.

Conosco il Premio Calvino da molti anni e ho sempre avuto il terrore di fare pubblicazioni scadenti. Così mi sono detto che se sapevo scrivere, nessuno meglio della commissione del Calvino me lo avrebbe saputo dire. Il comitato dei lettori è prestigioso così come il percorso che si fa all’interno del Premio, che è molto lungo ed è garanzia di qualità. Ho partecipato più di una volta al Calvino e sono stato menzionato in due edizioni, una con Maggie’s Boy appunto – un testo che è ancora inedito – e l’altra con Non pensarci due volte nel 2020 che poi è uscito l’anno successivo per Dalia Edizioni. I numeri del Calvino sono molto grandi, partecipano sempre tantissimi autori e autrici. Fallire al Calvino non significa non saper scrivere, proprio perché la partecipazione è altissima e non è facile scegliere i testi“.

Che percorso ha avuto il romanzo che è rimasto inedito?

La sua grande “pecca” era di non essere ambientato in Italia, ma in Scozia, dove ero stato. Allora come ora l’editoria italiana predilige storie ambientate in Italia. Le cose stanno cambiando e magari, un giorno, anche quel romanzo troverà un editore.

Allora attendiamo fiduciosi. Nel 2021 è arrivata quindi la prima pubblicazione ufficiale per Dalia con Non pensarci due volte, un libro molto “selvaggio” con protagonista Sara, una ragazzina, che si avventura nei boschi dell’Appennino. Una storia un po’ alla Walden di Thoreau. Pensi sia ancora possibile vivere “selvaggiamente”?

Come ho detto nelle varie presentazioni del libro, io non sono in grado di fare tutto ciò che fa Sara nel libro, perché arriva a dei livelli di sopravvivenza nella natura selvaggia che sono da fuoriclasse. Noi siamo gente dell’Appennino e anche le città fanno in qualche modo parte di questo territorio che rimane in gran parte sconosciuto. L’Appennino è ancora un luogo selvatico. Nonostante sia da sempre zona di eremiti, i percorsi che lo attraversano sono ancora tutti da scoprire, non è mai diventato quel “luna park della montagna” come invece è accaduto alle valli alpine o alle Dolomiti. Sara, la protagonista, sull’Appennino si sente perfettamente a suo agio. È stato un libro difficile da scrivere perché è in prima persona presente, dal punto di vista di una ragazzina. Sara non è un’adulta e non ha i limiti degli adulti, che invece abbiamo i compromessi, siamo frenati“.

Questo contatto con la natura quanto è importante in ciò che scrivi?

Per me nella scrittura, l’Appennino è importante. A me piace scrivere di alberi, di animali, di paesaggi. Nella prima stesura di Non pensarci due volte avevo inserito una parte interamente dedicata ai boschi, alle radure ma poi in fase di editing è stata tagliata. Come scrittore mi ci perderei, ma come lettore capisco che vadano fatti degli aggiustamenti“.

Dopo questo romanzo, sono arrivate altre due pubblicazioni sempre per Dalia, Tula a caccia dei colori nel 2022 seguito nel 2023 da Tula e i capelli di Madre natura. Due storie illustrate per bambini dove la protagonista è ancora una volta una ragazzina, una sapiens di 14mila anni fa. Nella tua produzione emerge fortemente l’attenzione verso questa fascia d’età.

Ad accomunare il romanzo e le due storie che citi, che sono ambientate nel Paleolitico superiore, è la protagonista: una ragazzina. Scelgo spessissimo protagoniste femminili che hanno quell’età. Ho sempre pensato che fosse un’età da non dimenticare e sono cresciuto pensando ai miei ricordi di quel periodo che di conseguenza non mi sembrano così lontani. Poi sono diventato genitore e ho rinverdito ulteriormente. Credo sia un’età che consente di scrivere senza filtri, anche tecnicamente, dove le azioni non vanno necessariamente giustificate, come invece nel caso degli adulti.

Concludiamo parlando un po’ dei tuoi piani per il futuro.

Al momento il secondo libro di Tula è nel pieno della fase promozionale. Mi sono dedicato ai racconti, che ho pubblicato in diverse riviste online e ho concluso l’ultimo romanzo, di nuovo ambientato sull’Appennino“.

Nota biografica. Arjuna Cecchetti è archeologo e scrittore, nato nel 1976. Vive in Umbria e ascolta Sinead O’ Connor. Nel 2021 ha pubblicato per Dalia Edizioni il romanzo Non pensarci due volte, racconto del viaggio di una tredicenne attraverso l’Appennino, il testo è stato tra i segnalati del Premio Calvino 2020 e ha vinto il Premio Demetra per la narrativa ambientale a Elbabook 2022. Sempre per Dalia sono usciti anche anche Tula – a caccia di colori, e Tula – e i capelli di Madre Natura, storie per ragazz* 7+ ambientate nel Paleolitico superiore. Numerosi sono i racconti usciti in riviste on line come Nazione Indiana, In fuga dalla bocciofila, Morel e Clean.