Nel secondo capitolo della rubrica che Tag24 Umbria dedica all’Umbria che scrive abbiamo incontrato Alessandro Chiometti. Scrittore ternano che nella sua carriera ha saputo spaziare tra molteplici generi con una chiara predilezione per quella zona tra fantascienza, thriller, horror, giallo e noir. Ha all’attivo sei libri, molto apprezzati da critica e pubblico, con cui riesce a dare forma a storie e personaggi complessi, dove appaiono molteplici sotto-testi e riferimenti sempre ricchi e sofisticati.
L’intervista a Alessandro Chiometti
Che scrittore ti senti?
“Mi sento tanti scrittori. Sono anzitutto un lettore onnivoro, non c’è un genere che mi è alieno. Come si legge, poi si scrive e questo si nota nella mia produzione. Il genere, in fondo serve ai librai, per sapere dove collocare i libri. I generi si intersecano, come si fa a definire dove finisce l’horror e inizia la fantascienza o dove finisce il noir e inizia il giallo? Molti autori sono categorici, io no, vivo di contaminazioni“.
Il tuo esordio letterario risale ormai a dieci anni fa con “KONKA”, un libro che ho letto in due giorni e che ha avuto successo. Raccontaci meglio della nascita di quest’opera.
“KONKA è stato il mio esordio nel mondo letterario, che è avvenuto in maniera apparentemente casuale, come i personaggi del libro. Avevo partecipato a un concorso, dove c’erano gli editori di Dalia. Avevo presentato un racconto, con l’esordio di Nico Feliciani, il futuro protagonista del libro. Seppur molto condensata, c’era già la storia che affronta molti argomenti, si parla di spaccio di droga, di errori giudiziari, di disinformazione. Tutto questo era piaciuto agli editori. Il premio consisteva in una consulenza letteraria in vista di una possibile pubblicazione, che poi è c’è stata. Così insieme a Nico sono arrivati altri personaggi. Il seguito di KONKA, Fuori Zona è stato pubblicato da Bertoni Editore. Sia KONKA che Fuori zona sono libri ambientati a Terni ma credo che, soprattutto in Italia, le province si assomiglino un po’ tutte e forse i meccanismi sono più provinciali in una città grande che in una città piccola“.
Se dovessi scegliere tre parole che descrivono il tuo percorso di autore, quali sarebbero?
“Mostri, è la prima parola. Intesa come la paura che noi autori sublimiamo nelle nostre storie. Poi direi confronto. Perché quando si scrive, è per farsi leggere, anche per farsi dare dei feedback. Penso ai concorsi letterari, dove si partecipa per confrontarsi, così come facciamo anche con Catena (il collettivo di scrittura che da anni opera a Terni ndr). E infine lettura, perché chi scrive e non legge si vede subito. Chi legge quando scrive sa quali sono i meccanismi che funzionano e quali no. La letteratura riflette profondamente il tempo, pensa alla fantascienza e a come sono cambiate le paure nel corso dei decenni”.
Hai detto una cosa interessante, scrivi per farti leggere. Per te che hai spaziato molto attraverso i generi, chi sono i tuoi lettori?
“Vorrei conoscerli tutti. Ogni tanto arriva qualche feedback, ma di certo non sono così popolare che mi fermano per strada. Quello che mi fa piacere, al di là dei premi e dei riconoscimenti, sono le recensioni che non ti aspetti. Come quella di Marco Onofrio che ha recensito il mio Frequenti improbabilità che è arrivata a sorpresa e ha sviscerato tutto quello a cui avevo accennato sperando che qualcuno se ne accorgesse. O ancora quando mi chiamano per fare fumetti dai miei racconti, è successo con Il vero nome del gatto contenuto in Frequenti improbabilità e sta per riaccadere, forse, con un racconto molto pulp che al momento ho pubblicato solo nel mio blog, Alba messicana“.
Parlavi di recensioni, ne ho letta una che ti è arrivata direttamente dai Wu Ming.
“Sì da Wu Ming 2, per il lancio di Fuori Zona. Li conoscevo già tempo perché loro sono da sempre punti di riferimento, sia per la letteratura che per la politica“.
“Chiometti può scrivere di vampiri filosofi o di ragazzi in fuga dalla provincia italiana, ma a prescindere dai suoi protagonisti, quel che lo distingue è lo sguardo brillante, il tono ironico e lo humor con i quali smonta le insensatezze della società contemporanea” Wu Ming 2.
Tu oltre a essere un autore, sei molto impegnato anche sul fronte civile. Come si colloca questo nei tuoi libri?
“Io nasco prima come impegnato politicamente e civilmente e poi come autore. In ogni libro c’è del mio, come l’investigatore in KONKA che smonta le bande di cialtroni che promettono guarigioni miracolose. O Il Mastino di Darwin, dove la post fazione è di Telmo Pievani, un grande divulgatore scientifico, che mi ha fatto questo regalo“.
Ultima domanda: progetti per il futuro?
“Troppi. Con Bertoni e breve uscirà l’edizione per il decennale di KONKA che conterrà anche il seguito, Fuori Zona. Sempre per Bertoni entro l’anno partirà “Antares” la nuova collana dedicata alla fantascienza di cui sono il curatore. L’abbiamo annunciato all’ultimo Salone del Libro di Torino. Il primo volume sarà probabilmente un’antologia di più autori dedicata all’intelligenza artificiale e ambientata nel 2222. Cercherò di imprimere la mia idea di fantascienza, che è una sfida impegnativa per un autore, perché rispetto agli altri generi bisogna saper fare una proiezione futuristica sapendo fornire i presupposti scientifici”.
Nota biografica. Alessandro Chiometti, classe 1972, vive a Terni e lavora nel campo della protezione ambientale. Impegnato politicamente in varie associazioni sul fronte delle lotte per il riconoscimento dei diritti umani e civili, soprattutto con l’Aps Civiltà Laica di Terni, di cui è socio fondatore e presidente uscente. Ha esordito nel 2014 con “KONKA: Prove di fuga e di resistenza“. Ha all’attivo sei libri, più uno di cui è curatore oltre a numerosi racconti pubblicati in raccolte.