Il turismo rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia umbra, grazie alla sua ricca storia, i suggestivi paesaggi naturali e un patrimonio culturale invidiabile; tuttavia, l’ultimo report sui primi sette mesi del 2024, pubblicato dalla Regione Umbria e basato sui dati raccolti da Turismatica, evidenzia luci e ombre per il turismo nella regione. Mentre alcune città umbre, come Todi e Assisi, registrano importanti incrementi, altre, come Gubbio, faticano a mantenere il passo, scivolando in ottava posizione nella classifica delle mete più visitate.

Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2024, l’Umbria ha accolto complessivamente 1.514.450 arrivi e ha registrato 3.831.692 presenze, segnando un incremento del +5,2% negli arrivi e del +6,1% nelle presenze rispetto al 2023. Questi dati confermano un trend positivo per il turismo regionale, con una ripresa forte e una crescita significativa, soprattutto rispetto agli anni segnati dalla pandemia.

Le città umbre sono tornate ad attirare turisti, sia italiani che stranieri, con una predominanza di visitatori provenienti da Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna, mentre le città italiane di Roma, Napoli, Milano e Firenze continuano a essere le principali fonti di turisti nazionali.

Assisi, come da tradizione, è in cima alla classifica delle destinazioni più visitate. Con oltre 826mila presenze nei primi sette mesi del 2024, la città di San Francesco ha attirato ben 761mila presenze solo nel suo centro storico. Si prevede che Assisi possa superare il record del 2023, quando registrò 1,4 milioni di presenze, dimostrandosi una delle mete più amate sia dagli italiani sia dagli stranieri.

Nella classifica delle destinazioni turistiche Gubbio è in netta difficoltà

Nel frattempo, Todi ha ottenuto il maggior incremento percentuale, con una crescita del 23% rispetto all’anno precedente. Questo risultato dimostra l’efficacia delle politiche locali di promozione turistica e il rinnovato interesse per la città, che sta emergendo come una meta sempre più attraente grazie alla sua offerta culturale e paesaggistica.

A fronte di questi successi, Gubbio, un tempo considerata una delle principali destinazioni umbre, è in netta difficoltà. I dati rivelano che la città è scivolata in ottava posizione, dietro Assisi, Perugia, Orvieto e Todi. Nonostante le potenzialità di Gubbio, con il suo straordinario patrimonio storico e le famose tradizioni come la Festa dei Ceri, la città sembra arrancare nel competere con altre mete umbre più dinamiche sebbene tra luci e ombre per il turismo.

Il grafico sotto riportato evidenzia il flusso turistico nelle città umbre nei primi sette mesi del 2024:

La crisi turistica di Gubbio non è un fenomeno improvviso, ma piuttosto il risultato di una serie di fattori che si sono accumulati negli anni. Uno dei principali problemi è la mancanza di un’efficace strategia di promozione turistica. Mentre altre città umbre hanno investito risorse significative per modernizzare l’offerta turistica, migliorare le infrastrutture e promuovere pacchetti integrati che attraggono visitatori, Gubbio sembra essere rimasta indietro in termini di innovazione.

Un altro fattore che contribuisce alla crisi di Gubbio è la crescente competizione interna all’Umbria. Città come Todi, Orvieto e Perugia hanno saputo rinnovarsi e attrarre nuovi flussi di turisti grazie a eventi culturali, enogastronomici e naturalistici ben organizzati e promossi. Todi, in particolare, ha saputo rilanciare la propria immagine e ha registrato un boom di presenze, trainata da festival, mostre e una rinnovata attenzione alle sue bellezze architettoniche.

Sempre nei primi sette mesi del 2024 il grafico evidenzia la presenza percentuale di turisti nelle località umbre:

Luci e ombre per il turismo umbro. Nonostante il fascino medievale Gubbio non riesce a decollare

Inoltre, Gubbio ha subito l’impatto del cambiamento delle abitudini dei turisti, che oggi sono alla ricerca di esperienze più coinvolgenti e meno legate al turismo tradizionale. Le nuove generazioni di viaggiatori cercano esperienze autentiche, interattive e personalizzate, preferendo spesso destinazioni più piccole e meno conosciute ma con un forte focus sull’enogastronomia, il benessere e il turismo sostenibile. Gubbio, pur ricca di storia e fascino medievale, sembra non aver colto appieno questa evoluzione delle tendenze.

Nonostante la crisi attuale, Gubbio ha tutte le carte in regola per tornare a essere una delle mete principali del turismo umbro. Tuttavia, è necessaria una revisione della strategia turistica della città, che deve basarsi sulla promozione integrata e digitale. Gubbio deve investire in una strategia di promozione turistica moderna, che utilizzi i canali digitali per raggiungere un pubblico più vasto e internazionale.

Anche il miglioramento dei servizi e le infrastrutture turistiche devono saper rispondere alle esigenze del turismo moderno. Anche la diversificazione dell’offerta dovrà permettere di competere con le altre città umbre.

Oltre alle attrazioni storiche e culturali, la città deve puntare su nuovi settori come il turismo enogastronomico, il turismo naturalistico e quello sportivo. La collaborazione tra pubblico e privato è necessaria per sviluppare nuove iniziative turistiche. La creazione di partnership con operatori turistici locali, ristoranti, agriturismi e produttori locali può creare pacchetti turistici integrati e offrire ai visitatori un’esperienza completa e coinvolgente.

Necessario creare il “Brand Gubbio” come segno distintivo e identificativo della città

Oltre a questi interventi è necessario creare il “Brand Gubbio” per pubblicizzare l’immagine di Gubbio a livello globale. Per Brand si intende la combinazione di elementi (quali nome, slogan, logo, etc.) che funzioneranno come segno distintivo e identificativo di Gubbio.

La marca (o brand) racchiude in sé immagine, valori, significato, ecc. che lo differenziano dai competitor, determinando il rapporto con il pubblico di riferimento. Questo dovrebbe essere un primo passo per uscire dalla crisi del turismo.

Mentre Gubbio affronta una crisi, il quadro complessivo del turismo in Umbria resta tuttavia incoraggiante. Con un incremento del +26,7% negli arrivi e del +23,0% nelle presenze rispetto agli anni più critici, l’Umbria si conferma come una delle regioni più amate sia dai turisti italiani che da quelli stranieri.