Dopo quattro mesi di agonia l’imprenditore di Spoleto Luca Bruschini, residente a Terni e aggredito lo scorso 16 febbraio fuori dalla sua carrozzeria, è deceduto all’ospedale di Terni. Bruschini, 40 anni, era stato colpito alla testa con diverse coltellate, riportando ferite gravissime. Tali ferite fin dall’inizio avevano fatto temere per la sua vita e ora si sono rivelate, infine, fatali.
La notizia della morte di Luca Bruschini ha scosso profondamente le comunità di Spoleto e Terni, dove l’imprenditore era conosciuto e apprezzato. Amici, colleghi e conoscenti si sono stretti intorno alla famiglia, esprimendo il loro cordoglio per una perdita così dolorosa.
Terni, l’aggressione fatale a Luca Bruschini
L’aggressione è avvenuta a febbraio fuori dalla sua azienda a Terni. Luca Bruschini, infatti, collaborava con il padre nella gestione della Ternicolor di via Natta, un’azienda storica specializzata in vernici e accessori per carrozzerie. Qui l’imprenditore è stato sorpreso e attaccato da un uomo di 47 anni di origine cubana, ma cittadino italiano. L’aggressione è avvenuta sotto gli occhi di un dipendente del colorificio, che ha prontamente allertato i soccorsi mentre l’aggressore si dava alla fuga. Bruschini è stato colpito ripetutamente, riportando ferite gravissime alla testa.
Nel frattempo, le forze dell’ordine sono intervenute prontamente sul luogo dell’aggressione. I carabinieri, insieme a polizia, municipale e vigili del fuoco, hanno avviato una caccia all’uomo che ha portato alla cattura del presunto aggressore nella sua abitazione. Inizialmente arrestato con l’accusa di tentato omicidio, ora dovrà rispondere del reato di omicidio a seguito della morte di Bruschini.
Soccorso dal personale del 118, Bruschini è stato immediatamente trasportato all’ospedale di Terni, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico nel tentativo di salvargli la vita. Le sue condizioni sono apparse fin da subito molto critiche e ora, dopo quattro mesi di ricovero e di sofferenze, è deceduto al Santa Maria di Terni.
Le indagini e l’accusa di omicidio per l’aggressore di Luca Bruschini a Terni
Le indagini condotte dai carabinieri hanno rivelato che il presunto aggressore aveva atteso Bruschini all’esterno della sua azienda, colpendolo improvvisamente. Secondo quanto emerso, alla base dell’aggressione vi sarebbero stati dissapori personali tra i due uomini. Il quarantasettenne, infatti, aveva in passato eseguito alcuni lavori per l’azienda della vittima e le tensioni nate in quel contesto sembrerebbero aver portato al tragico epilogo.
Con il decesso di Bruschini, l’accusa contro l’aggressore si è aggravata, passando da tentato omicidio a omicidio. L’uomo resta rinchiuso nel carcere di Terni in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. Il processo chiarirà ulteriormente le circostanze e le motivazioni che hanno portato a questo tragico evento.
Omicidio di Ridha Jamaaoui a Borgo Bovio, confermati 8 anni a Samuel Obagbolo
La Corte d’Appello ha confermato la condanna a otto anni di reclusione per Samuel Obagbolo, riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale aggravato per la morte di Ridha Jamaaoui, un tunisino di 39 anni. La sentenza di secondo grado, emessa dal collegio presieduto dal giudice Paolo Micheli, ha accolto le richieste del sostituto procuratore generale di Perugia, Paolo Barlucchi, mantenendo così la condanna originaria stabilita in primo grado.
L’aggressione mortale si è verificata la sera del 27 novembre 2022 in via Romagna, nel quartiere di Borgo Bovio a Terni. La lite, scoppiata tra un automobilista e un amico di Obagbolo investito in bicicletta, è degenerata rapidamente. Jamaaoui e Obagbolo sono intervenuti per difendere le rispettive parti, ma la situazione è presto sfuggita di mano, culminando in una violenta rissa durante la quale Obagbolo ha colpito Jamaaoui con calci e pugni, provocandone la morte.
Obagbolo, un nigeriano di 28 anni, è stato arrestato il 28 novembre a meno di ventiquattro ore dall’omicidio dopo un breve tentativo di fuga. La dinamica dell’accaduto è stata ricostruita chiaramente durante le indagini che hanno portato alla sentenza di condanna. Sentenza emessa dal gup di Terni, Barbara Di Giovannantonio, il 27 settembre scorso, a seguito di un processo con rito abbreviato.
Conferma della condanna
Durante il processo di appello, la Corte ha ritenuto solida la ricostruzione dei fatti presentata in primo grado. Obagbolo, presente in aula a Perugia, ha visto confermata la sua condanna, compresa l’aggravante dei futili motivi. La difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Montalbano Caracci, ha tentato invano di contestare la sentenza, evidenziando presunte contraddizioni nelle testimonianze e carenze nell’inchiesta. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto che le prove fossero sufficienti a supportare la colpevolezza di Obagbolo.
La morte di Ridha Jamaaoui rimane una tragedia che ha segnato profondamente la comunità di Terni. La conferma della condanna di Obagbolo rappresenta un passo verso la giustizia per la famiglia della vittima. Anche se il dolore per la perdita di un proprio caro non può essere alleviato.