Il ministro per l’Agricoltura, le foreste e la sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida è intervenuto stamattina per l’inaugurazione del Caccia Village a Bastia Umbra, il salone nazionale della caccia e del tiro. Per l’occasione, così come riportato dall’Ansa regionale, il ministro ha espresso soddisfazione in merito al decreto per l’agricoltura che sarebbe arrivato a un ottimo punto in vista della definitiva approvazione. Un decreto, ha sottolineato Lollobrigida, che avrebbe ripercussioni estremamente positive sulle criticità ancora presenti nel settore agricolo in Italia, che arginerebbe sia attraverso iniziative di sostegno che attraverso l’introduzione di una semplificazione normativa.

Il ministro ha rimarcato come il nuovo decreto per l’agricoltura avrebbe un impatto significativo non solo sulle attività meramente agricole ma anche su quelle ittiche “che consideriamo elemento portante per la sicurezza alimentare che deve essere connessa alla sovranità alimentare, cioè la possibilità di continuare a produrre cibo ma di qualità che è il nostro modello e che intendiamo difendere” ha detto. Il ministro ha fatto infine riferimento alla perdita degli spazi dedicati all’agricoltura, che devono invece essere recuperati e incentivati per consentire agli agricoltori di svolgere il proprio lavoro.

Decreto agricoltura: ieri lo stop dal Quirinale

L’ottimismo del ministro a Bastia, stride con quanto emerso ieri. Il Foglio aveva riportato per primo la notizia di come gli uffici legislativi del Quirinale avrebbero evidenziato alcune incongruenze nel testo del nuovo decreto agricoltura. Il presidente Mattarella potrebbe quindi rifiutarsi di firmarlo. In particolare le incongruenze nel testo riguarderebbero tre aspetti. Il primo l’accorpamento della società Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura (Sin) nell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), dove secondo il Quirinale non sussisterebbero i requisiti per la decretazione d’urgenza. Il secondo, è lo spostamento di un corpo dei carabinieri dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura e infine ci sono perplessità da parte dello staff del Presidente della Repubblica, riguardo anche allo spostamento di alcuni pannelli solari a terra.

La questione dei pannelli fotovoltaici era già emersa

Lo scorso 6 maggio il Consiglio dei Ministri aveva approvato lo schema del decreto legge sugli aiuti all’agricoltura. In vista dell’approvazione da parte del CdM erano emersi alcuni attriti tra Lollobrigida e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin in particolare sull’installazione nei terreni agricoli dei pannelli fotovoltaici, una questione sulla quale il ministero dell’Ambiente non sarebbe stato interpellato preventivamente.

Si era comunque raggiunto un accordo che nel nuovo decreto prevede sì l’installazione dei pannelli sui terreni coltivati ma non a terra, consentendo così lo svolgimento delle attività agricole nelle zone sottostanti. L’obiettivo, sottolineato da Lollobrigida, è evitare, come ribadito anche stamattina a Bastia, che vengano sottratti ulteriori terreni all’agricoltura, soprattutto quella di pregio. Una limitazione che vuole intervenire per scongiurare l’installazione selvaggia dei pannelli a terra, che invece potranno essere posizionati nelle cave e nelle aree interne degli impianti industriali.

Il ministro Lollobrigida a Bastia, già a aprile alla 55esima edizione di Agriumbria

Il ministro dell’Agricoltura, appena un mese fa aveva presenziato un altro evento sempre a Bastia Umbria, l’inaugurazione delle 55esima edizione di Agriumbria. Alla cerimonia erano presenti la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e il vicepresidente Roberto Morroni. Anche in quell’occasione il ministro aveva fatto riferimento alla fondamentale importanza del comparto agricolo, accennando alle riforme necessarie. “Lo sviluppo dell’agricoltura è fondamentale per la sicurezza alimentare dell’Italia e dell’Europa e per il presidio dei nostri territori” aveva detto. “Le riforme devono tenere conto che le politiche degli Stati devono garantire reddito a chi fa impresa e lavora in questo settore. L’agricoltore è il primo ambientalista del pianeta“.