In nome della “scelta libera” a partire dallo scorso aprile il governo Meloni ha permesso che le associazioni pro vita entrassero nei consultori, grazie a un emendamento inserito nel decreto Pnrr. Ne è scaturita una battaglia che sta tutt’ora infiammando mondo politico e società civile. Da un lato la premier che parla di fake news intorno alla 194, supportata da Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, che accusa di ignoranza quanti difendono quella storica legge. Dall’altro una grande parte del mondo politico e civile che fa notare come l’emendamento sui consultori, attacchi alla base il diritto all’autodeterminazione delle donne.
Ora che ai volontari delle associazioni anti abortiste è garantito l’ingresso nei consultori italiani, il diritto all’aborto libero che già in Umbria con la giunta Tesei ha visto limitazioni in passato, appare ulteriormente ristretto. Proprio ieri è stata divulgata una lettera sottoscritta da numerose associazioni dell’Umbria, e indirizzata al sindaco di Acquasparta, Giovanni Montani e al direttore generale dell’Usl Umbria 2 Piero Carsili. Il fatto che viene portato all’attenzione è l’apposizione di alcune locandine da parte delle associazioni pro vita nella bacheca del Centro di Salute di Acquasparta, di cui si chiede la rimozione.
Locandine pro vita a Acquasparta: la lettera delle associazioni dell’Umbria che ne chiedono la rimozione
Riportiamo il testo integrale della lettera sottoscritta da numerose associazioni dell’Umbria per chiedere la rimozione delle locandine pro vita dal Centro di Salute di Acquasparta, così come pubblicata dall’Associazione Terni Donne Aps.
All’attenzione del Sig. Sindaco Giovanni Montani e del Direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Piero Carsili,
A seguito dei recenti avvenimenti che vedono coinvolta la sede del Centro di Salute del Comune di Acquasparta in via Roma 1, l’associazione Terni Donne APS sente l’esigenza di poter esprimere le proprie considerazioni a tutela e interesse di tutte le donne.
Pochi giorni fa, una residente ad Acquasparta ha denunciato la presenza di alcune locandine promosse dall’associazione ‘’Pro Vita & Famiglia’’ esposte all’interno della bacheca sita all’ingresso del distretto sanitario in cui vi sono riportate affermazioni sgradevoli e colpevolizzanti come ’’Ogni aborto uccide un bambino’’ e ‘’Tu non abortire!’’, correlate da immagini discutibili.
Riteniamo fondamentale continuare a sottolineare la necessità di poter attraversare le strutture sanitarie senza dover leggere messaggi mortificanti che hanno come fine ultimo quello di ostacolare l’autodeterminazione delle donne sui propri corpi e le loro scelte consapevoli rispetto un’interruzione di gravidanza. Tutto questo soprattutto alla luce delle recenti decisioni prese dal governo vigente come la presenza di associazioni anti-scelta nei luoghi della salute femminile che rendono l’accesso a un aborto sicuro, gratuito e laico un diritto difficile da esercitare.
Anche Terni Donne APS dunque si unisce alle critiche che sono state sollevate in merito all’esposizione di tali manifesti, ritenendo pertanto necessaria la rimozione di questi ultimi tempestivamente e in via definitiva.
Con la speranza che la nostra richiesta venga accolta, cordialmente
Rete Umbra per l’Autodeterminazione
Terni Donne APS
Forum Donne Amelia APS
Libera…mente Donna
Civiltà Laica
Rete delle Donne AntiViolenza APS
Assemblea Transfem Perugia
Udi Perugia
Agite Umbria
CAV L’Albero di Antonia
Laiga 194
Donne contro la guerra
CAV M. T. Bricca
Coordinamento Arci Donne Foligno
In cosa consiste l’emendamento inserito nel decreto Pnrr
L’emendamento che consente ai volontari delle associazioni pro vita di accedere ai consultori è stato presentato dal governo Meloni come l’applicazione integrale della Legge 194 del 1978, ribadendo l’attuazione di disposizioni già presenti in quella stessa legge. Nello specifico si fa riferimento a: “Le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità“.
La maggioranza ha respinto ogni accusa sostenendo di agire nell’interesse delle donne, in coerenza con il testo della 194. La premier ha in più sedi rimarcato come quella intorno all’aborto sia una polemica inutile e che sia in realtà la sinistra a voler cambiare la 194.