19 Feb, 2025 - 20:03

Lo Voi al Copasir su caso Caputi: resa dei conti tra toghe, 007 e governo

Lo Voi al Copasir su caso Caputi: resa dei conti tra toghe, 007 e governo

Francesco Lo Voi, a capo della Procura di Roma, ha partecipato a un’audizione al Copasir per spiegare l’operato dell’ufficio giudiziario nella gestione dell’indagine legata alla denuncia di Gaetano Caputi, capo di gabinetto della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Oltre tre ore di confronto per smontare le accuse di violazione della legge sui servizi segreti, contenute in un esposto del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) alla Procura di Perugia.

Il magistrato si è detto profondamente amareggiato per la vicenda e per l’esposizione mediatica subita nelle ultime settimane. Il comitato ha ascoltato il procuratore per quasi quattro ore, segno che il tema resta bollente e che la politica vuole risposte chiare su un terreno minato.

La posizione del procuratore sulle accuse mosse alla Procura

Nel corso dell’incontro, Lo Voi ha chiarito che la Procura ha agito nel pieno rispetto delle leggi, affrontando ogni questione senza lasciare zone d’ombra. Ha espresso irritazione per il trattamento subito dall’ufficio giudiziario sui media, parlando di un attacco orchestrato nelle ultime settimane. Ha ribadito che non c'è stata alcuna diffusione indebita di documenti riservati e che l’operato dei magistrati si è svolto secondo le norme previste.

Le accuse avanzate dal DIS sono state definite prive di fondamento, sia dal punto di vista giuridico che fattuale. Il procuratore ha inoltre rimarcato come il DIS abbia mosso l’accusa senza considerare il meccanismo legale con cui gli atti sono stati trasmessi, una prassi consolidata che garantisce trasparenza.

Il nodo della norma speciale sui servizi segreti

L’Articolo 42, Comma 8, della legge sui servizi segreti è il cuore della questione. Il DIS ha contestato la gestione delle informative riservate da parte della Procura di Roma, sostenendo che non siano state rispettate le cautele previste. Secondo Lo Voi, questa normativa si applica solo quando la magistratura ordina l’esibizione di atti. In questo caso, ha spiegato, non ci sarebbe stata alcuna richiesta di documenti, quindi non si può parlare di inosservanza della legge. Il procuratore ha sottolineato che la Procura ha seguito le procedure standard, garantendo la tutela del diritto di difesa e depositando gli atti solo nel momento opportuno. Il fascicolo finito alla Procura di Perugia, aperto al momento contro ignoti, nasce proprio da questa presunta irregolarità, su cui Lo Voi ha espresso la sua totale contrarietà.

Interrogazioni sui dati fiscali di Caputi e la richiesta di chiarimenti

Le indagini hanno fatto emergere che la banca dati dell’Agenzia delle Entrate, Punto Fisco, è stata consultata per acquisire informazioni su Caputi. Gli accessi risalgono a due anni fa e sono stati registrati il 23 gennaio, il 4 e il 25 settembre. Risultano effettuati con credenziali assegnate al DIS ma usate dall’AISI. La questione ruota attorno al fatto che tali verifiche sarebbero avvenute in un contesto poco chiaro, spingendo la Procura a chiedere spiegazioni ufficiali.

 Il punto critico è che, scavando nei nomi e cognomi di chi ha eseguito le ricerche, i magistrati si sono imbattuti in una circostanza inattesa: Caputi era stato oggetto di controlli da parte di tre uomini dei servizi segreti italiani. Da qui la richiesta della Procura ai vertici dell’intelligence di fornire i dettagli su quegli accessi, che ha acceso il braccio di ferro.

Lo scambio tra Procura e DIS sulle responsabilità delle verifiche

Nel 2024, Lo Voi ha scritto all’ex direttrice del DIS, Elisabetta Belloni, chiedendo nomi e motivazioni delle persone che hanno effettuato le verifiche nella banca dati. La risposta, firmata dal neodirettore dell’AISI, Bruno Valensise, ha evidenziato il coinvolgimento di Giuseppe Del Deo, ex vice direttore dell’AISI ora al DIS. Secondo l’AISI, le verifiche su Caputi sono state svolte quando l’agenzia era guidata da Mario Parente e avevano l’obiettivo di controllare soggetti che cercavano di ottenere accesso ai livelli più alti del governo.

L’AISI ha confermato che l’attività rientrava in una prassi consolidata di monitoraggio e che non ci sarebbe stata alcuna violazione delle procedure interne. L’escalation di tensione tra magistratura e servizi ha fatto alzare il livello dello scontro, con il Copasir che sta valutando di convocare nuovamente i vertici dell’intelligence per chiarire tutti i dettagli.

La tensione tra Procura e governo

L’affaire Caputi non è l’unico elemento di attrito tra la Procura di Roma e il governo. Durante l’audizione, è emerso anche il caso di Osama Njeem Almasri, il torturatore libico liberato a causa di un vizio procedurale e successivamente rimpatriato con un volo di Stato. La gestione del dossier ha portato Lo Voi a iscrivere nel registro degli indagati alcuni esponenti di primo piano dell’esecutivo, tra cui la Premier Meloni, il Sottosegretario Mantovano e i Ministri Nordio e Piantedosi. Una decisione che, pur essendo un atto dovuto, è stata interpretata dal governo come una mossa ostile. La vicenda ha contribuito a rafforzare la frattura tra l’ufficio giudiziario di Piazzale Clodio e l’esecutivo, mentre il Copasir sta valutando di convocare nuovamente i vertici del DIS per approfondire la vicenda.

Il Comitato Parlamentare, intanto, vuole vederci chiaro anche su un altro dettaglio inquietante: perché gli 007 hanno deciso di passare al setaccio il capo di gabinetto di Palazzo Chigi e i suoi familiari? Tra le spiegazioni fornite agli inquirenti mancano ancora troppi tasselli e il rischio che la questione si allarghi è tutt’altro che remoto.

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Francesca Secci
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