Numeri alla mano, l’assessore alla sanità della Regione Coletto è convinto che la gestione delle liste di attesa in Umbriastia andando bene“.
A Perugia, per presentare il rapporto sulle attività dell’azienda ospedaliera del capoluogo umbro e del servizio di elisoccorso regionale, Luca Coletto ha incontrato i giornalisti. E ha delineato gli scenati per quanto riguarda le liste d’attesa. “Una situazione che è in netto miglioramento – ha sostenuto -. E sono fiducioso che riusciremo a ridurle ulteriormente nei prossimi mesi“.

L’assessore regionale ha utilizzato la Lombardia come termine di paragone. “Io faccio sempre un confronto – ha detto Coletto -. Qualche tempo fa l’assessore della Lombardia ha dichiarato di avere 8 milioni di prestazioni in lista di attesa. Che, rispetto ai 10 milioni di abitanti, è pari a un tasso di 0,8 prestazioni in attesa ogni cento abitanti. L’Umbria, con 850 mila abitanti, ha circa 44 mila prestazioni in lista d’attesa. Che rappresenta lo 0,08 per cento. Quindi direi che non siamo messi male“.

Liste di attesa, Coletto ricorda che ai ritardi nelle prestazioni hanno contribuito gli anni della pandemia

L’assessore ha ricordato i due anni e mezzo di fermo assoluto dovuto al Covid e al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Un periodo durante il quale non si è potuto visitare ed erogare prestazioni assistenziali e sanitarie.

È stato un periodo molto lungo – ha detto Colettoin cui non si sono potute fare tante cose. Quei due anni e mezzo del Covid hanno sicuramente limitato di molto la capacità di rispondere alla domanda di analisi, visite, prestazioni diagnostiche. Recuperare, con le stesse forze – ha proseguito – anzi, con medici in meno che nel frattempo sono andati in pensione, due anni e mezzo di pazienti che sono stati messi da parte non è una impresa semplice“.

L’assessore alla sanità della Regione Umbria ha evidenziato che, con i decreti che sono susseguiti e avvalendosi anche dei privati convenzionati, la sanità umbra sta dando delle grandi risposte.

Se noi andiamo a vedere i dati delle liste di attesa del 2017 e del 2018 – ha chiarito Coletto – per fare una mammografia si aspettavano due anni. ora la situazione è migliorata, giustamente, e stiamo lavorando per migliorarla ulteriormente“.

La situazione ereditata e i progetti di riforma dei presidi ospedalieri con la legge Omnibus

Facendo una sorta di bilancio della sua attività di governo, Coletto ha detto che quando a inizio legislatura arrivò in Umbria da sottosegretario “i numeri che apparivano sembravano molto chiari“. Ma una volta aperto il libro si sono trovate tante criticità.
Abbiamo fatto parecchie delibere per l’efficentamento e riusciremo a dare risposte importanti attraverso la legge che andrà in Consiglio a breve“.

Si tratta del famoso disegno di legge Omnibus – ha spiegato Coletto – nel quale è prevista l’integrazione dell’ospedale di Narni a quello di Terni, nonché di quello di Pantalla con quello di Perugia.

Quando arrivai trovai le barelle nei corridoi dell’ospedale di Terni – ha ricordato -. Con la soluzione dell’abbinamento di Narni con Terni, le barelle sono sparite. E questo perché i Dea di secondo livello, cioè le aziende ospedaliere, devono fare alta specialità. Non devono occuparsi di bassa specialità. In Azienda ospedaliera ci va la fase acuta importante, mentre negli ospedali normali, nel primo livello e negli ospedali di base, ci vanno patologie a bassa intensità. Questo per quanto mi riguarda è stato un lavoro lungo che abbiamo fatto, siamo arrivati al capolinea e stiamo ottenendo risultati“.

Sanità e riforme, il rimpianto della mancata razionalizzazione dei distretti in nome dell’efficienza

Coletto ha poi ribadito che nel piano “che purtroppo non è stato portato avanti, c’era anche un importante razionalizzazione dei distretti“.

Si trattava di mettere in campo misure per l’efficienza, con una diminuzione soltanto dal punto di vista amministrativo. “O meglio ancora, di una razionalizzazione del numero dei dirigenti. Accorpandone alcuni, che non significa chiudere ambulatori, diminuire le prestazioni e dare meno riscontro a quelle che sono le necessità territoriali. Quella della razionalizzazione credo che sia una operazione importante da fare – ha affermato l’assessore -. Non viene tolto niente al territorio. Anzi, abbiamo maggiori risorse da destinargli, per assumere più medici, più infermieri. Perchè il problema che avremo nel prossimo futuro saranno gli anziani. E gli anziani hanno bisogno di essere curati a casa, perché spesso volentieri le loro patologie non sono in fase acuta ma possono essere curate con assistenza domiciliare. L’Umbria è stata la regione che ha incrementato di più a livello nazionale le prestazioni della assistenza domiciliare ed è stato un grande risultato“.