La CGIL di Terni va contro le soluzioni prospettate da Governo e Regione per affrontare il problema delle liste d’attesa. Nei giorni scorsi, infatti, era stato in Umbria il ministro della sanità Orazio Schillaci che aveva annunciato un decreto per snellire le liste di attesa in sanità. Da giorni, poi, circola una bozza del testo che una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrerà immediatamente in vigore. La stessa governatrice Tesei, dalla sua, aveva parlato di “percorso condiviso“. Costruito per lo smaltimento delle liste d’attesa, con il supporto “del privato convenzionato che è come se fosse parte integrante della sanità pubblica regionale” annunciando la recente delibera della giunta.
E dalla Cgil di Terni, che nei giorni scorsi ha svolto un incontro di approfondimento per analizzare proprio la delibera di Palazzo Donini, relativa allo smaltimento delle liste di attesa, arriva una bocciatura.
“L’idea di stanziare risorse per convenzionare con le strutture private più servizi, non rappresenta la soluzione per avviare un vero piano di abbattimento delle liste di attesa”.
Cgil Terni contro la delibera sulle liste d’attesa: “Impedirà di cogliere gli obiettivi annunciati”
La delibera insomma, secondo il sindacato, contiene criticità, già presenti nei precedenti piani di smaltimento delle liste di attesa. Problemi che, secondo la CGIL, resterebbero irrisolti, rischiando di impedire di cogliere gli obiettivi annunciati.
“Per quanto ci riguarda le risorse devono essere investite per far funzionare bene ed in modo efficiente il pubblico – scrive il sindacato -. Attraverso una seria programmazione e una conseguente organizzazione dei servizi. Per abbattere le liste di attesa è necessario che l’offerta delle prestazioni del servizio sanitario pubblico sia in numero adeguato a rispondente alle richieste che arrivano dai cittadini. Ciò presuppone intanto una conoscenza della reale quantità di prestazioni che possono essere erogate. Poi di quelle effettivamente evase e, infine, la pianificazione di eventuali soluzioni per garantirne l’aumento”.
Secondo la Cgil, dunque, occorre una nuova e diversa programmazione e organizzazione dei servizi. Accanto agli investimenti, più volte annunciati, ma che non sarebbero stati mai concretamente attuati. Si tratta di interventi su personale e sulle strumentazioni, necessari per poter realmente rafforzare la capacità di aumento nell’erogazione delle prestazioni.
La richiesta di investire nelle due Aziende ospedaliere e delle due USL, senza privilegiare i privati
“Per questo le risorse vanno investite nelle due aziende ospedaliere e nelle due Usl – scrive la Cgil di Terni -. Il tutto senza sfuggire a questa responsabilità, delegando a qualche struttura convenzionata, con esborso di risorse che invece devono essere destinate al servizio pubblico”.
Se ciò avvenisse, secondo il sindacato, si eviterebbero anche le difficoltà nel prenotare le prestazioni. In quanto ci sarebbe ricettività delle strutture rispetto alle richieste. Garantendo così tempi di prenotazione congrui e limitando anche gli spostamenti chilometrici, che a volte sono improponibili.
“Da tempo questa Regione sta compiendo scelte non condivisibili dietro alle quali c’è una chiara volontà di non potenziare il pubblico per favorire il privato con un ruolo sostitutivo e non complementare e/o aggiuntivo – conclude la Cgil -. Infine, ribadiamo che per una buona sanità occorre rafforzare i presidi territoriali e la medicina di base, costruire le case della salute, qualificare la rete ospedaliera e organizzare i servizi territoriali domiciliari e di assistenza. Se si continua a non fare queste scelte, nonostante gli annunci, legati spesso a campagne elettorali, saremo di fronte ad un aumento delle difficoltà nell’accedere alle prestazioni dovuto anche all’invecchiamento della popolazione che esprime nuovi e maggiori bisogni”.