Dopo la decisione da parte dell’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Roma di escludere Alternativa Popolare dalle europee 2024 per la circoscrizione centro, il segretario nazionale di AP Stefano Bandecchi ha indetto una conferenza stampa per esporre il proprio punto di vista in merito al provvedimento successivo al decreto elezioni 2024, che richiede il collegamento con un parlamentare nazionale o con un europarlamentare eletto in Italia per la partecipazione alle elezione dell’8 e 9 giugno.
“Spero che possiate contribuire al normale andamento dell’Italia – comincia Bandecchi – in ambito politico e sociale. Come sapete abbiamo presentato delle liste per partecipare alle elezioni europee. Le liste che abbiamo presentato sono autorizzate dal Partito Popolare Europeo e Alternativa Popolare viene portata alle elezioni europee dal Ppe. Noi siamo tra i fondatori del Ppe dal 2014.
“Le nostre liste di Alternativa Popolare dovevano a occhi chiusi essere prese. A Napoli qualcuno se li è letti i documenti che doveva leggere e a Napoli la accettano senza problemi con la nota del Viminale che cita la legge del 24 marzo 2024. Ci siamo presentati con il documento con la firma dei dirigenti, ma vi dirò di più: ci hanno detto di non mettere il mio nome. L’Italia oggi sta dicendo “No” alla lista del Ppe”.
Liste Alternativa Popolare, Bandecchi: “Lotteremo fino all’ultimo per arrivare al 4%”
Stefano Bandecchi, verso la conclusione della conferenza, lancia un messaggio agli elettori del Sud Italia: “Gli unici che al momento sono nel giusto sono nel Sud, a tutti gli altri viene impedito di scegliere Alternativa Popolare. Abbiamo bisogno di giustizia collettiva ed europea per riammettere nelle circoscrizioni Alternativa Popolare. Posso capire il timore verso me imprenditore e politico ma qualcuno comincia a stringere davanti a Bandecchi “bischero”. Lotteremo fino all’ultimo per arrivare a quel 4% per mandare Bandecchi in Europa”.
Sul punto si aggiunge anche il presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli, che tuona in merito alla recente decisione: “Siamo un paese anomalo, dal momento che è vietato cambiare la legge elettorale un anno prima delle elezioni, cosa che l’Italia ha fatto”.