11 Sep, 2025 - 17:30

Lingua blu, strage silenziosa: oltre mille animali morti in Umbria

Lingua blu, strage silenziosa: oltre mille animali morti in Umbria

L’emergenza lingua blu ha lanciato un’ondata di paura tra gli allevatori umbri. Dall’inizio dell’estate la Blue Tongue ha cavalcato la regione, causando la morte di oltre mille animali e portando alla conferma di 140 focolai. Le autorità hanno messo in campo misure straordinarie per contenere il virus e sostenere le aziende, mentre l’allarme per le conseguenze economiche continua a crescere.

Lingua blu in Umbria, i numeri aggiornati dei focolai e degli animali colpiti

L’epidemia di lingua blu in Umbria ha provocato finora la morte di 1.055 ovini e 6 bovini, distribuiti in 140 focolai complessivi. Le zone maggiormente colpite sono quelle interne appenniniche: i focolai si concentrano in Valnerina e nell’area dello Spoletino, spingendosi fino all’altopiano di Colfiorito. Tra i comuni più colpiti figurano Cascia, Norcia e Monteleone di Spoleto, dove le perdite raggiungono punte stimate del 15% del patrimonio ovino locale. Intere greggi sono state decimate: a Vallo di Nera, ad esempio, un allevatore ha perso una quindicina di pecore nel giro di pochi giorni.

Le zone più colpite dalla lingua blu: Valnerina, Spoletino e Colfiorito

Le aree interne dell’Umbria risultano particolarmente vulnerabili. La conformazione territoriale e le condizioni climatiche hanno favorito la diffusione del virus, trasmesso da insetti vettori. Nella Valnerina, in particolare, molti piccoli allevatori familiari hanno subito danni gravi, mettendo a rischio la continuità delle attività agricole locali.

La risposta della Regione Umbria con monitoraggi e indennizzi agli allevatori

La Giunta regionale umbra, di fronte all’emergenza, ha istituito fin da giugno un’unità speciale di monitoraggioveterinario per coordinare gli interventi. L’assessorato alle Politiche agricole, guidato da Simona Meloni, opera di concerto con l’assessorato alla Sanità e l’Istituto Zooprofilattico Umbria-Marche. “Il focolaio è attualmente circoscritto, ma non possiamo abbassare la guardia”, ha dichiarato Meloni nelle prime fasi dell’epidemia.

La Regione ha stanziato risorse straordinarie per far fronte ai danni dell’epidemia. Attraverso la finanziaria Gepafin è stato creato un fondo regionale da 1 milione di euro dedicato all’emergenza Blue Tongue. Con una delibera approvata a luglio, la Giunta ha attivato gli indennizzi agli allevatori colpiti: 250 euro per ogni bovino e 70 euro per ogni ovinomorto a causa del virus.

Allarme degli allevatori umbri: greggi decimate e richieste di aiuti urgenti

La comunità dei pastori ha accolto con crescente preoccupazione l’avanzare dei contagi. Molti allevatori si dicono devastati dall’epidemia di lingua blu, di fronte a greggi decimate, e chiedono di non essere lasciati soli dalle istituzioni. Le associazioni di categoria si sono mobilitate sin dall’inizio: Coldiretti Umbria ha richiesto un incontro urgente con le autorità competenti, sollecitando “tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere con indennizzi le imprese agricole colpite”.

Anche Confagricoltura Umbria ha manifestato forte preoccupazione per i focolai, invocando ulteriori misure di sostegno e la rapida attivazione di fondi straordinari.

Vaccinazioni, controlli e misure contro la diffusione della lingua blu

La strategia di contenimento del virus Bluetongue si basa su vaccinazioni mirate e controllo degli insetti vettori. Fin dall’inizio della crisi le autorità veterinarie hanno imposto il blocco degli spostamenti per gli animali infetti e attivato protocolli di profilassi vaccinale nelle zone a rischio. La vaccinazione degli ovini è volontaria ma fortemente raccomandata.

Sul fronte della prevenzione, sono state diffuse linee guida per ridurre la proliferazione degli insetti: uso di insetticidi in stalla, confinamento notturno degli animali e rimozione dei ristagni d’acqua negli allevamenti.

Gli effetti della lingua blu sull’economia ovina e sulla produzione regionale

L’epidemia di lingua blu sta mettendo in seria difficoltà il comparto zootecnico umbro, soprattutto quello ovino. Oltre alle morti degli animali, la malattia comporta un forte calo della produttività: gli ovini colpiti sviluppano ulcerazioni a bocca e lingua che ostacolano l’alimentazione, causando un drastico crollo della produzione di latte e un deperimento che incide sul peso e sulla qualità delle carni.

Gli allevatori subiscono anche un freno alle attività commerciali a causa delle restrizioni sanitarie che bloccano la movimentazione del bestiame. Il danno economico complessivo è ingente: intere aziende risultano in ginocchio e le perdite totali potrebbero raggiungere il 15% del patrimonio ovino regionale.

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Francesca Secci
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