A un solo posto dal podio nazionale: l’impresa femminile umbra si piazza al quarto posto in Italia nella speciale classifica del tasso di femminilizzazione del tessuto imprenditoriale. La percentuale è, infatti, del 24,8% per un totale di 23.043 aziende iscritte al Registro Imprese della Camera di commercio dell’Umbria.
Le grandi potenzialità dell’imprenditoria femminile ci vengono consegnate dal report presentato, proprio a ridosso della Festa della Donna, da Unioncamere, che ha elaborato i dati dell’Istituto Tagliacarne.

Impresa femminile umbra: un driver della crescita economica

Le imprese femminili svolgono un ruolo fondamentale per la crescita. Basti pensare all’attenzione per gli investimenti green e all’attenzione per le tematiche ESG (environment, sustainability and governance). Le eco-investitrici sono 31,9% a livello nazionale e il 27,9% a livello umbro, con una forte preponderanza delle imprese localizzate a Terni dove le green companies sono molto oltre al media nazionale (34,8%).
A sopravanzare le imprese in rosa del cuore verde d’Italia ci sono solo il Molise (27,4%), seguito da Basilicata (26,5%) e Abruzzo (25,4%).

Innovazione e startup femminili: c’è un gap da colmare

Ma c’è ancora molta strada da fare perché le donne imprenditrici sono sottorappresentate (appena il 27,1% al 31 dicembre 2023, ricopre il ruolo di amministratrice di una società) ed è ancora forte il gap sulla capacità di fare innovazione.

In Umbria le start up innovative femminili sono appena il 12,2% del totale (26 in valore assoluto), contro il 13,6% a livello nazionale. Come ancora troppo marcata in regione è la tendenza al fare impresa nei settori tradizionalmente femminili che hanno a che fare con la cura della persona, con l’istruzione, con l’assistenza sociale. Basti pensare che nel settore “altri servizi alla persona” (che comprende attività come parrucchiere, estetiste, organizzazione di eventi, ecc.) il 64,1% delle aziende (al 31 dicembre 2023) è a guida femminile. Nel settore moda lo sono quasi la metà delle aziende, ossia il 48,6% del totale.

Dobbiamo lavorare sulla cultura per aiutare le giovani ad avvicinarsi alle lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) – riflette la Presidente del Comitato Imprenditoria femminile, Dalia Sciamannini -. Il fatturato medio delle imprese femminili è ancora troppo basso ed è legato sia alle dimensioni “micro” dell’impresa femminile ma anche al fatto che i settori in cui decidono di investire sono quelli mediamente a più bassa remunerazione, come sanità ed assistenza sociale e servizi alla persona”.

Verso una certificazione della parità di genere sul lavoro

La spinta al cambiamento può arrivare dalla Certificazione della parità di genere nel mondo del lavoro. L’importante ruolo dei Comitati Imprenditoria Femminile delle Camere di Commercio può essere da traino per la buona riuscita dell’ottenimento del risultato finale, anche grazie all’accordo con il Dipartimento di pari opportunità.

E i finanziamenti della certificazione ci sono ancora. Il bando è aperto e le imprese possono presentare domanda fino al 28 marzo. I contributi verranno concessi con procedura valutativa con procedimento a sportello (sul sito del Dipartimento della Presidenza del Consiglio sono presenti tutte le informazioni sull’avviso e sul sistema di certificazione della parità di genere, ndr).

Crescono le società di capitale a trazione femminile

Qualcosa nel mondo delle donne che fanno impresa però sta cambiando. Cresce infatti la propensione delle imprenditrici a far ricorso a modelli aziendali più strutturati. Le società di capitale femminili sono aumentate in Umbria dal 2019 al 2023 del 10,7% mentre le ditte individuali sono diminuite del 3,6%.

Mi piace ricordarlo in occasione proprio della Giornata Internazionale della donna – ci tiene a precisare Sciamannini – sostenere l’impresa femminile non significa solo sostenere l’accesso al credito, ma lavorare anche, e molto, sul fronte culturale. Per il Comitato sensibilizzare il territorio sulla discriminazione delle donne nei luoghi di lavoro che riguarda tanto le lavoratrici dipendenti quanto le imprenditrici è centrale”.

Tante imprese nei settori tradizionali dei servizi alla persona: serve fare un salto di qualità per rompere il soffitto di cristallo e la propensione alla sostenibilità può aiutare le aziende in rosa

Già segnati nell’agenda del Comitato Imprenditoria femminile per il 2024: eventi per la creazione di networking sul territorio umbro, l’impegno in collaborazione con il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria per dare gambe all’Info Point Donna che sarà operativo dal 16 marzo prossimo e il lavoro per promuovere una maggiore presenza di donne negli organi di controllo e nei consigli di amministrazione delle società.