Riceviamo e pubblichiamo le parole di Riccardo Leonelli, attore, in merito alle vicende del teatro Verdi di Terni:

“Desidero condividere queste poche righe relative al teatro Verdi di Terni, perché molti cittadini chiedono chiarezza riguardo la situazione attuale e l’evoluzione storica che ci ha condotto a questo punto. Pertanto, da attore con quasi venticinque anni di carriera professionistica alle spalle, mi prendo la briga di fare un punto sulla situazione e offrire il mio personale sguardo sulla questione. Il Teatro storico cittadino (inaugurato nel 1849, progettato dall’arch. L. Poletti e intitolato a Giuseppe Verdi nel 1901) fu demolito dopo l’ultima guerra e al suo posto fu realizzato l’attuale cinema-teatro, inaugurato nel 1949, con notevole riduzione dei volumi del Teatro precedente (sala spettatori abbassata e palcoscenico accorciato)

“Del nostro Teatro, quindi, è rimasta solo la facciata (pronao esastilo neoclassico) e la struttura esistente è in primis quella di un cinema adatta quindi più per proiezioni cinematografiche che per rappresentazioni teatrali. Oggi la città ha bisogno di un Teatro e la precedente Amministrazione Comunale invece di riacquisire i volumi del teatro che avevamo ha indetto un Concorso internazionale per progettare un “teatro” addirittura dentro la struttura di un cinema. Nel bando di concorso infatti tra le prescrizioni c’è quella di non variare i volumi del cinema-teatro attuale”.

Leonelli sul teatro Verdi di Terni: “Non rispettati alcuni vincoli”

“È qui da sottolineare – prosegue Leonelli – che un Teatro propriamente detto ha sue peculiari proporzioni che ne favoriscono soprattutto l’acustica (per non parlare del golfo mistico, della torre scenica e della capienza che deve essere adeguata per il numero di abitanti della città) quindi non può essere assolutamente ricavato da un cinema che è tutt’altra cosa. Per quanto detto dal progetto vincitore è scaturita una struttura ibrida senza proporzioni con volumi assai ridotti rispetto a quelli del Teatro che avevamo (forse anche a quelli del cinema-teatro attuale) con una discutibile capienza di 700/800 posti a cui se ne dovranno togliere 100 in caso di rappresentazioni liriche e un golfo mistico ridotto che non consente di ospitare un numero adeguato di orchestrali”.

È da evidenziare anche che non è stato rispettato il vincolo del 2015, imposto della Soprintendenza di Perugia, sull’intera struttura di cinema-teatro. Per le ragioni suesposte famosi architetti italiani non hanno partecipato al Concorso perché appunto sapevano di non poter ricostruire un Teatro, in quanto già precluso dal bando di concorso stesso, ma solo una struttura ibrida oggetto di critiche da parte di numerosi esperti locali e nazionali (Gian-Luca Petrucci, Stefano de Majo, Paolo Leonelli, Francesco Giordanelli, Vladimiro Paiella, Marzia Ubaldi, Manuela Canali e ancora Gabriele Gandini, Gigi Proietti, Vittorio Sgarbi, Carlo Palleschi e tanti altri). È da evidenziare inoltre che il progetto prevede anche la realizzazione di un inutile e costosissimo “ridotto” interrato a meno 7 metri sotto la platea, oltre a quello già esistente, per soli 150 posti, completamente separato dalla struttura ibrida suddetta e con ingresso indipendente”.

Tale “ridotto” viene realizzato in una zona archeologica ad elevato rischio (vedi relazione dell’archeologa Angelelli) e con la possibilità di compromettere la stabilità di alcuni edifici adiacenti al cinema-teatro attuale. La nebulosa incomprensibile follia che accompagna le vicende del suddetto concorso, le polemiche interminabili e inascoltate di coloro che auspicavano invano la rinascita del Teatro avuto in passato, sembrano essere contornate anche da un inevitabile ritardo del cronoprogramma, per cause contingenti, che mette addirittura a rischio la possibilità di accedere ai contributi previsti dal PNRR”.

“Viene spontaneo chiedersi se il grande compositore Giuseppe Verdi, cui era dedicato il teatro, non stia dando il proprio dissenso attraverso espliciti segnali della sua ineluttabile “Forza del Destino”. Terni è drammaticamente destinata a non riavere mai il suo teatro, ma è condannata a dotarsi di una struttura, come sempre, rimediata. È stato anche chiesto al famoso architetto Pier Luigi Cervellati di redigere uno studio per sapere se, con il materiale a nostra disposizione, si poteva ricostruire il Teatro storico all’italiana. Dallo studio si evince che esiste la reale possibilità di ricostruire il nostro Teatro (una perfetta sezione aurea, sostiene Cervellati) con un preventivo di spesa forse anche inferiore rispetto a quello previsto dal progetto vincitore. In passato la città ha avuto ben quattro teatri, in futuro non ne avrà nemmeno uno. Pertanto se non è più possibile riavere a Terni un Teatro si potrebbe pensare almeno alla ristrutturazione e messa in sicurezza dell’attuale cinema-teatro con preventivi di spesa assai inferiori e tempi più rapidi per la sua realizzazione”.

Terni, 08/10/2024

Riccardo Leonelli