Fa discutere la legge sulla famiglia in Regione Umbria, recentemente approvata in commissione consiliare e prossima alla discussione dentro l’Assemblea Legislativa. Il provvedimento ha scatenato vivaci polemiche tra le diverse forze politiche e le organizzazioni civili, mettendo in luce profonde divisioni ideologiche. Come era prevedibile, la proposta di legge sulla famiglia ha sollevato un dibattito acceso in Umbria, mettendo in luce profonde divisioni politiche e ideologiche.
Mentre la maggioranza sostiene che la legge rappresenta un passo avanti nella tutela e nel supporto delle famiglie, il Pd e altre organizzazioni ritengono che essa reintroduca stereotipi superati e limiti le libertà individuali, in particolare delle donne. La discussione in consiglio regionale e il voto finale saranno determinanti per il futuro della normativa e per il panorama politico della regione.
Legge sulla famiglia: polemica del PD Umbria
Il Partito Democratico si è apertamente schierato contro la proposta di legge sulla famiglia, definendola, in una nota, “ideologica e oscurantista”. La segreteria regionale umbra del Pd, il Gruppo regionale Pd e le Democratiche umbre hanno espresso il loro disappunto in una nota congiunta.
Il partito fa sapere di opporsi: “Strenuamente all’approvazione della proposta di legge ‘sulla famiglia’, così come approvata in commissione, fanno appello oggi alla maggioranza consiliare perché non vada, in maniera unilaterale, alla modificazione di un Testo unico regionale, quello in materia di sanità e servizi sociali, che rappresenta ancora oggi un asse portante dell’impianto normativo, amministrativo e culturale della nostra comunità regionale”.
Secondo il PD: “Si tratta di una proposta di legge ideologica, fondata sullo stereotipo di una concezione di famiglia che da tempo non esiste più. È evidente che questa legge ha il chiaro intento di collocare l’Umbria in una arretratezza culturale che fa onore ai migliori governi populisti ed oscurantisti”.
Umbria: la legge sulla famiglia
La proposta di legge sulla famiglia, promossa principalmente dalla Lega e sostenuta da Fratelli d’Italia e Forza Italia, è stata approvata nei giorni scorsi dalla Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. La prima firmataria, la consigliera regionale Paola Fioroni, ha spiegato che la famiglia rappresenta una delle colonne portanti della società e che è dovere delle istituzioni tutelarla.
La maggioranza: “Rendiamo strutturali gli interventi per la famiglia”
Paola Fioroni, consigliere regionale, ha commentato dopo l’approvazione: “Così rendiamo strutturali tutte le misure che in questi anni sono state varate e implementate dalla giunta Tesei, come il bonus bebè, il bonus alle neomamme per conciliare vita familiare e lavorativa, fino ai contributi per il diritto allo studio e alla pratica sportiva dei più giovani”.
“Con questo documento – ha aggiunto – viene inserita anche una norma per tutelare gli orfani di padre e di madre e la sperimentazione fondamentale del ‘fattore famiglia’, un parametro che supera l’Isee e permette di valutare i carichi familiari affinché le risposte siano più consone alle rinnovate esigenze”.
A margine della seduta, il capogruppo Valerio Mancini della Lega ha evidenziato: “L’attenzione che la maggioranza riserva alle famiglie, a differenza – ha poi aggiunto polemizzando sull’assenza del PD in sede di votazione – di altre forze politiche di minoranza. La legge rappresenta un passo importante verso il sostegno delle famiglie umbre e la promozione di una società più solidale e inclusiva”.
La soddisfazione
È evidente, insomma, la soddisfazione palesata dalla maggioranza regionale. Secondo cui, la nuova legge pone in capo alla Regione Umbria una serie di azioni volte a valorizzare le funzioni sociali ed educative della famiglia, promuovere la formazione di nuovi nuclei familiari e rimuovere gli ostacoli che impediscono nuove nascite, adozioni e la vita familiare in generale. Tra le misure specifiche, vi sono la promozione della cultura dell’infanzia, il sostegno alla genitorialità, soprattutto per le famiglie numerose e quelle con fragilità, e il riconoscimento del valore sociale delle reti di famiglie e dell’associazionismo familiare.