Ieri l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato il testo della cosiddetta “Legge sulla famiglia” con cui ha emendato il Testo Unico in materia di Sanità e Servizi Sociali risalente al 2015. La nuova legge prevede importanti stanziamenti a favore delle famiglie mettendo sul piatto 30 milioni di euro. Ma, come già ha fatto notare la minoranza di centrosinistra anche in sede di votazione, la nuova legge non tiene conto dell’intero mondo delle famiglie, privilegiando la famiglia tradizionale oltre a presentare diverse criticità su più punti. Sul tema era intervenuta nei giorni scorsi l’Omphalos di Perugia. Dalla Rete Umbra per l’Autodeterminazione, che ieri ha protestato sotto Palazzo Cesaroni, annunciano nuove mobilitazioni.

Rete Umbra per l’Autodeterminazione: “Non chiamatela legge sulla famiglia”

Ieri il mondo dell’associazionismo impegnato sul fronte dei diritti civili, era presente in aula e ha chiesto di essere ascoltato. La richiesta è stata messa ai voti su proposta del consigliere M5s Thomas De Luca ma è stata respinta dalla maggioranza.

Quello della nuova legge sulla famiglia sarebbe “un testo ideologico, patriarcale e oscurantista che vorrebbe manipolare le opinioni e le scelte delle persone ed in particolare delle donne per eliminare la cultura dell’autodeterminazione e della libertà di scelta. Una legge contro le donne e le soggettività lgbtqi+” sottolineano dalla Rete Umbra per l’Autodeterminazione, la rete delle associazioni femministe dell’Umbria.

La Rete accusa la legge di dimenticare la complessità delle realtà famigliari della società attuale. “La normativa così come proposta considera legittima, degna di difesa e di conseguenza destinataria di risorse una sola tipologia di famiglia, quella formata da un uomo e una donna uniti in matrimonio con prole, dimenticando tutte le altre realtà famigliari che caratterizzano la società odierna“.

Una proposta che “risente fortemente di una impostazione cattolica e conservatrice” e che “considera i consultori pubblici alla stregua di “altre strutture private convenzionate”, prevedendo la presenza al loro interno dell’associazionismo familiare e pro-vita, prevede la creazione di un albo regionale degli organismi di rappresentanza delle famiglie, di un Dipartimento della Famiglia e persino un Distretto per la Famiglia, di cui non se ne comprende bene le funzioni e le eventuali sovvenzioni economiche“.

Non da ultimo – concludono dalla Rete Umbra per l’Autodeterminazione – la normativa monetizza la cura delle persone con disabilità senza prevedere servizi adeguati e scaricando di fatto sulle famiglie e all’interno delle famiglie inevitabilmente sulle donne, il peso e la responsabilità del loro benessere“.

Legge sulla famiglia, Omphalos: “Le famiglie sono tante”

Al’inizio di settembre l’Omphalos di Perugia, aveva puntualizzato una serie di aspetti problematici della legge sulla famiglia. Nella nota diramata il presidente Stefano Bucaioni, ha parlato di una legge che nella sua formulazione, non rispecchia “l’attuale assetto normativo dello Stato definendola, anche in considerazione dei brevi tempi di approvazione a ridosso della campagna elettorale, “un mero strumento di propaganda politica di parte e non un dispositivo al servizio della collettività tutta“.

Le famiglie sono tante e diverse – proseguiva Bucaioni – le famiglie formate da persone dello stesso sesso, esistono, sono sempre esiste e sempre esisteranno. Non sarà certo una legge regionale a decidere il contrario. Ma stabilire per legge che la regione si occupa solo di alcune di queste famiglie, in base alla sensibilità politica della maggioranza di turno, è una discriminazione inaccettabile, nonché in palese contrasto con gli articoli 2 e 3 della nostra costituzione“.

Tesei: “Non c’è nulla di ideologico”

In una nota di ieri la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei ha commentato così l’approvazione delle nuova legge sulla famiglia. “Abbiamo messo a disposizione 30 milioni per interventi strutturali, che coinvolgono diversi assessorati, su cui i giovani, i minori, le famiglie possono fare affidamento per il futuro. Di ideologia in questa legge non c’è nulla. E non c’è traccia di propaganda elettorale“.

La Tesei ha sottolineato di non aver capito quali sarebbero “gli aspetti sbagliati di questa legge“. Il mondo dell’attivismo invece li ha ben chiari. Ma l’audizione gli è stata negata. E la Rete Umbra per l’Autodeterminazione ha annunciato proteste in piazza.