L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato ieri le cosiddette “Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro”, ovvero la Legge Energia, il provvedimento che mira ad accelerare gli impianti da rinnovabili e a ordinare il governo del territorio. Forza Italia però ha scelto l’astensione. Per la capogruppo Laura Pernazza, relatrice di minoranza, si tratta di un passaggio necessario ma costruito con tempi e modalità sbagliate: “Un testo confuso, arrivato in Aula con decine di emendamenti last minute”, che impone ora un’attenzione massima all’attuazione e al ruolo dei municipi.
Nel testo entrano tre leve considerate decisive da Pernazza. Primo: il freno a possibili rendite informative sulle aree idonee. “Grazie a un emendamento a mia prima firma" – ha ricordato – "si è evitato il rischio di speculazioni private legate all’individuazione di particelle catastali nelle aree idonee. Una misura di buon senso e di trasparenza amministrativa”.
Secondo: la verifica periodica degli effetti. La consigliera rivendica l’introduzione della clausola valutativa, ovvero una relazione annuale che la Giunta dovrà presentare in Aula su risultati, criticità e ricadute per imprese, cittadini e amministrazioni.
Terzo: nasce una struttura tecnica regionale dedicata a fare da “cabina d’assistenza” agli enti locali nei procedimenti autorizzativi, con l’obiettivo di accelerare e standardizzare le istruttorie sugli impianti green. “Un risultato concreto che risponde alle necessità dei Comuni, spesso senza personale tecnico specializzato”, ha aggiunto la capogruppo.
Sul versante delle Comunità Energetiche Rinnovabili e delle ricognizioni territoriali, FI sottolinea di aver fatto da apripista in Commissione. “Il sostegno alle CER, la mappatura e la non retroattività delle norme" – ha spiegato la relatrice di minoranza – "erano nostre proposte già avanzate in Commissione e poi recepite negli emendamenti della Giunta”.
Resta però un vulnus politico nella Legge Energia: la cancellazione della norma che premiava le CER promosse direttamente dai Comuni. Per Pernazza è “un passo indietro nella partecipazione dei territori alla transizione energetica”, perché rischia di penalizzare i progetti comunitari che tengono insieme PA, famiglie e imprese locali.
La critica più dura riguarda il percorso legislativo. “Restano forti perplessità su una legge arrivata in Aula con troppi emendamenti sostanziali all’ultimo momento e senza attendere la normativa nazionale in arrivo a fine mese. Così si rischiano contenziosi e nuovi passaggi in Consiglio”, ha aggiunto Laura Pernazza nella nota. L’astensione, spiega, è stata una scelta di responsabilità per non bloccare una cornice attesa “da imprese, Comuni e cittadini”, ma chiede regole stabili, calendario certo dei decreti attuativi e un confronto strutturato con i territori.
La partita adesso si gioca sui decreti e sugli atti amministrativi. Forza Italia indica tre priorità: cartografie delle aree idonee pubbliche e verificabili, piena operatività dell’unità regionale di supporto e strumenti economici che rendano sostenibili le CER comunali nel medio periodo. “Non abbiamo votato contro" – ha chiarito Pernazza – "perché era necessario dare un segnale di responsabilità. Ma ora bisogna passare ai fatti: coinvolgere davvero i territori e sostenere chi investe nell’energia pulita in Umbria”.
La Legge Energia in Umbria fotografa il bivio ormai classico: accelerare gli investimenti senza snaturare il paesaggio e riducendo al minimo i contenziosi. La relazione annuale potrà offrire evidenze su efficacia e lacune, ma servirà un monitoraggio trasparente e condiviso. Come ricorda Pernazza, la transizione sarà credibile solo se “partecipata”: con i Comuni messi nelle condizioni di guidare le comunità energetiche e con cittadini e imprese coinvolti non come spettatori, ma come partner del cambiamento.
Secondo gli osservatori regionali, la sfida più delicata sarà garantire tempi certi e uniformità applicativa tra territori. Le misure approvate aprono una fase cruciale per coniugare crescita verde, coesione territoriale e trasparenza amministrativa.