Si è rinnovata, come da tradizione, la calorosa Cena di Benvenuto organizzata dall’Associazione Eugubini nel Mondo. L’appuntamento si è tenuto martedì13 maggio presso il centro sportivo di Santo Spirito, trasformato per una sera in una vera casa comune per quanti, pur vivendo lontano da Gubbio, mantengono vivo il legame profondo con la città dei Ceri.
Fondata con lo scopo di tenere uniti gli eugubini emigrati in Italia e all’estero, l’Associazione è presieduta oggi dal dottor Mauro Pierotti, ed è dotata di un sito internet aggiornato (www.eugubininelmondo.com) dove è possibile trovare informazioni, iniziative, fotografie, contatti e racconti di vite e di viaggi.
L’Associazione rappresenta un ponte tra le generazioni e tra i continenti. Oggi esistono comunità eugubine attive non solo in Italia e in Europa, ma anche in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Canada, dove la tradizione, la lingua e il cuore eugubino continuano a vivere, tramandati di padre in figlio.
La cena di quest’anno è stata, come sempre, un momento conviviale e simbolico, nel cuore dei giorni della Festa dei Ceri, capace di riunire in un unico abbraccio ceraioli, emigrati, amici, autorità e ospiti di ogni età. Un segnale forte: Gubbio non dimentica i suoi figli lontani, e loro non dimenticano Gubbio.
Fra le presenze più significative, spiccano gli arrivi dalle città gemellate di Thann e di Jessup. Dalla cittadina alsaziana di Thann, che custodisce una reliquia di Sant'Ubaldo, sono giunti circa 60 amici francesi, testimoni di un legame che risale al culto comune per il Santo protettore di Gubbio, patrono di entrambe le comunità. Ma la partecipazione più numerosa è stata quella degli eugubini di Jessup, Pennsylvania, una delle colonie eugubine più vive al mondo. Circa 160 partecipanti, molti dei quali Capitani e Capodieci della Festa dei Ceri americana, hanno affollato le sale del monumentale edificio di piazzale Frondizi, portando il calore e i colori dell’Umbria oltreoceano.
Non meno significativa la presenza di una delegazione lussemburghese, composta da circa cinquanta persone, guidata da Marco Pierotti, eugubino di origini e referente dell’ARULEF (Associazione Regionale Umbra dei Lavoratori Emigrati e loro Famiglie). Il Lussemburgo rappresenta una delle tappe storiche dell’emigrazione umbra del dopoguerra, e conserva ancora oggi un fortissimo senso di appartenenza alla cultura di origine.
La serata si è svolta all’insegna della gioia, del racconto e della musica. Alcuni componenti della banda musicale cittadina hanno allietato la cena con un repertorio coinvolgente, che ha suscitato entusiasmo e partecipazione. Il clima era quello delle grandi occasioni, dove ogni sguardo raccontava un ritorno, ogni abbraccio una storia interrotta solo dal tempo e dalla distanza.
Presenti alla serata anche le autorità comunali: il sindaco Vittorio Fiorucci e il vicesindaco Francesco Gagliardi, a testimonianza dell’importanza istituzionale e civica dell’evento. La presenza del Comune è segno di vicinanza concreta e riconoscente a quanti, pur vivendo altrove, continuano a portare nel mondo l’immagine e i valori di Gubbio.
Nel corso della cena non sono mancati i momenti di memoria e di futuro. Alcuni dei presenti hanno condiviso brevi testimonianze, tra ricordi d’infanzia, aneddoti familiari e riflessioni sul significato profondo della Festa dei Ceri per chi la vive da lontano. Le storie di emigrazione sono diventate storie di fedeltà, e l’Associazione Eugubini nel Mondo si conferma come custode viva di questo patrimonio affettivo e culturale.
Come ha sottolineato nel suo intervento Mauro Pierotti, l’Associazione ha il compito di raccogliere e rilanciare le testimonianze della diaspora eugubina, e di creare occasioni di incontro e di trasmissione intergenerazionale. La Cena di Benvenuto, a ridosso della Festa, è uno di questi momenti: una tavola che non divide ma unisce, dove accento americano, francese, italiano o lussemburghese si fondono in un solo canto: Viva Sant’Ubaldo!
Un caloroso applauso ha concluso la serata, e molti si sono dati appuntamento per il giorno dopo, il 14 maggio, e poi per il culmine della Festa il 15, quando i Ceri saliranno alla Basilica e il mondo tornerà a Gubbio, anche solo con il cuore. In queste notti d’attesa, una cena può diventare profezia: la città è viva finché qualcuno, ovunque nel mondo, si sente ancora figlio suo.