04 Jun, 2025 - 12:05

Lega in crisi a Gualdo Tadino: Alessia Raponi lascia il partito e porta con sé l'intero gruppo cittadino. “La Lega umbra è al minimo storico"

Lega in crisi a Gualdo Tadino: Alessia Raponi lascia il partito e porta con sé l'intero gruppo cittadino. “La Lega umbra è al minimo storico"

È un terremoto politico quello che ha scosso, nella giornata di ieri, la sezione della Lega per Salvini Premier di Gualdo Tadino. Con una lunga e appassionata lettera aperta, dai toni netti e senza appello, Alessia Raponi, storica militante e coordinatrice cittadina del partito, ha annunciato le proprie dimissioni sia dal partito sia dal ruolo dirigenziale.

Ma non è sola: insieme a lei, si dimette in blocco tutto il gruppo di riferimento locale della Lega gualdese. I nomi sono noti: Maria Cleofe Cardinali, Silvia Marcellini, Gloria Giovagnoli, Paolo Urbani, Luigi Mascia, Sandro Petrini e Giuliano Tomassini. Un’intera squadra che abbandona in silenzio operoso e con un segnale di rottura inequivocabile.

“Un passo pensato da tempo, rinviato solo per senso di responsabilità”

Nel suo messaggio pubblico, Raponi non risparmia nulla né a se stessa né al partito, e apre con parole dal forte impatto emotivo e politico:
“Oggi rassegno le dimissioni da militante del mio partito e da segretaria della Lega della mia città. È tanto, troppo tempo che pensavo di fare questo passo, ma ho sempre rinviato per senso di responsabilità verso chi mi ha votato”.

Un atto che giunge, come spiega, dopo anni di militanza leale e attiva, durante i quali ha guidato la sezione locale, è stata capogruppo in Consiglio comunale e ha contribuito in modo significativo alle campagne elettorali, regionali e amministrative. Un impegno che, a detta dell’ormai ex segretaria, non è stato riconosciuto né valorizzato.

Accuse pesanti ai vertici regionali: “Solo schiaffi e logiche clientelari”

Nel cuore del testo, Raponi lancia un durissimo atto d’accusa contro i vertici regionali del partito, colpevoli – secondo lei – di una gestione autoritaria e miope: “Ho ricevuto solo ‘schiaffi’ dai rappresentanti regionali della Lega – scrive – più inclini all’utilitarismo puro che a far crescere personale politico credibile e a sviluppare politiche di largo respiro per la nostra terra e la nostra Regione”.

Parole che non lasciano spazio a interpretazioni: la crisi interna viene ricondotta a un sistema di selezione dirigistica e non meritocratico, dove a prevalere non sono competenze e impegno, ma “la capacità di farsi muovere come burattini”.

Un partito in declino: “Ridotto ai minimi termini e fiaccato nello spirito”

L’analisi politica contenuta nella lettera è severa e lucida. Raponi non solo rileva un crollo quantitativo della Lega in Umbria, ma ne denuncia la perdita di credibilità:
“Il partito è ridotto – numericamente – ai minimi termini e fiaccato nello spirito. Così, il livello della classe politica locale crolla miseramente”.

Una denuncia che arriva non da un oppositore esterno, ma da una figura interna e di lungo corso, il cui impegno è sempre stato, fino a oggi, pubblico, coerente e motivato da una forte convinzione ideale.

Il paradosso di un addio senza rancore alla Lega nazionale

Nonostante la rottura evidente con la dirigenza regionale, Raponi tiene a distinguere il suo giudizio locale dalla fedeltà al progetto nazionale:
“Rimarrà verso il Segretario Federale della Lega, verso i Ministri del partito che comunque continuerò a sostenere da semplice cittadina, soprattutto verso il Ministro Giancarlo Giorgetti; Ministro e persona di eccellente spessore politico, professionale ed umano.”

Una distinzione che sottolinea il carattere personale e non ideologico della frattura, e che mette in evidenza la volontà di non rinnegare il percorso politico nazionale, ma di prenderne le distanze per come viene declinato a livello locale.

Una crisi che interroga la Lega umbra e il suo futuro

Il caso di Gualdo Tadino non è isolato, ma si inserisce in una più ampia crisi d’identità e rappresentanza che la Lega umbra sta attraversando da tempo. Da partito radicato, presente e competitivo, il Carroccio in Umbria ha conosciuto una rapida fase discendente, testimoniata da:

  • calo di iscritti

  • perdita di figure storiche

  • difficoltà di dialogo con i territori

L’uscita di Raponi e del gruppo locale rende visibile questa emorragia, e costringe i vertici a una riflessione: il partito è in grado di autorigenerarsi o continuerà a perdere pezzi?

La politica come servizio: il messaggio finale ai militanti

Nel chiudere la lettera, Alessia Raponi si rivolge con rispetto e affetto a coloro che restano, sottolineando l’unico vero “premio” ricevuto in questi anni di attività:
“Di cuore, auguro il meglio dalla vita a tutti quei leghisti che, come me, hanno lavorato umilmente, con coraggio e fatica ottenendo, in cambio, solo una soddisfazione, che comunque è la più grande: la stima delle persone, il consenso del popolo.

Un messaggio che non suona come una vendetta, ma come una scelta dolorosa, lucida e irrevocabile, maturata nel tempo e motivata da un senso profondo di delusione e insofferenza verso una struttura percepita come autoreferenziale e autorevole solo a parole.

Un vuoto che pesa, una voce che fa rumore

Le dimissioni di Alessia Raponi e del suo gruppo segnano un punto di non ritorno nella storia della Lega a Gualdo Tadino. Non si tratta solo di numeri o di cariche, ma di fiducia, relazioni, capitale umano perduto.

In un tempo in cui la credibilità della politica locale è già in crisi, episodi come questo contribuiscono a scoraggiare l’impegno civico, soprattutto tra chi – come Raponi – ha cercato di costruire una presenza politica sul territorio fatta di “ascolto, militanza e risultati concreti”.

Ora spetterà alla Lega umbra decidere se archiviare in fretta la vicenda, come fosse un episodio isolato, o se farne occasione per una seria autocritica e per avviare una rigenerazione profonda, prima che sia troppo tardi.

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Mario Farneti
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