Nell’affascinante borgo di Ferentillo, incastonato tra le colline dell’Umbria, si riaccendono le luci della storia per una nuova edizione di Le Rocche Raccontano. Questo evento è uno dei più attesi dell’anno, indubbiamente il più suggestivo grazie ai suoi Quadri Viventi. Non si tratta solo di una semplice rievocazione storica, ma è un vero e proprio tuffo nel passato: ogni pietra, ogni strada, ogni angolo racconta secoli di vita, di tradizioni e di vicende che hanno plasmato il territorio.

La manifestazione è organizzata con la consueta passione dalla Pro Loco di Ferentillo, che con cura e dedizione continua a dare vita a un viaggio temporale che coinvolge tutti i sensi. I visitatori potranno immergersi in un mondo lontano, rivivendo le atmosfere medievali e rinascimentali, attraverso spettacoli, rappresentazioni teatrali e cortei storici che animano ogni angolo del borgo.

I Quadri Viventi di Ferentillo: l’edizione 2024 di Le Rocche Raccontano

Le taverne del borgo sono state le prime ad aprire il 22 agosto dando il via alla nuova edizione di Le Rocche Raccontano a Ferentillo. Ma il clou della manifestazione inizierà il 29 agosto e durerà fino al 1 settembre, quando ci si darà appuntamento al prossimo anno. Stiamo parlando dell’apertura dei Quadri Viventi di Ferentillo, un vero e proprio viaggio nei secoli attraverso gli eventi fondamentali che hanno plasmato la storia del borgo umbro fino ai nostri giorni.

Il percorso si snoda dalla piazza centrale di Precetto (P.zza Vittorio Emanuele) fino a Matterella (Largo Furio Miselli). Per concludersi il 1 settembre con la sfilata dei figuranti e la premiazione del miglior Quadro Vivente, vincitore dell’edizione 2024.

I Naharki, il popolo antico della Valnerina

Oltre duemila anni fa, i Naharki abitavano le alture della Valnerina, vivendo in armonia con la natura. Esperti agricoltori e artigiani, lavoravano bronzo e terracotta, e veneravano divinità pagane con riti sacri. Nonostante la loro resistenza, furono infine assimilati dalla potenza romana, lasciando un’impronta indelebile nella cultura locale.

Lazzaro e Giovanni: i santi eremiti

Nel VI secolo, due eremiti siriani, Lazzaro e Giovanni, trovarono rifugio sulle montagne di Ferentillo, dedicando la loro vita alla preghiera. Dopo la morte di Giovanni, Lazzaro, oppresso dal dolore, chiese conforto divino. Anche Faroaldo II, il potente Duca di Spoleto, fu visitato in sogno da San Pietro, che gli ordinò di costruire un monastero in un luogo specifico, dove avrebbe incontrato un santo eremita. Il destino condusse Faroaldo fino a Lazzaro, e così nacque l’Abbazia di San Pietro in Valle.

Ferentillo, Le Rocche Raccontano: il Monachesimo

Il Cristianesimo non solo portò un messaggio di salvezza, ma anche un ideale di vita ascetica. Molti fedeli, desiderosi di raggiungere la perfezione spirituale, si ritirarono in solitudine, abbandonando le tentazioni del mondo. Dalle grotte e dagli eremi, la vita solitaria si trasformò in una pratica comunitaria e portò alla nascita delle prime grandi abbazie. Anche le donne trovarono rifugio spirituale in conventi come quello di Santa Caterina, vivendo secondo gli stessi rigorosi principi di devozione e lavoro.

Ferentillo medievale: lo splendore del Principato dei Cybo

Nel tardo Medioevo, Ferentillo visse un periodo di grande prosperità sotto la guida della nobile famiglia Cybo. Grazie al loro mecenatismo, il borgo si trasformò in un centro di potere culturale e politico. Nel 1563, il Principe Alberico Cybo Malaspina concesse al feudo uno statuto che ne sanciva l’indipendenza, rendendolo un principato autonomo e sovrano.

La strega, il terrore dell’Inquisizione

Nel borgo di Ferentillo l’accusa di stregoneria portava a terribili processi e condanne al rogo. La popolazione assisteva con timore a questi rituali, dove l’inquisizione esercitava il suo potere implacabile, segnando le vite di coloro accusati di eresia. Il cerimoniale, carico di tensione, era presieduto dal Vescovo e dal Vicario del Santo Uffizio, mentre il generale dell’inquisizione dettava la sentenza. Prima del rogo, la strega era costretta a baciare il crocifisso, simbolo del dominio spirituale sulla presunta eresia.

I briganti

I briganti erano il terrore delle strade di montagna: aspettavano nel buio delle stradine tortuose del paese per derubare i viandanti. Questi fuorilegge, nascosti tra gli alberi, trasformavano i sentieri in luoghi di pericolo, lasciando le loro vittime spogliate e sole. Il loro ricordo è un monito delle dure condizioni di vita di un tempo, quando la legge del più forte dominava le valli e i monti.

La peste: il miracolo di San Sebastiano

Nel 1657 la peste colpì Ferentillo portando morte e disperazione. Il popolo, in preda al panico, invocò San Sebastiano portando in processione la sua statua per le vie del borgo. Miracolosamente, la malattia scomparve e il Santo divenne il protettore di Ferentillo, venerato per aver salvato le loro vite e le loro anime.

I Francesi, la resistenza contro l’occupazione napoleonica

Nel 1796, le truppe napoleoniche invasero Ferentillo, imponendo il loro controllo con la forza. Solo tre anni dopo, però, i francesi stremati e senza rifornimenti, furono costrette a ritirarsi. I ferentillesi, coraggiosi, colsero l’occasione per riprendere le armi e liberare la loro terra segnando la fine di un’occupazione e l’inizio di una nuova era di speranze e lotte per l’unificazione dell’Italia.

Ferentillo, Le Rocche Raccontano: la Fiera

La fiera di Ferentillo era un vivace punto d’incontro per la comunità. Ogni anno i borghi si animavano con bancarelle e festeggiamenti, creando un’atmosfera di allegria e scambio che rafforzava i legami sociali e culturali del territorio.

La trebbiatura, la chiusura de Le Rocche Raccontano di Ferentillo

La trebbiatura era una delle occasioni più attese dell’anno, un momento di festa e ringraziamento per il raccolto. Le famiglie si riunivano, cantavano e ballavano, celebrando insieme il frutto del loro lavoro e la gioia di vivere in comunità.