L’Assemblea Legislativa dell’Umbria ha votato a favore della proposta di legge intitolata “Promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili”. Ciò rappresenta il frutto di un’attenta iniziativa intrapresa tre anni fa dal Movimento 5 Stelle e successivamente integrata dal consigliere della Lega, Daniele Carissimi.

Comunità energetiche in Umbria, la proposta di De Luca

Il consigliere regionale del M5s, Thomas De Luca, relatore di minoranza della proposta, ha espresso la sua soddisfazione, dichiarando che “oggi la nostra proposta diventa patrimonio condiviso dell’intera comunità regionale“. Illustrando l’importanza di questa nuova normativa, De Luca ha sottolineato che la Regione potrà ora finanziare impianti e infrastrutture finalizzate a sostenere la transizione ecologica e a fungere da punto di aggregazione per quei soggetti interessati a diventare “prosumer”, ossia produttori e consumatori di energia.

Ciò significa che cittadini comuni, imprese, enti religiosi, associazioni locali, e altri attori potranno unire le proprie forze per ottenere benefici economici significativi attraverso la produzione, lo scambio, l’accumulo e la cessione di energia rinnovabile per l’autoconsumo. Questa iniziativa non solo mira a promuovere l’uso di fonti energetiche sostenibili, ma anche a ridurre la povertà energetica e sociale, oltre a incentivare pratiche di efficienza energetica.

La Seconda Commissione ha approvato all’unanimità la proposta di legge, evidenziando un sostegno bipartisan per l’adozione di politiche a favore dell’ambiente e della comunità. Questa nuova legge è in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra e di promozione delle energie rinnovabili, e riflette l’impegno dell’Umbria nel contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

Il consigliere De Luca ha anche sottolineato il ritardo dell’Umbria nell’approvare questa normativa, considerando che altre regioni italiane hanno già adottato iniziative simili. Ora che la legge è stata varata, l’obiettivo è di mettere la Regione in grado di sfruttare appieno i benefici e le risorse disponibili, favorendo l’aggregazione e l’utilizzo delle energie rinnovabili.

Il 24 aprile scadono gli incentivi

Con l’avvicinarsi del 24 aprile 2024, gli attori coinvolti nel settore delle energie rinnovabili devono inviare le richieste di incentivazione sul portale del GSE. 

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una variegata rete di partecipanti. Tra questi partecipanti ci sono cittadini, imprese di piccole e medie dimensioni, enti territoriali, autorità locali e altri soggetti. Tutti questi collaborano per condividere energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. L’energia così generata può essere consumata internamente grazie alla rete nazionale di distribuzione elettrica, promuovendo l’autoconsumo all’interno di un determinato territorio.

Il principale obiettivo di una CER è quello di generare benefici ambientali, economici e sociali, favorendo l’autoconsumo di energia rinnovabile. Le CER possono beneficiare di incentivi sull’energia autoconsumata, definiti da una tariffa incentivante e un corrispettivo di valorizzazione stabiliti rispettivamente dal GSE e dall’ARERA.

Il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 7 dicembre 2023, n. 414 (Decreto CACER), rappresenta il punto di svolta nel regime degli incentivi per le CER. Esso determina la fine del regime transitorio dopo 60 giorni dall’entrata in vigore delle nuove regole.

Dal 24 aprile 2024 il vecchio sistema di incentivazione cessa di essere valido e viene sostituito dal nuovo meccanismo previsto dal Decreto CACER. Quest’ultimo è stato introdotto per regolare in modo più efficace le modalità di incentivazione delle CER e dei Gruppi di Autoconsumatori.

Parallelamente all’entrata in vigore di queste nuove disposizioni, sono stati resi disponibili online i portali attraverso i quali è possibile inviare le richieste di contributo.

Dallo scorso 8 aprile, dall’area clienti del sito del GSE è possibile presentare le richieste di incentivo per gli impianti inseriti in configurazioni di autoconsumo. Per quanto riguarda le configurazioni con impianti a progetto, i referenti possono chiederne la verifica preliminare e accertarne l’ammissibilità al meccanismo per l’autoconsumo diffuso.