“I lavoratori e le lavoratrici dei Cup (Centro unico prenotazioni) non hanno alcuna discrezionalità nell’indicare le prestazioni mediche da effettuare. Ma si attengono alle disposizioni che vengono dal servizio sanitario regionale”.
È quanto rimarcano in una nota Filcams CGIL di Perugia e Terni, Fisascat CISL Umbria e Uiltucs UIL Umbria. A convincere i sindacati a intervenire a gamba tesa sulla situazione delle liste di attesa sono state le polemiche sollevate sul tema delle liste di attesa in Umbria. un dibattito che ha investito il mondo politico, fino ad arrivare sulle tv nazionali. E l’ultimo episodio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata una puntata di “Fuori dal coro“, la trasmissione di Rete4 in cui si evidenziavano le disfunzioni nel sistema di prenotazioni delle prestazioni sanitarie nelle Usl dell’Umbria.
I sindacati dei lavoratori dei CUP dell’Umbria: “Nessun intervento arbitrario degli operatori”
“Il sistema operativo a disposizione dei lavoratori e lavoratrici dei Cup non consente un intervento arbitrario per accelerare o meno i tempi in cui si possono prenotare le visite o gli esami medici – spiegano i sindacati -. E tra l’altro, se ci fosse tale possibilità, questa sarebbe sicuramente da stigmatizzare perché non rispondente ai dettami del contratto ed eticamente discutibile”.
Filcams, Fisascat e Uiltucs ricordano che gli operatori dei Cup sono quotidianamente in prima linea, per garantire agli utenti l’accesso alle prestazioni sanitarie. E non possono in alcun modo essere considerati responsabili degli eventuali disservizi.
“Il sistema di prenotazione – scrivono ancora i sindacati – evidenzia le criticità di un servizio sanitario regionale che necessità di una maggiore integrazione tra la rete ospedaliera e la sanità territoriale. È necessario garantire la centralità della sanità pubblica, limitando il ricorso alle strutture private. Ma questo attiene però alla politica regionale della sanità. Non si può scaricare questo problema sulla capacità degli operatori dei CUP di ricercare possibili soluzioni ai tanti problemi che affliggono i cittadini sul versante sanitario”.
CGIL, CISL e UIL di settore: “Cittadini costretti a girovagare per l’intera regione, criticità scaricate sugli operatori”
Con l’attuale sistema di prenotazione, i cittadini che si vedono costretti “a girovagare per l’intera regione – ricordano ancora i sindacati -. Una situazione insostenibile per poter usufruire di un servizio costituzionalmente garantito. Che al momento non viene erogato nei modi e nei tempi utili a garantire un adeguato livello di tutela della salute individuale. A tale proposito – continuano ancora CGIL, CISL e UIL – risultano non condivisibili le affermazioni della direzione aziendale, che scaricano sui dipendenti responsabilità che sono in capo alla gestione della sanità in Umbria. Gli operatori del Cup rispondono alla loro azienda e alle precise direttive del sistema sanitario regionale. Non esiste l’incapacità dei singoli, ma le criticità di un sistema che la politica ha gli strumenti per modificare. Tale potere invece non è in capo agli operatori, sui quali viene scaricato tutto il malcontento dei cittadini e di chi ha bisogno di cure e non trova le risposte che si attende”.
Spesso, ricordano ancora Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, sono proprio le lavoratrici e i lavoratori del Cup a farsi carico delle frustrazioni degli utenti, essendo l’avamposto di un sistema sanitario con grandi falle.
Le liste di attesa e i problemi di sportello hanno condizionato il rapporto tra cittadini e operatori
“Il clima che si è generato ha condizionato in modo negativo il rapporto tra cittadini e operatori. E non consente di lavorare serenamente per offrire un servizio di grande utilità per l’insieme delle comunità – concludono i sindacati -. Invece di criticare e scaricare le responsabilità sull’ultimo anello della catena dei servizi, sarebbe utile assumersi le proprie responsabilità per migliorare le prestazioni sanitarie”.
In conclusione, le organizzazioni sindacali auspicano “un concreto confronto con le istituzioni regionali”. in maniera tale che si possa giungere a “sanare le attuali criticità. Anche sulla base delle proposte più volte avanzate, per realizzare interventi mirati sul piano sanitario regionale. Va messa in campo una diversa programmazione e organizzazione dei servizi per rispondere in maniera puntuale al diritto universale alla salute”.