L’Eurodeputata del PD Camilla Laureti torna a parlare di lavoro, delle vittime sul lavoro, in occasione della Festa dei Lavoratori del primo maggio. In un contesto segnato da sfide socio-economiche sempre più urgenti, Camilla Laureti, ha posto l’accento sulle gravi problematiche legate al mondo del lavoro durante le celebrazioni del primo maggio.

Laureti: “1041 vittime sul lavoro nel 2023”

Camilla Laureti ha evidenziato dati allarmanti riguardanti il numero di vittime sul lavoro nel 2023, pari a 1041, e la presenza di oltre 3,5 milioni di lavoratori sfruttati, con stipendi inferiori ai 9 euro l’ora. La situazione non è meno preoccupante per le donne, con una su quattro disoccupata e una su due al sud del Paese. Il quadro complessivo è caratterizzato dalla diffusione del lavoro nero, del part time involontario e dell’occupazione precaria.

“La nostra Repubblica, fondata sul lavoro come sancisce il primo articolo della Costituzione, non può ancora dirsi pienamente realizzata”, ha dichiarato Laureti, esprimendo profonda preoccupazione per la persistente disuguaglianza e l’ingiustizia sociale nel mercato del lavoro italiano.

Nel tentativo di affrontare queste criticità, Laureti ha evidenziato l’impegno del Partito Democratico nell’avanzare una proposta legislativa per l’introduzione di un salario minimo, sostenuta da Movimento 5 Stelle e Azione Valsusa, e ha invitato alla partecipazione attiva nella raccolta firme a sostegno di questa iniziativa.

“Martedì il Partito democratico, con M5s e Avs, ha presentato una legge di iniziativa popolare per il salario minimo e avviato una raccolta di firme. Sotto i 9 euro l’ora non è lavoro, è sfruttamento: vogliamo che sia riconosciuto questo principio. Ci riproviamo, dopo che la destra ha scelto di far naufragare in Parlamento la nostra proposta. Ci riproviamo perchè anche dal contrasto al lavoro povero passa la realizzazione del primo articolo della Costituzione, anche su questo si gioca il senso profondo della Repubblica e della democrazia”, ha sottolineato l’europarlamentare in una nota, ribadendo la necessità di riconoscere e difendere i diritti dei lavoratori.

Questo appello si inserisce in un contesto politico contrassegnato dalla volontà di contrastare il fenomeno del lavoro precario e dell’evasione fiscale, visti come ostacoli fondamentali alla realizzazione dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana.

L’omaggio ai minatori del 1955

In occasione del primo maggio, Camilla Laureti ha reso omaggio ai minatori che persero la vita nell’incidente del 1955, visitando il monumento dedicato a Morgnano, frazione di Spoleto. Successivamente, ha partecipato a un evento promosso dai sindacati Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria a Foligno, dove ha ribadito il proprio impegno per garantire migliori condizioni di lavoro e una maggiore equità sociale.

Nel pomeriggio, insieme alla vicepresidente della Camera Anna Ascani, al senatore Walter Verini e alla consigliera regionale Simona Meloni, tutti esponenti del Partito Democratico, Laureti ha preso parte a un’iniziativa di sostegno al candidato sindaco Stefano Biagioli ad Orvieto, evidenziando l’importanza di promuovere una politica locale volta a garantire un futuro migliore per tutti i cittadini.

In Umbria triste record di morti sul lavoro

L’Umbria emerge come una delle regioni più pericolose per lavorare, secondo il rapporto dell’Osservatorio sul lavoro e ambiente di Vega Engineering di Mestre. Con un tasso di mortalità sul lavoro di 59,6 decessi per milione di occupati, supera di gran lunga la media nazionale di 34,6. Tra le province umbre, Terni occupa la prima posizione con 8 morti registrati l’anno scorso, portando l’incidenza a un preoccupante 96,4. A seguire, Teramo e Siracusa si collocano rispettivamente al secondo e al terzo posto. Perugia, con 13 vittime, si posiziona al 32esimo posto con 48,3 morti per milione di occupati. I dati, basati sulle statistiche Inail del 2023, mostrano che su un totale di 25 decessi avvenuti nell’anno, ben 4 sono avvenuti durante il tragitto casa-lavoro.

Questi risultati collocano l’Umbria in una posizione critica, accanto a regioni come Basilicata e Campania, caratterizzate da un alto tasso di mortalità sul lavoro nel quadriennio 2020-2023, con un’incidenza superiore alla media nazionale per tre anni su quattro.