Laura Santi, giornalista perugina di 50 anni, ha ricevuto il via libera dalla sua ASL per accedere al suicidio assistito, ma ha deciso di non fare uso della sua autorizzazione. La notizia del suo caso ha suscitato molte reazioni, perché in Italia l’accesso al suicidio assistito è ancora un tema delicato e diviso. Tuttavia, Laura ha scelto di intraprendere una strada diversa, dedicandosi a una causa che le sta molto a cuore: raccogliere firme per una legge regionale sul fine vita in Umbria e, successivamente, in altre regioni italiane.
Laura Santi, il diritto al fine vita: un percorso irregolare e incerto
Laura Santi è la quinta persona in Italia a ricevere il via libera per il suicidio assistito tramite il Servizio sanitario nazionale. La sua ASL ha riconosciuto che soddisfa tutti i requisiti, ma la giornalista non ha deciso di procedere con l’autorizzazione ricevuta. Invece, ha scelto di dedicarsi alla raccolta firme per promuovere la legge regionale Liberi Subito, un’iniziativa volta a garantire tempi certi e procedure definite per l’accesso al fine vita. La sua decisione nasce dalla consapevolezza che, in Italia, il diritto al suicidio assistito è troppo spesso influenzato dalla regione di residenza e dalla disponibilità dei servizi.
“Ma non tutte le persone nelle mie condizioni riescono ad accedere: in Italia, il diritto al fine vita è una vera e propria ‘lotteria’. L’esito dipende dalla regione in cui vivi, dalla disponibilità della tua ASL e dalla rapidità dei comitati etici”, ha dichiarato Laura, ponendo l’accento sulle disparità e le difficoltà burocratiche che ostacolano l’accesso al suicidio assistito. “Chi ha i requisiti può ritrovarsi bloccato per mesi o anni, oppure costretto a cercare soluzioni all’estero, se può permetterselo”, ha aggiunto, raccontando la propria esperienza di attesa di un anno e mezzo prima di ricevere una risposta.
Liberi Subito: la battaglia per i diritti di tutti
Nonostante la possibilità di accedere al suicidio assistito, Laura ha scelto di continuare a lottare per una causa che va oltre la sua esperienza personale. “Oggi scelgo di non procedere e di dedicarmi a una nuova missione: aiutare l’Associazione Luca Coscioni con la campagna Liberi Subito a raccogliere firme per ottenere una legge regionale sul fine vita”, ha dichiarato, rivelando la sua determinazione a cambiare la legge per garantire una giustizia equa per tutti. La legge che Laura sta cercando di promuovere avrebbe l’obiettivo di stabilire procedure certe e tempi definiti, evitando lunghe attese e disparità tra le diverse regioni italiane.
Il suicidio assistito in Italia: i numeri del cambiamento
Nel frattempo, l’Italia ha registrato il quinto caso di suicidio assistito attraverso il Servizio sanitario nazionale. La notizia, tuttavia, non ha visto divulgazioni complete per motivi di privacy. Questo caso segue quelli già noti di Federico Carboni nelle Marche, Gloria in Veneto, Anna in Friuli-Venezia Giulia e un altro caso in Toscana non seguito dall’Associazione Luca Coscioni. La notizia è stata comunicata da Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione, durante un evento che si è svolto a Roma.
I dati delle richieste sul fine vita
In occasione dell’evento, sono stati resi noti i dati sulle richieste di informazioni sul fine vita arrivate nel 2024 all’Associazione Luca Coscioni. Sono state registrate 16.035 richieste, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Di queste, 1.707 riguardano eutanasia e suicidio assistito, mentre 393 sono legate all’interruzione delle terapie e alla sedazione palliativa profonda. Molte delle richieste riguardano anche i percorsi per la morte volontaria assistita all’estero, con numerose persone che si rivolgono a strutture in Svizzera.
Il futuro dei diritti civili e la determinazione di Laura Santi
Nonostante le difficoltà politiche e istituzionali, l’Associazione Luca Coscioni continua la sua lotta per i diritti sul fine vita. “Non ci aspettiamo nulla di buono da questo Governo e Parlamento sul fronte dei diritti civili. Ma non per questo restiamo inerti a subire proibizioni violente e insensate”, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria generale e tesoriere dell’Associazione. Laura Santi, con il suo impegno, continua a dimostrare che la lotta per il diritto di scegliere sul proprio fine vita è tutt’altro che finita.