12 Feb, 2025 - 13:01

Suicidio assistito, Toscana dice sì a legge sul fine vita. Laura Santi: “Gioia indescrivibile”

Suicidio assistito, Toscana dice sì a legge sul fine vita. Laura Santi: “Gioia indescrivibile”

La Toscana segna un punto di svolta nella battaglia per il fine vita in Italia. Laura Santi, giornalista e attivista perugina, accoglie con entusiasmo l'approvazione della legge regionale promossa dall'associazione Luca Coscioni. Con questa decisione, la Regione diventa la prima in Italia a regolamentare tempi e modalità per il suicidio medicalmente assistito, garantendo ai malati il diritto già sancito dalla Corte Costituzionale.

La decisione arriva dopo anni di incertezze e ostacoli burocratici che hanno costretto numerosi pazienti a lunghe attese o a rivolgersi all'estero. Il voto del Consiglio regionale ha suscitato reazioni contrastanti: mentre l'opposizione di centrodestra contesta la legittimità della norma, il governo valuta un possibile ricorso per incostituzionalità.

Laura Santi sulla legge sul fine vita approvata in Toscana: "I cugini toscani hanno dimostrato di non avere paura''

Tra le voci più significative spicca quella di Laura Santi, giornalista perugina affetta da sclerosi multipla progressiva e attivista per il diritto al fine vita. Dopo aver seguito in diretta il dibattito in Consiglio, ha espresso la sua emozione. "Il fatto di vedere finalmente dietro alle parole 'fine vita' non 'sentenza o tribunale' ma 'legge' mi provoca una gioia oltre ogni limite, indescrivibile'', dichiara all'ANSA.

Laura Santi rappresenta una delle tante persone che si sono battute per il riconoscimento di questo diritto, sostenendo la necessità di una normativa chiara per evitare lunghi iter giudiziari. "Dopo tante volte che ci hanno dato contro e boicottato...'', ricorda la giornalista e attivista. E aggiunge: "Amo i cugini toscani che hanno dimostrato di non avere paura''. Il riferimento è ovviamente ai numerosi ostacoli incontrati dai promotori del progetto, tra cui il rifiuto di alcune Regioni di affrontare il tema con una regolamentazione specifica.

Santi, a cui sono stati riconosciuti tutti i requisiti stabiliti dalla Consulta per accedere al suicidio assistito, ha sottolineato come questa legge non introduca un nuovo diritto, ma si limiti a garantire un percorso più chiaro per i malati. "Non devono approvare una nuova legge sul fine vita o addirittura parlare di eutanasia. Hanno capito che si trattava solo di regolamentare tempi e modalità per i malati che rientrano in quei diritti già sanciti dalla Corte costituzionale. Devono solo fare sì che non esistano Laure Santi che bollano in pentola per due anni e mezzo. È stato faticoso ma non hanno avuto paura''.

Ma la sua battaglia, durata quattro anni, non si ferma qui: "Si riparte da lì e presto avrete notizie anche qui in Umbria, dove ci metto la faccia'', annuncia.

Le reazioni e il dibattito politico

L'approvazione della legge sul fine vita in Toscana potrebbe aprire la strada ad altre Regioni. Laura Santi si batterà per l'Umbria, ma in ballo c'è anche il Veneto. Qui il governatore Luca Zaia ha già manifestato interesse a seguire l'esempio. Anche Puglia, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia potrebbero essere le prossime ad affrontare la questione. Il provvedimento, però, suscita critiche da parte della Conferenza Episcopale Toscana e del centrodestra, che lo considerano una scelta problematica. Anche in Parlamento si sono levate voci contrarie: alcuni esponenti che chiedono al governo di intervenire per evitare che la Toscana faccia da apripista a questa regolamentazione.

Il governo, per ora, osserva la situazione e sta valutando la possibilità di impugnare la legge qualora emergessero profili di incostituzionalità. Nel frattempo, a livello nazionale, il dibattito sul fine vita resta in stallo, con la normativa ancora ferma in Parlamento a causa delle divisioni all'interno della maggioranza.

Toscana, cosa prevede la legge sul fine vita per cui in Umbria si batte Laura Santi

La normativa approvata in Toscana definisce in modo chiaro il percorso per accedere al suicidio assistito. Viene istituita una commissione medica multidisciplinare, composta da specialisti come palliativisti, neurologi, psichiatri e anestesisti, incaricata di verificare se il paziente rispetta i criteri stabiliti dalla Corte Costituzionale. In caso positivo, la commissione definirà le modalità di esecuzione del trattamento. L'ultima parola spetterà al comitato etico territoriale.

Si tratta di un passo significativo per chi, come Laura Santi, ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà di un sistema sanitario privo di regole certe in materia di fine vita. Il suo impegno non si esaurisce con questa vittoria: Io voglio vivere e lotto ogni giorno, ma oggi abbiamo vinto una battaglia importante.

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Giorgia Sdei
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