Fine della corsa per il latitante quarantatreenne di nazionalità rumena, arrestato a Gerona, in Catalogna, su mandato della Procura Generale di Perugia. L’uomo, ricercato per una serie di reati gravi, tra cui furto aggravato in concorso, rapina aggravata, danneggiamento, lesioni personali aggravate e uccisione di animali, era sfuggito alla giustizia italiana per anni. Tra i crimini contestati spicca anche l’episodio che ha suscitato forte indignazione: l’uccisione di un cane da guardia durante un furto. Grazie alla stretta collaborazione tra la polizia penitenziaria e l’Interpol, è stato possibile rintracciarlo e fermarlo.

Dopo nove mesi di ricerche, arrestato latitante in Catalogna: le indagini

L’arresto del latitante è stato il frutto di un’indagine meticolosa condotta dall’ufficio Sdi della Procura Generale di Perugia, con il supporto della polizia penitenziaria. Le forze investigative hanno tracciato i movimenti dell’uomo, scoprendo che il ricercato si era trasferito a Gerona, dove, il 26 gennaio 2020, aveva sposato una donna di nazionalità spagnola. Questa informazione fondamentale è stata tempestivamente comunicata all’Interpol, che ha collaborato con le autorità locali per localizzarlo. La cattura è avvenuta grazie alla sinergia tra le istituzioni italiane e catalane, sottolineando ancora una volta l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità transnazionale.

Il quarantenne, noto per la sua abilità nel sottrarsi alla cattura, aveva costruito una nuova vita in Spagna, ma non ha potuto eludere le conseguenze delle sue azioni. La polizia catalana ha agito con rapidità una volta ottenuta la conferma della sua posizione, mettendo fine a una lunga e complessa caccia.

Una lunga scia di crimini: slot machine, sigarette e persino attrezzature sportive

La Procura Generale di Perugia ha diffuso una nota dettagliata sui crimini commessi dal latitante. Tra il 2018 e il 2020, l’uomo, insieme alla sua banda, ha preso di mira esercizi commerciali in diverse città, tra cui Orvieto, Fabro, Città di Castello, Todi, Collazzone, Sansepolcro, Pomezia e Marino. Durante questi raid, il gruppo è riuscito a rubare 15 slot machine, gratta e vinci, stecche di sigarette, ricariche telefoniche e denaro in contanti.

In due occasioni, il gruppo si è introdotto persino all’interno dell’impianto sportivo di una società calcistica dell’Orvietano. Qui, oltre a rubare medicinali, palloni, abbigliamento sportivo e contanti dai distributori automatici, ha causato significativi danni materiali. L’audacia e la spregiudicatezza dei crimini hanno contribuito a rendere il caso particolarmente complesso da risolvere.

Il bottino accumulato, insieme alla vasta gamma di reati commessi, ha evidenziato la pericolosità del gruppo criminale, di cui il latitante era uno dei leader. Ora, arrestato dalla polizia catalana, il quarantenne attende l’estradizione in Italia, dove dovrà affrontare un processo per rispondere dei suoi reati.

Le pene che rischia il latitante arrestato

L’uomo dovrà scontare una pena già definita di quattro anni e sette mesi di reclusione, ma i reati aggiuntivi contestati potrebbero aggravare ulteriormente la sua situazione. In base al codice penale italiano, il furto aggravato in concorso prevede una pena che va da 3 a 10 anni di reclusione, mentre per la rapina aggravata la condanna può oscillare tra i 5 e i 20 anni. L’uccisione di un animale, classificata come maltrattamento con morte, comporta fino a 2 anni di reclusione, ma potrebbe essere aggravata in questo caso dal contesto del reato.

I danni materiali e le lesioni personali volontarie aggravate costituiscono ulteriori capi d’accusa. Nel complesso, la somma delle condanne potrebbe portare a una pena totale molto più elevata rispetto a quella già inflitta. Inoltre, la Procura potrebbe chiedere l’applicazione di misure di sicurezza supplementari, considerando la gravità dei crimini e la pericolosità sociale dimostrata dal latitante.

L’estradizione in Italia segnerà l’inizio di un percorso giudiziario complesso, durante il quale i giudici valuteranno l’intera portata delle sue responsabilità. Per ora, il suo arresto rappresenta un’importante vittoria delle forze dell’ordine italiane e un segnale chiaro: chi fugge dalla giustizia, prima o poi, viene trovato.