Lavori affidati e ruspe in azione a largo Cairoli, dove sono iniziati i lavori del parco urbano previsto nel Piano Periferie. Risolti anche tutti i problemi relativi alla conservazione ed esposizione, con particolari accorgimenti, dei reperti di epoca romana. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha infatti dato il via libera all’effettuazione dell’intervento con alcune prescrizioni.
“La società affidataria dei lavori – conferma l’assessore all’urbanistica e al decoro urbano Marco Iapadre – avrà 150 giorni di tempo per completare il primo stralcio. Ma parallelamente contiamo di approvare in giunta comunale anche il progetto esecutivo del secondo. Così da avviare le procedure di gara e velocizzare la realizzazione dell’intervento. In pratica, pur operando due cantieri formalmente distinti, l’ultima fase prevederà una sovrapposizione degli interventi“.
Via, dunque, alla fase finale di realizzazione del nuovo giardino urbano, che ha subito una serie di stop and go. Prima il ritrovamento delle mura dell’ex convento carmelitano e della chiesa di Santa Teresa. Poi quello, nell’area più vicina a via Corona e corso Vecchio, dei resti delle mura urbiche di epoca romana. Raggiunto l’accordo con la Soprintendenza, che ha indicato come operare sulla conservazione di questi manufatti, il Comune è partito. E in pochi mesi conta di recuperare il tempo perduto.
I progetti sono firmati dal team coordinato dal dirigente, l’architetto Piero Giorgini, e dal RUP Carlo Fioretti, e composto dai funzionari Deangelis, Cianfoni, Pizzichini, Stentella e Bongarzone.
Largo Cairoli, nel cantiere precauzioni per preservare i manufatti storici su indicazione della Soprintendenza
Per la conservazione e l’esposizione dei ritrovamenti archeologici, sono state anche fatte petizioni sul web. E non sono mancate le polemiche. Ma già in fase progettuale del primo stralcio, il team di lavoro dell’amministrazione di Palazzo Spada aveva dialogato con la Soprintendenza. Concordando una serie di prescrizioni.
“Intanto ora si procederà con il consolidamento delle mura merlate della ex cavallerizza – spiega l’assessore Iapadre -. Poi andremo avanti con la demolizione delle vecchie botteghe, che insistevano su corso Vecchio. Durante questa fase, la Soprintendenza ha richiesto una ‘adeguata copertura dei resti strutturali delle restanti stratigrafie individuate nel corso degli scavi. Apponendo strati alternati di tessuto non tessuto, inerte e terreno di adeguato spessore. E prevedendo inoltre laddove necessario la messa in sicurezza con tavolati ed altre protezioni temporanee’. Sulla base di queste indicazioni è stata rilasciata l’autorizzazione a dare il via libera al secondo stralcio dei lavori”.
Per quello sarà necessaria una approvazione in giunta comunale e poi una nuova gara. E anche in questo caso la Soprintendenza ha dato chiare indicazioni. Innanzitutto nel layout di progetto saranno richiamate le linee costruttive dei vecchi edifici. Come elemento di ricordo storico dell’esistente.
Verrà evidenziato il sedime quadrato del chiostro dell’ex-monastero. Nonché quello dell’antica Chiesa di Santa Teresa ricompresa all’interno dell’ex-monastero. Prevista anche la realizzazione di una pergola frangisole su struttura in acciaio corten.
La sistemazione a parco dell’area prevederà ampie zone di prato. E saranno impianti nuovi alberi e arbusti, mentre la realizzazione di percorsi pedonali nel verde e altri elementi di progetto riproporranno le principali direttrici della stratificazione urbana individuate dallo scavo archeologico.
Il secondo stralcio prevederà nuovi scavi e la realizzazione di strutture in vetro per valorizzare le fondazioni delle mura romane
Al di là delle petizioni sul web, è stata la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria a proporre il “rinterro protettivo della maggior parte dei resti individuati in modo da garantirne la conservazione“. Previa esecuzione di rilievo e documentazione tecnico-scientifica. Il Comune realizzerà del materiale multimediale. Una mostra virtuale dei reperti censiti, fotografati, filmati e analizzati dagli esperti nominati dalla Soprintendenza. In stretto raccordo proprio con i tecnici delle Belle arti, con cui saranno condivisi i contenuti da esporre.
“Invece per quanto concerne la struttura lineare di blocchi di pietra sponga – spiega Iapadre – quella di epoca romana riconducibile alla fondazione della cinta muraria, si mantiene la soluzione dell’esposizione a vista. Si faranno però ulteriori scavi e sondaggi e un restauro delle murature. Sarà realizzato un lucernario in vetro non praticabile ma ispezionabile. Come da incidazioni della Soprintendenza“.
Il progetto ha previsto un investimento di circa 2 milioni di euro. E risolverà uno degli ultimi vuoti del centro cittadino, conseguenti ai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale. Regalando alle aree centrali un polmone verde nel cuore di Terni.