La decisione di trasferire improvvisamente i bambini e il personale dell’asilo nido “L’Albero di Tutti” di Castel del Piano alla struttura “Cinque Granelli” di San Sisto ha scatenato un’ondata di indignazione tra le famiglie e acceso un dibattito politico. Lo racconta oggi Umbria Journal. Il provvedimento, motivato da episodi allarmanti avvenuti nei pressi dell’asilo, ha suscitato polemiche sia sulla gestione dell’emergenza da parte dell’Amministrazione comunale sia sulla tempistica dell’intervento.

Secondo quanto riportato nella determina dirigenziale del 3 dicembre, il trasferimento è stato deciso in seguito a ripetuti episodi di minacce e molestie da parte di un cittadino residente vicino alla struttura. L’uomo, descritto come aggressivo, avrebbe bussato alle finestre dell’asilo, spaventando bambini ed educatori. Tali episodi hanno portato alla presentazione di un esposto alle forze dell’ordine, che stanno indagando.

Di fronte alla gravità della situazione, l’Amministrazione comunale ha deciso di agire immediatamente trasferendo i bambini e il personale nella struttura di San Sisto. Questa misura, sebbene necessaria per garantire la sicurezza, ha lasciato le famiglie disorientate e preoccupate per l’impatto sulla continuità educativa dei piccoli.

La gestione dell’emergenza che ha coinvolto L’albero di Tutti ha subito le critiche dell’opposizione

La gestione dell’emergenza da parte del Comune ha subito forti critiche dall’opposizione, in particolare dal capogruppo di “Fare Perugia – Forza Italia,” Augusto Peltristo, che ha richiesto un’audizione urgente in terza commissione consiliare. Peltristo ha puntato il dito contro l’assenza dell’assessora all’istruzione Francesca Tizi e dei dirigenti comunali durante le prime fasi del dibattito, definendola una “mancanza di rispetto verso i genitori”.

“Una decisione così delicata e impattante meritava maggiore trasparenza e un dialogo aperto con le famiglie”, ha dichiarato Peltristo. L’opposizione ha inoltre sottolineato come il problema della sicurezza fosse noto fin da settembre, ma le misure adottate siano arrivate troppo tardi e in modo insufficiente.

Durante l’audizione successiva, l’assessora Francesca Tizi ha difeso la decisione, ribadendo che la priorità dell’Amministrazione era garantire la sicurezza dei bambini e del personale. Ha spiegato che la struttura di Castel del Piano, già sottoutilizzata con solo nove bambini iscritti su una capienza di 16, era diventata insostenibile a causa dei disagi creati dalle minacce e molestie. Al momento del trasferimento, frequentavano l’asilo solo due bambini.

“Un servizio educativo con orari limitati (8-13) e senza refezione non rispondeva alle esigenze delle famiglie”, ha affermato Tizi, aggiungendo che il trasferimento a San Sisto avrebbe consentito di ottimizzare le risorse e garantire un ambiente sicuro e adatto ai bambini.

Neanche le famiglie dei bambini hanno accolto positivamente le spiegazioni dell’Amministrazione

Le famiglie dei bambini coinvolti, però, non hanno accolto positivamente le spiegazioni dell’Amministrazione. Sonia Franceschelli, rappresentante del comitato genitori, ha denunciato la mancanza di comunicazione tempestiva e trasparente: “Abbiamo appreso del trasferimento all’ultimo momento, senza che ci fosse data la possibilità di partecipare a una discussione o di proporre alternative”.

I genitori si sono detti preoccupati per la discontinuità educativa e per l’impatto emotivo sui loro figli, costretti ad adattarsi improvvisamente a un nuovo ambiente.

Oltre alla sicurezza, un altro tema centrale è la sostenibilità economica del servizio. Secondo l’Amministrazione, il mantenimento dell’asilo L’Albero di Tutti di Castel del Piano in queste condizioni non era più giustificabile, considerando il numero ridotto di iscritti e i costi fissi elevati. Tuttavia, l’opposizione ha accusato il Comune di utilizzare la questione sicurezza come pretesto per chiudere una struttura già in difficoltà.

“È inaccettabile che un problema noto da mesi venga utilizzato come giustificazione per smantellare un servizio essenziale”, ha dichiarato Peltristo. “La sicurezza è una priorità, ma deve essere affrontata con soluzioni concrete e non con provvedimenti drastici che penalizzano le famiglie”.

Il responsabile della minacce non ha ancora subito misure restrittive

Un altro punto critico riguarda il cittadino responsabile delle minacce. Secondo quanto emerso, l’uomo non è stato ancora allontanato né sottoposto a provvedimenti restrittivi, nonostante gli esposti e le segnalazioni. Questo ha suscitato ulteriori polemiche, con l’opposizione che accusa il Comune di non aver fatto abbastanza per garantire la sicurezza della comunità.

“Una persona che rappresenta un pericolo non può essere lasciata libera di agire impunemente”, ha dichiarato Peltristo, chiedendo interventi più decisi da parte delle autorità.

La riapertura dell’asilo L’Albero di Tutti di Castel del Piano dipenderà dalla capacità dell’Amministrazione di risolvere i problemi di sicurezza e di riorganizzare il servizio in modo sostenibile. Nel frattempo, le famiglie chiedono rassicurazioni sul futuro dei servizi educativi nella zona e sul benessere dei loro figli.

Il caso sarà nuovamente discusso in commissione consiliare, con l’obiettivo di audire le forze dell’ordine e gli educatori coinvolti per ottenere un quadro più completo della situazione.

Mentre il Comune difende la sua scelta come necessaria e inevitabile, l’opposizione e le famiglie chiedono un maggiore impegno per affrontare le criticità e garantire servizi educativi di qualità. Resta da vedere se le misure adottate saranno sufficienti per ripristinare la fiducia della comunità.