Oggi, nel nostro spazio dedicato a racconti, tradizioni e curiosità che hanno attraversato i secoli, vogliamo portarvi alla scoperta di qualcosa di straordinario. Non un semplice fatto storico, ma un autentico simbolo della nostra regione, un reperto che intreccia storia, cultura e spiritualità, incarnando il profondo legame che l’Umbria ha sempre condiviso con la religione.

Parliamo di uno degli alberi più antichi della regione, un vero gigante della natura che ha attraversato oltre sei secoli di storia, rimanendo intatto come testimone silenzioso del tempo. Si tratta del maestoso Tiglio di Montesanto, noto anche come Tiglio di San Bernardino, un’opera naturale di straordinaria bellezza e profondo significato simbolico.

La storia del Tiglio di San Bernardino

La storia del Tiglio di Montesanto è affascinante e ricca di significati, intrecciando fatti storici, leggende e una profonda connessione con la religione e la spiritualità, aspetti che trovano nell’Umbria un terreno fertile e unico.

Il Tiglio di Montesanto deve il suo nome alla collocazione presso il Convento di Montesanto, da cui si gode una vista panoramica sulla splendida cittadina di Todi. Conosciuto anche come Tiglio di San Bernardino, questo albero monumentale affonda le sue radici nella storia e nella spiritualità del luogo. Secondo la tradizione, fu piantato nel 1426 per celebrare l’inizio della predicazione di San Bernardino da Siena a Todi, un evento che lasciò un’impronta indelebile nella memoria locale.

Alcune fonti attribuiscono direttamente al santo il gesto simbolico di collocare il Tiglio nel terreno del colle durante una sua visita in città. Tuttavia, altre ricostruzioni datano l’episodio al 1428, anno che coincide con uno dei momenti più drammatici della storia cittadina: il processo a Matteuccia da Todi. San Bernardino ebbe un ruolo cruciale in questa vicenda, contribuendo ad alimentare le accuse di stregoneria contro la donna, che fu poi condannata al rogo. Nonostante le discrepanze temporali, appare evidente il legame profondo tra il Tiglio e gli eventi storici e spirituali dell’epoca.

Le peculiarità del maestoso tiglio

Il Tiglio di San Bernardino è senza dubbio uno dei simboli più emblematici di Todi, un autentico monumento naturale che condivide il suo prestigio con un altro straordinario esempio di flora secolare: il maestoso cipresso situato alle spalle della statua di Garibaldi, che raggiunge un’imponente altezza di 36 metri, anch’esso nel cuore della città.

Questo tiglio, con una circonferenza straordinaria che sfiora i sei metri, si erge proprio di fronte al convento francescano di Montesanto. Tra le sue caratteristiche più notevoli, oltre all’imponente circonferenza del tronco, spiccano una chioma che si estende per circa 19 metri e un’altezza che raggiunge i 14 metri. Sebbene le fonti storiche non indichino con certezza la data della sua piantumazione, si stima che l’albero abbia oltre seicento anni di vita.

Il convento di Montesanto: il luogo che ha dato origine e garantito la preservazione del Tiglio

Il Tiglio di San Bernardino deve la sua straordinaria conservazione in gran parte al luogo che lo ospita: il convento francescano di Montesanto e ai suoi frati, che, con tempestività, hanno segnalato all’amministrazione comunale i segnali di deterioramento della pianta, avvisando dei potenziali rischi per la sicurezza pubblica. Grazie a questo intervento, la pianta è stata salvata attraverso una meticolosa e delicata operazione di recupero.

Il convento sorge su quella che in tempi antichi era conosciuta come Monte Mascarano, il “monte degli spiriti”. Fin dai tempi degli Etruschi, questa collina era un luogo sacro, sede di un tempio dedicato a Marte e Bellona. Nel 1235 fu autorizzata la costruzione di un monastero di Clarisse sulla sommità del colle, e non è da escludere che Jacopone da Todi abbia fatto parte della comunità religiosa che lo abitava. Nei secoli successivi, il monastero venne trasformato in una rocca difensiva e poi in convento. Nel 1834, durante alcuni scavi, furono rinvenuti frammenti di colonne e, l’anno successivo, la celebre statua bronzea di “Marte di Todi”, una divinità venerata dagli Etruschi e protettrice dell’antica “Tùtere”, l’odierna Todi.

Oggi il convento è una casa di accoglienza spirituale, che offre circa 50 posti letto e un ampio salone da 600 posti, adatto per convegni e ritiri. La struttura ospita singoli e gruppi desiderosi di trascorrere momenti di ritiro, formazione e preghiera in un ambiente comunitario, pensato per favorire l’ascolto e la riflessione.